Consiglio, resoconto pomeriggio 24 giugno 2020

Consiglio, resoconto pomeriggio 24 giugno 2020

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 23-24-25-26-29-30 GIUGNO E 1° LUGLIO 2020

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 GIUGNO 2020 POMERIGGIO

 

A tenere banco, nella seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale, è il Comma 4, relativo alle dimissioni del consigliere Filippo Tamagnini da membro della Commissione Consigliare per gli Affari di Giustizia (al suo posto Mariella Mularoni). Dimissioni che riaccendono il dibattito, andato in scena martedì sera, sul tema della giustizia. “Quello del consigliere Tamagnini non è un atto politico, ma è un atto che ha una valenza politica” dice Francesco Mussoni (Pdcs) secondo il quale si tratta di “un atto che non va drammatizzato ma sul quale dobbiamo discutere e riflettere”. Da parte di Vladimiro Selva (Libera) arriva l’invito a “sospendere questa decisione e dare mandato al presidente della Commissione di verificare con Tamagnini se c’è la possibilità che torni sui suoi passi”. “Il dibattito sulla giustizia è sconfinato fino a coinvolgere il Collegio Garante della costituzionalità delle norme – rimarca Iro Belluzzi (Npr) -, cosa che a mio avviso è accaduta troppo spesso”. “Se nella scorsa legislatura la politica fosse intervenuta adeguatamente per censurare quanto stava accadendo, richiamando tutti i giudici al rispetto della legalità e dei comportamenti, forse non saremmo al punto in cui siamo arrivati” è il parere di Gian Nicola Berti (Npr). Pasquale Valentini (Pdcs) rivolge un appello: “Se la Commissione Giustizia non troverà l’uanimità, non avrà le condizioni per modificare la situazione del tribunale e quindi potrà solo schierarsi con una parte o l’altra”. Luca Boschi (Libera) parla di “lacrime da coccodrillo” da parte della maggioranza. Nicola Renzi (Rf) chiede all’Aula di riflettere su “quale messaggio il consigliere Tamagnini ci sta inviando”, mentre per Giancarlo Venturini (Pdcs) non è giusto “voler strumentalizzare per fini politici la libera scelta di un consigliere”. Le dimissioni ad ogni modo “devono essere oggetto di una riflessione all’interno della nostra forza politica”.

Al Comma 6 vi è, in seconda lettura, la “Variazione del Bilancio dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2020”. “La grande sfida è invertire la tendenza che negli ultimi anni, in particolare nell’ISS, ha portato la spesa a lievitare” rimarca il Segretario di Stato Marco Gatti.  “Quando si parla di una Pa che non funziona – aggiunge – estendiamo tale discorso anche al persone che si dà da fare e ci consente di avere servizi efficienti. Però non c’è una eguale misura di trattamento a livello retributivo”. Anche questo, dice Gatti, è un tema “sul quale occorrerà intervenire”. A ciò si aggiunge l’articolo sullo spoil system: “quelle che sono realtà economiche pubbliche devono assolutamente essere l’espressione fiduciaria del Parlamento che viene eletto di volta in volta”. “Dobbiamo metterci i panni del leone” è l’appello di Francesco Mussoni (Pdcs), per il quale occorre “andare velocemente su una riforma delle pensioni intelligente. Noi oggi abbiamo il mandato di garantire equilibrio e sostenibilità del Paese”. Eva Guidi (Libera) analizza l’articolo 4, quello sullo spoil system. “Si rischiano di infragere gli spazi riservati alla dipendenza di enti ed aziende”. Poi avverte: “Non mettiamo sotto controllo della politica una parte delle aziene e degli enti”. Matteo Ciacci (Libera) propone che he “qualsiasi finanziamento estero sia organizzato su una linea di credito a cui accedere con l’autorizzazione del Consiglio: lo dobbiamo alle future generazioni”. Sul reperimento di risorse, secondo Andrea Zafferani (Rf), “ad oggi rimane come unica alternativa quella dei mercati internazionali. Non si reperiranno finanziamenti rapidi. Non saranno finanziamenti a lungo termine. E non sarà per nulla a basso costo”.

