San Marino. Coronavirus, la Fuli-Csdl ne ha piene le scatole dei tagli

San Marino. Coronavirus, la Fuli-Csdl ne ha piene le scatole dei tagli

“Basta con la politica dei soli tagli ai lavoratori e pensionati: è necessaria una tassazione straordinaria sui grandi patrimoni”.

È il messaggio emerso con forza dal direttivo della Federazione unitaria lavoratori Industria della Confederazione sammarinese del lavoro, in linea con le prese di posizione della Centrale sindacale unitaria rispetto ai decreti emessi dal governo.

“Occorre sospendere i licenziamenti e rivedere alcuni interventi emessi con i vari decreti. Se da un lato il prolungamento degli ammortizzatori sociali offre una maggiore stabilità per i tantissimi lavoratori già colpiti da una forte diminuzione del reddito, dall’altro resta del tutto irrisolto il problema del finanziamento dell’attuale situazione di crisi economica, che rischia di acuirsi ulteriormente qualora si dovesse aggiungere anche un’ondata di licenziamenti – spiega la Fuli-Csdl in un comunicato -. Si produrrebbe una situazione drammatica e senza precedenti, che manderebbe in frantumi la coesione sociale. Ragion per cui tutti i posti di lavoro attualmente in essere vanno tutelati e difesi, così come il tessuto imprenditoriale. Un aumento vertiginoso della disoccupazione diventerebbe una nuova calamità sociale, di cui non abbiamo assolutamente bisogno.

Sempre nello stesso comunicato, la Federazione unitaria lavoratori Industria della Confederazione sammarinese del lavoro ha altresì ribadito che “l’abbassamento dell’importo degli ammortizzatori sociali, per effetto della grandissima quantità di lavoratori posti in Cassa Integrazione, va accompagnato da una revisione del reddito minimo garantito, per consentire a tutti di sostenere le spese familiari indifferibili, e da appostiti permessi retribuiti, almeno parzialmente, per quei genitori che non potranno riprendere servizio per accudire bambini e ragazzi che continuano a non frequentare la scuola”.

Pensare di intervenire solo attraverso il taglio del reddito fisso dei lavoratori e con i prelievi sulle pensioni, “peraltro senza tenere in nessuna considerazione il reddito famigliare”, a detta della Fuli-Csdl, “è iniquo, parziale e socialmente insostenibile”.

Al contrario, la Fuli-Csdl si aspetta “un provvedimento che chiami i detentori delle maggiori ricchezze a contribuire, con una tassazione straordinaria, in ragione dei loro patrimoni, per finanziare le famiglie e le imprese che da sole non ce la faranno ad affrontare le conseguenze di questa calamità sanitaria, economica e sociale”.

A tal proposito, la Centrale sindacale unitaria “ha chiesto ripetutamente anche di attivare le azioni necessarie per il rientro dei capitali all’estero, e per portare alla luce quelli che invece non sono stati dichiarati, applicando le sanzioni previste dalla legge, tutto ciò è indispensabile a prescindere dalla finalizzazione di un contributo economico dall’esterno, che dovrà necessariamente arrivare attraverso gli organismi internazionali e i Fondi sovrani“.  

E ancora: “È inaccettabile il fatto che sia mancato totalmente il confronto sul decreto n. 68 riguardante il graduale allentamento delle misure restrittive conseguenti alla emergenza sanitaria da Covid-19. Infatti, le uniche attività non indispensabili che in questi mesi non sono state sottoposte alla chiusura totale sono state quelle del comparto manifatturiero, per cui era indispensabile che la loro ripresa fosse condivisa con le parti sociali”.

La Fuli-Csdl si dice “favorevole alla riapertura di tutte le attività economiche purché in esse si lavori in condizioni di igiene e sicurezza rispettose della legge 31/98 e delle misure anti-coronavirus”. A tal proposito, viene colta favorevolmente dalla Fuli-Csdl “l’azione di rilevazione e monitoraggio del virus che l’Iss sta effettuando sui lavoratori nei posti di lavoro” con l’auspicio che “l’effettuazione dei test sierologici sia incrementata al fine di completare lo screening nei tempi più brevi possibili”.

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