La segreteria di Stato per il Lavoro interviene per rispondere a coloro che hanno dato una lettura “solamente parziale” del decreto 67/2020.
“La decisione del governo di non procedere con il blocco dei licenziamenti è dovuta esclusivamente al fatto che sarebbe stato un palliativo poco utile che avrebbe congelato e spostato di pochi mesi delle scelte gestionali già prese, aggravando in tal modo la condizione di aziende già in difficoltà”, scrive in una nota.
Per ampliare i sostegni a favore di imprese e lavoratori e predisporre alcuni interventi a tutela dell’occupazione, la segreteria di Stato per il Lavoro dichiara di aver prorogato la Cassa Integrazione “sino al 31 dicembre 2020” e la mobilità portandola “dai 12 ai 18 mesi” nonché “garantito un ammortizzatore sociale minimo a tutti coloro che perderanno il lavoro, coprendo alcune fattispecie che sino ad oggi non avevano nessun tipo di tutela, come ad esempio i neoassunti”.
Inoltre, è stato “sospeso il tristemente famoso 4,5%, una pratica che, dietro alla ‘scusa’ della velocità del procedimento, in realtà, ha solamente portato a un aumento sproporzionato dei lavoratori non residenti rispetto ai residenti”.
Il decreto 67/2020, a detta della segreteria Lavoro, “è riuscito a trovare un equilibrio tra la necessità delle aziende di contenere il costo del personale, la volontà di tutelare i posti di lavoro e, ove non possibile, la garanzia di un ammortizzatore adeguato, duraturo ed al contempo economicamente sostenibile”.
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