Comma 4

Francesco Mussoni (Pdcs): Quello del consigliere Tamagnini non è un atto politico, ma è un atto che ha una valenza politica. Ed è qui che vorrei cercare di riflettere ma senza esaspere i toni e tirare per la giacchetta lo stesso Tamagnini. La valutazione asciutta delle sue dimissioni deve essere integrata da me. Credo che nascano da una sua spiccata, marcata e giusta sensibilità istituzionale, da un suo profondo senso del rispetto istituzionale. Quello che dobbiamo mutuare da questo atteggiamento istituzionale è quello di cercare evidentemente una modalità sempre più proficua di confronto e di ricreare in qualche modo nei limiti del possibile quel clima di confronto e di serenità istituzionale. Un atto che non va drammatizzato ma sul quale dobbiamo discutere e riflettere. Mi farebbe piacere che questo atto servisse a tutti da riflessione.

Segretario di Stato Massimo Andrea Ugolini: Una persona molto precisa e puntuale e aderente a tutte le norme vigenti. Un approdo sicuro su tante decisioni che vengono assunte. Penso anche io che magari le decisioni assunte sulla tematica della giustizia possono da un certo punto di vista avere una ripercussione e far scaturire delle riflessioni.

Paolo Rondelli (Rete): Sono un po’ rammaricato di questa presa di posizione di Filippo Tamagnini che è un collega, lo conosco da parecchio tempo. Io credo che la candidata proposta per questa posizione – che ha l’appoggio mio e del mio Movimento – non sarà da meno, proprio perché è una persona esperta ed equilibrata che interviene nell’educazione dei ragazzi. Giusto rimarcare che il dibattito va sempre condotto con la pacatezza che il consigliere Tamagnini ci insegna.

Vladimiro Selva (Libera): Quello che vado a dire non ha nulla a che fare con il profilo di chi viene proposto alla sua sostituzione. I toni con cui si è sviluppato ieri il dibattito sulla giustizia dovrebbero portare a una ulteriore riflessione da parte del collega Tamagnini. Il dibattito sulla giustizia per troppi mesi ha assunto toni non adeguati al momento difficile. Credo sarebbe necessario da parte del partito in cui Tamagnani milita chiedere una ulteriore riflessione a lui. Sono convinto che ieri ci siano stati degli atteggiamenti diversi da parte dell’opposizione. Il mio invito è di sospendere questa decisione e dare se possibile mandato al presidente della Commissione di verificare con Tamagnini se c’è la possibilità che torni sui suoi passi.

Gerardo Giovagnoli (Npr): Probabilmente dobbiamo cambiare il modo di interfacciarci tra di noi e di individuare nel nemico politico una persona schierata sulle posizioni che si stanno esprimendo sul tribunale. Un grande lavoro va fatto per ristabilire neutralità ed equilibrio sulle posizioni che riguardano la giustizia. Rispetto assolutamente la decisione di Tamagnini, ma questo condensato di fatti ha determinato una non più sopportazione di uno stato di cose.

Nicola Renzi (Rf): Il gesto, nella sua continenza e discrezione, deve far riflettere tutta l’Aula, specialmente la sua forza politica, Bisogna pensare a quale messaggio il consigliere Tamagnini ci sta inviando.

Matteo Rossi (Npr): Il consigliere Tamagnini ha parlato delle sofferenze vissute nella passata legislatura per le forzature istituzionali. Alla luce di questo excursus e della tensione che ognuno di noi ha percepito approcciandosi a questo tema, credo che la politica abbia intrapreso una strada per riaffermare il proprio primato. Ieri l’Aula non era più un ring nel quale tirarsi addosso di tutto, ma per approfondire un problema del nostro Paese.

