San Marino. Venturini: “Come riparare il mondo?”

San Marino. Venturini: “Come riparare il mondo?”

Come riparare il mondo?

Questa è la domanda che si sono posti i relatori dell’incontro del 23 febbraio scorso, a cura di Isabella Bordoni e della Compagnia Quotidianacom, al Centro sociale di Poggio Torriana. Ospite d’onore Tonino Perna, professore ordinario, economista ed esperto nei processi di costruzione della sostenibilità economica e della moneta locale, attivo nel settore del volontariato e delle Ong, collaboratore dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano e già presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Al suo fianco Karen Venturini, docente dell’Università di San Marino, esperta di “Gestione dell’Innovazione”, e Andrea Zanzini, collaboratore in diversi enti no-profit per la promozione della responsabilità sociale d’impresa.

La stessa Venturini, in un proprio articolo, spiega che la finanza “ha inventato ogni tipo di diavoleria per provocare l’indebitamento dei singoli, delle imprese fino a quello degli Stati”, tanto è vero che “se sommiamo il debito delle famiglie, delle imprese e dello Stato arriviamo negli Usa a 3,5 volte il Pil, e in Italia a 2,6 volte”.

A detta del docente dell’Università di San Marino, “se non riusciamo a intervenire a livello macro economico, a ottenere il potere per modificare i gangli del sistema, occorre partire dalla micro scala, da territori circoscritti nei quali sperimentare nuove forme di economia, nuovi modi di essere, che privilegino le relazioni rispetto all’accumulazione di merci, che favoriscano la solidarietà, l’accoglienza dell’altro diverso da me, che propongano forme organizzative non gerarchiche, che agevolino processi di de-mercificazione della terra, del lavoro e della moneta”.

In questa prospettiva, sottolinea la Venturini, “la terra, il lavoro e la moneta potrebbero essere riconsiderati come beni comuni, un genere terzo rispetto alla proprietà privata e alla proprietà pubblica, trattandosi di beni essenziali per la sopravvivenza e per la tutela dell’eguaglianza e del libero sviluppo della personalità”. Queste monete “si caratterizzano per la loro capacità di rivitalizzare le economie locali, rafforzare le identità territoriali e per la loro indiscussa funzione di contrasto alle economie illegali e/o criminali”.

Una soluzione per riparare il mondo, suggerisce infine il docente dell’Ateneo sammarinese, è “alzare la faccia dal bancomat, da una cassa automatica, dal monitor di un computer, dal cellulare, e guardare davanti perché, come diceva Simon Weil, ‘ciò che salva è lo sguardo’”.

Leggi il testo integrale della riflessione di Karen Venturini

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