Attiva-Mente: “L’interesse comune”

Attiva-Mente: “L’interesse comune”

Attiva-Mente: “L’interesse comune”

 

A coloro che operano a titolo volontario nel mondo della disabilità, alle associazioni e alle famiglie investite da situazioni di questa natura, l’assenza di un deciso percorso di unione e compattezza, negli anni, crediamo, abbia già ampiamente dimostrato quanto renda inadeguati e impotenti. La stessa Csd-Onu, la Commissione sammarinese per l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, suo malgrado, si sarà resa conto della propria debolezza. Vorremmo domandare a tutti loro, e chiediamo a noi stessi, se non sia proprio questa ripartenza “post Covid” il tempo di marciare più uniti. Quando le discriminazioni nascono da una matrice comune fatta di insensibilità, pregiudizi e intolleranze, quando si è parte di un gruppo marginalizzato non dovrebbero esistere esclusioni o gerarchie e non ci si dovrebbe limitare solo al proprio orticello. Per spostare gli equilibri, cambiare le cose, rivendicare ogni giorno pari attenzione e ascolto con ben altro impatto e forza contrattuale nei confronti di chi ha responsabilità dirigenziali e di governo, fondere le forze, per quanto possibile, è fondamentale. Non ha alcun senso procedere in ordine sparso quando l’interesse è comune, e in quest’ottica, elaborare un Documento unitario che contenga una serie di richieste per una ripartenza davvero inclusiva, ad esempio, sarebbe molto importante in questa fase.

Alla politica più in generale, invece, che in queste giornate sta discutendo i provvedimenti più idonei per il ritorno alla cosiddetta normalità, sperando che qualcuno legga queste riflessioni, ricordiamo quanto sia doveroso ascoltare anche le sollecitazioni degli ultimi e inserirle nell’agenda del dibattito parlamentare;  sembra di essere arrivati a un punto in cui dobbiamo ritenerci fortunati che ci siano ancora gli operatori dell’informazione a riservarci una qualche considerazione e fanno in modo che anche i cittadini possano essere portati a conoscenza dei nostri appelli. Il resto è pressoché totale indifferenza.

Lo stallo (per non dire l’involuzione) rispetto all’attuazione del paradigma e di quanto contenuto nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dalla Repubblica di San Marino 12 (dodici) anni fa, e lo sperimentare da così tanto tempo sulla nostra pelle come serpeggi ancora nei livelli istituzionali, un modello pronto a mettere regolarmente in secondo piano (per non dire da parte) diritti e dignità di questi cittadini e cittadine, ci obbliga a insistere nell’invocare il cambiamento culturale e di approccio su queste tematiche.

Il modello citato più sopra non nasce in questa legislatura, diversi interventi sono rimasti incompiuti o nell’oblio già da quella precedente: l’abbattimento delle barriere architettoniche e non solo, l’inclusione lavorativa, la Vita Indipendente, il Prontuario Nomenclatore (vero e proprio strumento di cittadinanza), l’Area Disabilità, ecc. Tutto è finito con un nulla di fatto. Vorremmo sottolineare che trattasi di questioni (si legga diritti) previste in Trattati Internazionali sottoscritti, e contenute in leggi e decreti approvati dal Consiglio Grande e Generale, a cui non si è data ancora alcuna concretezza.

Ora nel ruolo di governo c’è l’altra parte dell’universo politico ed è anche a costoro che ci rivolgiamo, con l’auspicio che vogliano cogliere l’occasione per distinguersi e arginare la lenta erosione delle tutele delle persone con disabilità e garantire realmente quelli che sono i loro diritti.

Pensiamo, in conclusione, che sia assolutamente necessario ripartire dall’emergenza facendo tesoro delle lezioni e delle carenze che essa ci ha dato e dimostrato.

Comprendiamo come l’attuale momento sia estremamente delicato per le note questioni legate alle pregresse gravi difficoltà finanziarie del nostro Paese, alla gestione dell’emergenza sanitaria e alle scelte che si dovranno intraprendere per ridare slancio alla ripresa economica e sociale, ma occorre ascoltare anche le istanze delle categorie più vulnerabili, assicurando pari opportunità a tutti, senza lasciare indietro nessuno e prediligendo al disinteresse, l’interesse su terreni di confronto che sono comuni a tutti, nessuno escluso.

 

Attiva-Mente 

 

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