Eva Guidi (Libera): Tutti gli interventi che sono stati fatti a livello di ordinamento giudiziario sono stati portati avanti con un lungo confronto in quella commissione. Il Segretario Ugolini è intenzionato a proseguire e farne un luogo di dibattito. Ritengo quella di Tamagnini una grave perdita dal punto di vista delle competeneze e della conoscenza.

Iro Belluzzi (Npr): Sarebbe bello che le istituzioni così come sono state proposte rimanessero in piedi e continuassero a lavorare in maniera fattiva. Un giorno nuovo che nasce anche dal sacrificio a meno che Tamagnini non voglia tornare indietro. Il dibattito sulla giustizia è sconfinato fino a coinvolgere il Collegio Garante della costituzionalità delle norme. Troppo spesso questo è accaduto secondo me.

Alberto Giordano Spagni Reffi (Rete): Io credo che tutti noi dovremmo fare un passo indietro. Rivedere le proprie posizioni e capire che non tutte le tematiche in politica possono essere trattate allo stesso modo. Non possiamo trattare un tema politica legandolo a questioni non politiche. Cercare di abbassare i toni sulla giustizia perché riguarda tutti. Il clima di conflitto non porta positività e lede per ultimo il cittadino che va in tribunale.

Gian Nicola Berti (Npr): Viviamo una situazione particolare che ha due facce. Da un lato c’è la giustizia e dall’altra l’amministrazione della giustizia. L’opinione del presidente del Collegio Garante confligge con una serie di elementi. Il primo elemento è la legge. Abbiamo avuto modo di constatare che qualcuno è stato nel Collegio Garante per mesi. Anziché richiamare al rispetto della legge su tutti gli organi dello Stato, è stata fatta finta di niente. Se nella scorsa legislatura la politica fosse intervenuta adeguatamente per censurare quanto stava accadendo, richiamando tutti i giudici al rispetto della legalità e dei comportamenti, forse non saremmo al punto in cui siamo arrivati.

Pasquale Valentini (Pdcs): Io credo che il problema sia da ricondurre a quello che ieri anche il consigliere Berti ha detto quando ha parlato dell’intervento che il presidente Mattarella ha fatto alla scuola superiore di magistratura, rispondendo alle sollecitazioni di intervenire sul Csm. Non c’è stata ancora con convinzione una presa di distanza da questa possibilità di arbitrio. Il consigliere Berti ha detto che adesso il problema è nella componente non togata, cioè nella Commissione Giustizia. Se la Commissione Giustizia non troverà l’uannimità, non avrà le condizioni per modificare la situazione del tribunale e quindi potrà solo schierarsi con una parte o l’altra.

Luca Boschi (Libera): Da parte della maggioranza ho visto un po’ di lacrime di coccodrillo. Penso che non avesse approvato l’operato della ex maggioranza in Commissione Giustizia. Io penso che il consigliere Tamagnini potesse essere un componente di quella terza via auspicata qui in Aula che vuole raggiungere l’obiettivo di un tribunale moderno ed efficace in cui la gente non deve sperare di avere il giudice dalla propria parte.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Credo che ciò che è indubitabile è il fatto che si deve trovare ad un equilibrio per evitare quello che è accaduto. Ciò che è accaduto ha ripercussioni anche oggi. Non entro nel merito perché non credo di avere la struttura morale. Ma se quel clima nella Commissione è così difficile, forse qualcuno la domanda se la deve fare. L’auspicio è di lavorare bene e all’unanimità. Mi auguro diventi a breve realtà.

Giancarlo Venturini (Pdcs): Vorrei riprendere quello che è stato detto da alcuni colleghi prima di me. I componenti non togati di questa Commissione avranno un compito non facile per recuperare e ripristinare la parte di competenza della politica. Credo che non sia giusto da parte di alcuni consiglieri voler strumentalizzare per fini politici la libera scelta di un consigliere che ha deciso di lasciare un incarico. Dimissioni devono essere oggetto di una riflessione all’interno della nostra forza politica.

