Roberto Ciavatta risponde a Vitali

Roberto Ciavatta risponde a Vitali

COMUNICATO STAMPA

Gentile Signor Vitali,

lasci intanto che la ringrazi per la pacatezza e l’obiettività con cui, nonostante la situazione che sta vivendo come ahimè tanti amici, colleghi e concittadini, si rivolge al sottoscritto con la lettera aperta cui rispondo.

La sua obiettività consapevole, molto distante dalla polemica di chi pare incolpare i medici e l’ISS della propria assenza di anticorpi, mi permette di ragionare con lei su possibili soluzioni.

Ci troviamo ora in una fase in cui molti concittadini quotidianamente vanno incontro alla guarigione, con conferma dei due tamponi negativi. Questa situazione ci rinfranca, perché oramai da settimane il numero di positivi è in netto calo e quasi nessun concittadino, pur positivo, necessita di ospedalizzazione.

Tuttavia, siamo anche in una fase in cui alcuni casi di isolamento domiciliare, e il suo è uno di questi, si prolungano nel tempo per via del fatto che i soggetti coinvolti non riescono a sviluppare anticorpi.

Le sue parole mi danno la possibilità di dare alcune indicazioni in merito, partendo dai tamponi che lei richiede vengano svolti prioritariamente e più frequentemente sulle persone che da tempo sono in quarantena.

Questa richiesta, mi lasci essere franco, non sarebbe di alcun ausilio. Se il tampone rimane positivo al quindicesimo giorno, significa che era positivo anche al settimo o al decimo. Non è il numero di tamponi svolti a determinare lo sviluppo degli anticorpi, e data l’assenza di cure, ad oggi rimane solo da attendere che tali anticorpi siano sviluppati dal soggetto che è in isolamento, cosa che dipende dalle sue difese immunitarie e da variabili che sfuggono, ahimè, alla statistica e alle diagnosi.

Per quanto riguarda la non evidenza della contagiosità, per chi pur essendo in isolamento da diverse settimane non riesce ad avere due tamponi negativi, è senz’altro vero come, purtroppo, è vero il contrario, ovvero che non vi è evidenza che non si sia contagiosi. Questa la ragione per cui non è possibile, come lei del resto giustamente rileva, permettere che chi si trova nelle sue condizioni possa andare a fare la spesa o si possa trovare a contatto con il resto della popolazione.

Comprendo però la necessità di poter prevedere delle “ore d’aria”, come lei dice, per garantire a lei, e a chi si trova nella sua stessa situazione, qualche momento di svago, fisico e psicologico, garantendo sicurezza per chi è positivo e per il resto della cittadinanza.

Cosa non facile, perché richiederà necessariamente un controllo continuo delle occasioni di contatto.

La ringrazio ancora, infine, per la sua disponibilità al dialogo, ben diversa da chi si ostina a cercare nemici, facendo del proprio caso uno scoop televisivo che dileggia il proprio paese, come se fosse San Marino, l’ISS o qualcuno in particolare a provocare l’assenza di sviluppo di anticorpi.

C’è chi fa di tutto per mettere in cattiva luce il proprio paese, e chi invece, come lei, cerca di proporre soluzioni. Per questo la ringrazio e cercherò di dare seguito alle sue richieste; infatti, attraverso la collaborazione con la Protezione Civile, si sta valutando l’individuazione di un parco verde “dedicato” alle persone positive, naturalmente con tutti i presidi del caso ed al relativo trasporto al/dal parco. Quanto prima seguiranno ulteriori notizie.

Grazie.

Il Segretario di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale

Roberto Ciavatta

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