San Marino. Interferenze sulla giustizia… con procedura d’urgenza, Antonio Fabbri

San Marino. Interferenze sulla giustizia… con procedura d’urgenza, Antonio Fabbri

Interferenze sulla giustizia… con procedura d’urgenza

Antonio Fabbri

Chi l’avrebbe mai detto? La maggioranza fissa la procedura d’urgenza sulla legge qualificata che propone di togliere il voto al dirigente del Tribunale e con due norme di interpretazione autentica – cioè quella interpretazione che il Consiglio Grande e Generale dà delle leggi – ridisegna la composizione del Consiglio giudiziario plenario, escludendo i due giudici dei quali stavolta verrà fatta la pesa d’atto in Consiglio, oltre a togliere il giudice di appello Caprioli dall’organo di autogoverno della magistratura di cui ad oggi fa di diritto parte. 

I due Giudici di appello, quindi, finalmente vedranno la presa d’atto… tanto subito dopo verranno messe le mani sulla giustizia attraverso la modifica della composizione del Consiglio giudiziario plenario e la sottrazione del diritto di voto al Dirigente. Come dire: “fatta la festa, gabbato lo Santo”. Quindi, che la maggioranza politica intervenga sul Consiglio giudiziario, organo di autogoverno – si fa per dire alla luce di queste manovre – della magistratura, è evidente. Più nascosto, e per ora inconfessabile, è il perché lo faccia, anche se la finalità di questo sotterfugio normativo-interpretativo è intuibile e, con tutta probabilità, emergerà molto presto. Tra l’altro proprio l’interpretazione autentica data da due articoli delle norme proposte è stata oggetto di scontro in Ufficio di presidenza, tra opposizione e maggioranza.

Più che una interpretazione autentica, infatti, i due articoli della Legge Qualificata presentano una interpretazione estensiva, che andrà non solo a menomare il diritto e la presenza di determinati giudici nel Consiglio giudiziario plenario, ma, quel che appare più pericoloso, è la possibilità di una interferenza che l’interpretazione fornita porrà su procedimenti già in corso. Con tutta evidenza, se così fosse, la politica interverrebbe con una propria interpretazione in fascicoli già in essere modificandone di fatto l’esito.

Un quadro che ha visto l’opposizione parlare di “forzatura inaudita” e chiedere la convocazione d’urgenza della Commissione Affari di Giustizia. Il Consiglio nel quale la Giustizia sarà di certo al centro dello scontro, è fissato a partire dal prossimo 17 febbraio. Poi proseguirà il 18, 19, 20, 21 e ancora 27 e 28 febbraio. Oltre a questo tema caldo, all’ordine del giorno è prevista anche la ratifica di diversi decreti delegati e le annunciate dimissioni del Consigliere di Rete Marianna Bucci, che lascia l’aula per assumere l’incarico di Segretario particolare alla Segreteria di Stato agli Interni, chiamata dalla collega Elena Tonnini. La Bucci dovrà essere sostituita dal primo dei non eletti della lista di Rete, che risulta essere Gloria Arcangeloni. Ammesso che a sua volta non rinunci, come accaduto per motivi di lavoro nelle precedenti legislature. A quel punto primo dei non eletti sarebbe Paola Casadei. 

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