Nicola Renzi (Rf): Cerchiamo di non delegittimarci noi a vicenda. Questo è l’appello che mi sento di rivolgere all’Aula.

Luca Boschi (Libera): Lo stesso Mussoni ha detto che le dimissioni pur non essendo politiche hanno una implicazione politica. Auspichiamo di poter lavorare in maniera unanime come proposto dal consigliere Pasquale Valentini. Noi abbiamo solamente dato la nostra lettura alle parole degli esponenti della Dc. Non c’è nessuna strumentalizzazione, ma si vuole evidenziare che forse non tutti la pensate allo stesso modo.

Gian Nicola Berti (Npr): Qualora si ravvisi il mancato rispetto della legge, io credo che competa a chiunque fare osservazioni e richiamare al rispetto della legge stessa. Nessuno in questo Paese è al di sopra della legge. Evidentemente non credo che non sia un tema che non può essere toccato.

Comma 6 – Progetto di legge “Variazione del Bilancio dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2020” (II lettura)

Segretario di Stato Marco Gatti: Stiamo cercando di lavorare affinché il testo sia più chiaro possibile. Abbiamo preso in considerazione articoli che hanno differito le scadenze dettate dalla precedente legge di bilancio. Scadenze che non tenevano conto dell’emergenza Covid esplosa nel mese di marzo. Alcune scadenze addirittura sono termine. La spesa pubblica è concentrata su tre fattori: sanità, scuola e sicurezza del territorio. Sono i tre maggiori centri di costo in cui lo Stato impiega risorse ed è normale che sia così. La grande sfida è cambiare ed invertire la tendenza che negli ultimi anni, in particolare nell’ISS, ha portato la spesa a lievitare. Negli emendamenti che proporremo all’Aula c’è il fatto di partire da un punto fermo: la spesa effettiva che l’ISS ha contratto al 31 dicembre 2019. Non possiamo più permetterci l’appiattimento sui posti di lavoro. Quando si parla di una Pa che non funziona, lo estendiamo anche al persone che si dà da fare e ci consente di avere servizi efficienti. Però non c’è una eguale misura di trattamento a livello retributivo. Tema di assoluto dibattito è quello sullo spoil system. Quelle che sono realtà economiche pubbliche devono assolutamente essere l’espressione fiduciaria del Parlamento che viene eletto di volta in volta. Dal nostro punto di vista è una cosa che qualifica e dà la possibilità ai Governi di potersi assumere le responsabilità delle proprie scelte. Garantire liquidità al sistema e al mondo economico. Gli strumenti ci devono consentire di fare questo passaggio. Poi c’è contestualmente l’avvio di una fase che è quella delle riforme. Ci siamo presi degli impegni verso i cittadini. Dobbiamo rivedere tutto il sitema degli incetivi alle imprese.

