San Marino. Amministrazione infedele, a processo ex vertici Asset, Antonio Fabbri

San Marino. Amministrazione infedele, a processo ex vertici Asset, Antonio Fabbri

Amministrazione infedele, a processo gli ex vertici Asset

L’ex presidente Stefano Ercolani e l’ex direttore Barbara Tabarrini devono rispondere di prestiti concessi senza garanzie e di ostacolo alla vigilanza

Amministrazione infedele e ostacolo alla funzione di vigilanza, di questo dovranno rispondere ex presidente ed ex direttore di Asset Banca. La prima udienza del processo è fissato per il 10 marzo. Secondo l’accusa Presidente e Direttore Generale di Asset Banca, hanno concesso, in danno dello stesso istituto di credito, reiterati prestiti a Germano De Biagi, senza che fossero coperti da idonee garanzie e nonostante l’incapacità del beneficiario di restituire il prestito erogato.

Una operazione attuata attraverso l’erogazione di finanziamenti a un soggetto apparentemente terzo, AB Invest s.r.l., che non provvedeva alla restituzione dei fondi (in quanto si limitava al pagamento della prima rata del primo e del secondo finanziamento). I diversi finanziamenti erano concessi da Asset ciascuno ad estinzione del precedente. Secondo la ricostruzione del capo di imputazione il primo finanziamento, sotto forma di mutuo a 15 anni con rate semestrali, era avvenuto nell’aprile 2013 per un importo di 500mila euro. Il mutuo doveva essere destinato all’acquisto di un immobile al World Trade Center dalla Capital Service di Germano De Biagi, che lo deteneva in leasing tramite Leasing Sammarinese. L’immobile tuttavia non venne acquistato da AB Invest e, anzi, venne dato in garanzia alle varie banche sammarinesi dalla Capital Service, per un accordo di ristrutturazione del debito del “Gruppo De Biagi”. Tra le banche interessate dall’accordo c’era anche Asset, che quindi era al corrente della situazione del “Gruppo De Biagi”.

Nonostante questo concesse un secondo finanziamento nel dicembre 2013, per un importo di 515.000 euro, sempre mutuo a 15 anni. A parte le prime rate dei mutui, in seguito non vennero pagate. I primi due mutui sono stati concessi con delibera a firma del presidente, mentre il successivo con delibera a firma congiunta di Presidente e Direttore. Ed è quest’ultimo, a marzo 2016, il mutuo dall’importo più cospicuo. Infatti, la banca ha concesso un terzo finanziamento di 730mila euro per estinguere il mutuo precedente e acquistare due immobili della SeFi spa, anche questa notoriamente la finanziaria del Gruppo De Biagi. In questo caso Asset Banca iscrisse a garanzia ipoteca per 900mila euro sugli immobili della SeFi, che però erano stati valutati 580mila euro da apposita perizia e promessi in vendita alla AB Invest a 210mila euro

Di qui, dunque, l’accusa di amministrazione infedele. Secondo l’accusa Presidente e Direttore di Asset Banca, in funzione dei finanziamenti concessi, avevano nascosto i collegamenti famigliari tra AB Invest e il cosiddetto “Gruppo De Biagi”, considerato che gli amministratori della società beneficiaria dei prestiti erano stati prima Alessandro Bevitori – fratello della moglie di Fabio De Biagi figlio di Germano – e poi Roberta dall’Olmo, moglie di Germano De Biagi. Secondo l’accusa era stato in tal modo nascosto da Asset, che il finanziamento erogato era in realtà destinato proprio al gruppo De Biagi, già molto esposto verso gli istituti bancari. Quindi secondo ’accusa, nonostante il reale beneficiario dei mutui fosse esposto con il sistema bancario, il credito era stato classificato “in bonis”, e quindi non figurava nelle comunicazioni fatte annualmente da Asset Banca alla vigilanza di Banca Centrale. Solo successivamente al marzo 2016 la posizione venne segnalata, ma come esposizione non deteriorata. Venne segnalata come credito deteriorato solo dopo che era stata disposta la sospensione degli organi amministrativi di Asset da Bcsm.

Di qui la contestazione di ostacolo alla vigilanza. Il processo è quindi fissato per il 10 marzo davanti al giudice Roberto Battaglino.

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