Francesco Mussoni (Pdcs): Vorrei fare un ragionamento politico. Questo è un assestamento al bilancio che dice meno 40 milioni rispetto al consuntivo 2019. La prima analisi politica: questa è ancora una competenza compatibile e amministrativa del risultato del precedente Governo. Dobbiaamo lavorare a una serie di azioni sul Paese. A cominciare dal progetto Paese. Noi ce lo abbiamo. Cosa vuole la gente? Dobbiamo cominciare a mettere chiarezza a queste riforme anche difficili e dargli un orizzonte di sostenibilità. Le persone non hanno paura di fare sacrifici se sanno dove portano questi sacrifici. Se sanno come uscire dal tunnel del Paese. Dovremo fare ancora dei futuri assestamenti, ma sarà in questo ambito che dovremo esprimere questa volontà politica che gli elettori hanno dato alla maggioranza e al Governo. Ci sono articoli che chiaramente sono pesanti. Abbiamo indebitamento per 500 milioni di euro. La possibilità tecnica di organizzarlo. Vogliamo andare in una direzione di equità anche nel settore pubblio. Questo non vuol dire mandare a casa qualcuno, ma cambiare impostazione. Non si fa tutto subito. Ma lo si fa ragionando e avendo una visione del sistema. Anche le banche devono essere un fattore di rilancio. La riforma delle pensioni. Riesce a dare gambe a questo disegno Paese abbozzato se chiaramente facciamo una riforma delle pensioni. Oggi ci sono 4 pensionati e 2 contribuenti: dobbiamo andare velocemente su una riforma delle pensioni intelligente. Noi oggi abbiamo il mandato di garantire equilibrio e sostenibilità del Paese. Quando un Paese fa un debito di 500 milioni, deve cominciare a essere consapevole delle cose che ha ed avere chiara la situazione attuale. Non possiamo più ragionare sul fatto che certi settori non sono in discussione. Ragionare sulla sostenibilità del Paese negli anni. La gente non ci ha dato mandato per amministrare un Paese in una situazione idilliaca, ma di riorganizzare un Paese in una situazione difficile. Dobbiamo metterci i panni del leone.

Eva Guidi (Libera): No ad un finanziamento utilizzato per la spesa corrente. E’ urgente proporre una serie di riforme strutturali. In questo si inserisce l’intervento del consigliere Mussoni che sprona il Governo e la maggioranza a muoversi in questa direzione. La raccomandazione è quella di non adagiarsi. Quelli che attendono il Paese non sono passaggi semplici. Occorre tenere in considerazione quelli che sono gli ultimi. Fare riforme per sostenere settori anche avanti nel tempo. Lavorare in modo assiduo su quelli che sono progetti di riforma da presentare. Il prestito deve rispondere anche al mantenimento dell’autonomia del nostro Stato quindi ben venga la sua diversificazione. C’è poi un passaggio sull’articolo dello spoil system. L’articolo 4. Una cosa diversa è la defenestrazione. Si rischiano di infragere gli spazi riservati alla dipendenza di enti ed aziende. Seguiamo un criterio di efficienza economica e continuiamo a seguirlo nella nomina degli organismi. Bene le persone di fiducia nei ruoli apicali, ma attenzione ad adottare i criteri di autonomia ed efficienza economica per fare il bene dei bilanci e quindi dei cittadini. Ci sono molti sammarinesi preparati in questo senso. Non mettiamo sotto controllo della politica una parte delle aziene e degli enti. Pare essere questa l’intenzione con l’articolo 4.

Matteo Ciacci (Libera): Per affrontare la sfida dell’emergenza occorre essere onesti con noi stessi. I soldi che troverete appartengono alle nuove generazioni. Segretario Tonnini, si era preso l’impegno di fare un incontro con le forze di opposizione prima dell’assestamento di bilancio, ma l’impegno non è stato mantenuto. Oggi ci troviamo a discutere dell’assestamento, ma non abbiamo riscontri di confronto sulle scelte del Governo. A proposito di trasparenza. In questo momento non è possibile disperdere o buttare via un euro rispetto a quello che voi andrete a ricercare. Per questo che non si può investire in spesa corrente, non si possono buttare soldi nel sistema bancario, ma chiediamo che qualsiasi finanziamento estero sia organizzato su una linea di credito a cui accedere con l’autorizzazione del Consiglio: lo dobbiamo alle future generazioni. Avevate lo slogan: no Ue, no FMI. E invece? Chiaramente nei momenti di difficoltà si ricerca no lo slogan da campagna elettorale ma soluzioni realistiche che devono essere percorse con realismo e trasparenza. Cosa ne pensa Rete del Fondo Monetario internazionale? Cosa ne pensa Domani Motus Liberi dell’accordo di associazione? La modalità di fare opposizione può essere strumentale oppure di buon senso. Noi vorremmo cercare di essere coinvolti e dare il nostro contributo. Fate chiarezza e coinvolgete il Paese.

Andrea Zafferani (Rf): Se prima il debito era importante per ricapitalizzare il sistema bancario, oggi è diventato ulteriormente fondamentale per dare capacità di riprendersi al nostro sistema economico che uscirà devastato dalla crisi Covid. Crisi che sarà sopratutto nei prossimi mesi per mancanza di lavoro che si tradurrà in chiusure e licenziamenti. Abbiamo spinto perché questo finanziamento arrivasse rapidamente. Bisognava rifuggire dalla politica dei tagli portata avanti dal Governo. Siamo l’unico Stato al mondo che ha pensato di far fronte alla crisi senza immettere un euro nel sistema. Facile prevedere che il deficit strutturale di 40 milioni aumenti in maniera molto signficativa. Se il debito dovrà andare a finanziare il deficit strutturale, rischiamo di avviarci verso una spirale preoccupante. Avremo dall’anno prossimo un deficit molto elevato perché vogliamo finanziarlo con il debito. Non ho sentito proposte per rimettere in avanzo il nostro bilancio. Avevamo raccomandato di esplorare tutti i canali con la medesima volontà per quanto riguarda il tema del finanziamento. Sapere muovere i canali diplomatici e non per recepire un finanziamento dotato di tali caratteristiche: velocità, lungo termine e basso costo. Il Governo non ci ha ascoltato. Ad oggi rimane come unica alternativa quella dei mercati internazionali. Non si reperiranno finanziamenti rapidi. Non saranno finanziamenti a lungo termine. E non sarà per nulla a basto costo. Senza una quota capitale, sono 85 milioni euro all’anno di correzione di bilancio. Dove pensate di trovarli? Tra tagli agli stipendi e tagli alle pensioni ne abbiamo reperiti 5. Questo è il tema: la sostenibilità. Il fondo di solidarietà che avete creato va alimentato con più di 100 milioni. Abbiamo proposto a una spinta sul partneriato pubblico-privato sulla realizzazione di opere pubbliche: una forma di finanziamento regolamentata in un momento di difficoltà di bilancio. Libertà per le imprese: la possibilità di assumere le risorse ritenute più opportune. Più facile accesso al credito. Contributi a fondo perduto che possa compensare parte della perdita di fatturato e permetta al numero maggiore di riuscire a rimanere sul mercato. Abbiamo proposto di destinare risorse al turismo. Riduzione del cuneo fiscale sul lavoro.

Segretario di Stato Andrea Belluzzi: Io voglio solo fare una considerazione su quanto è stato detto. La situazione che il Governo ha ereditato non era delle più rosee. Il bilancio lo ha fatto la maggioranza uscente e i numeri non erano affatto positivi. Questo come è stato detto è il primo atto politico ordinario di ripartenza. Bisogna affrontare un tema drammatico e difficile, quello della forte crisi di liquidità del bilancio pubbico. Ci sono temi importanti come l’Iva e le pensioni, la semplificazione del quadro Paese in modo che sia più attraente in modo che sia più facile fare impesa in maniera anche ordinato. Due temi sono stati toccati  nel dibattito. Sanità e istruzione indicate come fonte di spesa. A livello politico non sono spese ma due grandissimi investimenti. Il mondo dell’istruzione deve aumentare la sua contaminazione con il mondo dell’economia. Nuovi strumenti per consentire a quel mondo di autofinanziarsi e fare maggiore sistema e attrarre nuove risorse e creare sviluppo. Fare in modo che gli studenti non residenti possano diventare imprenditori  o professionisti portando e generando nuova ricchezza. C’è un articolo che vedremo nel corso della lettura degli emendamenti. E’ un passaggio politico storico. Si parla della collaborazione tra autorità bancaria sammarinese e autorità estere. Passaggio fondamentale: come Paese dobbiamo iniziare un percorso diverso.

 

San Marino News Agency

 

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