San Marino. Prestiti alle imprese, procedimento “lento e macchinoso”

San Marino. Prestiti alle imprese, procedimento “lento e macchinoso”

“Prestiti alle imprese garantiti dallo Stato, lento e macchinoso il procedimento”

Complesso districarsi nelle maglie del decreto 63 e relativo regolamento

Gli sforzi degli ultimi anni per cercare di sburocratizzare San Marino si sono miseramente arenati di fronte all’emer- genza Covid-19. A un Paese immobilizzato e messo in ginocchio da un evento finora immaginato solo in qualche brutto film di fantascienza, il Governo purtroppo ha risposto con le parole, ma non coi fatti. Decine di imprenditori si sono trovati dall’oggi al domani a fare i conti con attività ferme, ma dovendo far fronte ugual- mente a una serie di spese che vanno dagli affitti ai pagamenti ai fornitori, dagli stipendi al pagamento delle utenze… E’ ovvio che, ben presto, molte uscite e nessuna entrata si sono trasformate, per tanti imprenditori, in una drammatica crisi di liquidità.

Come anche nella vicina Italia il Governo ha quindi pensato a una serie di provvedimenti per venire incontro alle esigenze di queste imprese, costrette altrimenti a scelte radicali, che potrebbero andare dal licenziamento dei dipendenti fino addirittura alla chiusura. Il Decreto – Legge n. 63 del 21 aprile dopo una serie di provvedimenti come la proroga della presentazione della Dichiarazione dei Redditi al 31 agosto, la Deduzione fiscale per aumento del capitale sociale e la possibilità di effettuare i saldi in ogni periodo dell’anno (norma poi rimangiata e infine reintrodotta), al Capo IV si occupa proprio di “Misure a sostegno della liquidità”, sia per i nuclei famigliari che, all’art. 20, per gli operatori economici. Nel dettaglio l’Eccellentissima Camera si fa garante dei “finanziamenti concessi da istituzioni finanziarie e da altri soggetti abilitati all’esercizio del credito” per un finanziamento massimo di 500.000 € “destinato a sostenere costi del personale, investimenti o in attività imprenditoriali”.

Viene anche indicato il tasso di interesse applicato dall’istituto di credito: “non può essere maggiore al tasso di interesse pari all’euribor a sei mesi maggiorato di due punti e comunque non inferiore al 2%”.

Un Decreto che ovviamente è stato accolto con favore e speranza da tutti gli operatori economici, che si sono diligentemente messi a studiare il Regolamento dell’11 maggio 2020 in cui veniva indicato come procedere per ottenere il finanziamento previsto dal Decreto 63. Al comma 2 dell’art. 13 si spiega che “l’operatore economico, titolare o rappresentante legale dell’impresa richiedente” deve presentare “all’Istituto finanziatore, la richiesta di finanziamento nella quale deve dichiarare la sussistenza delle condizioni di cui al comma 2 del citato articolo 20”. E qui inizia la lunga e tortuosa strada della richiesta del finanziamento.

Infatti, una volta esaminata la richiesta di finanziamento, in caso di esito positivo “l’Istituto finanziatore trasmette alla Segreteria di Stato per le Finanze ed il Bilancio la domanda corredata da tutta la documentazione presentata dal richiedente”. Ricevuta la richiesta dall’Istituto finanziatore, la Segreteria di Stato per le Finanze, tramite il Dipartimento Finanze e Bilancio, richiede le informazioni necessarie al rilascio della garanzia dell’Ecc.ma Camera, dopo di che comunica all’Istituto finanziatore l’esito delle verifiche effettuate. A questo punto l’Istituto finanziatore “trasmette la delibera di concessione del finanziamento alla Segreteria di Stato per le Finanze ed il Bilancio, la quale sottopone al Congresso di Stato la deliberazione per il rilascio della garanzia dell’Ecc.ma Camera”.

Seguono poi le varie clausole inerenti per esempio il mancato rimborso da parte del richiedente di 7 rate consecutive ecc… clausole del resto al momento inutili visto che pochissimi ad oggi sono riusciti ad accedere al famoso finanziamento! “Quello che stiamo chiedendo da mesi: un sostegno economico, perchè non abbiamo più liquidità. Tutti abbiamo chiesto dei prestiti, che però non arrivano. Per esempio c’è il prestito previsto nel Decreto 63, dove c’è una parte garantita dallo Stato, ma non facciamo altro che presentare documenti per non vedere arrivare niente…” questo è quanto ha dichiarato qualche settimana fa al nostro giornale Luigi Sartini, Presidente dell’Usot. Affermazione confermata purtroppo da tanti altri imprenditori delle più svariate categorie economiche. Un sacco di documenti presentati, gioco di rimpalli tra banche e Governo, per non vedere arrivare nulla.

Amaro lo sfogo di un altro imprenditore sul suo profilo Facebook: “Quando qualcuno ti chiede come faremo ad andare avanti senza un aiuto concreto dalle istituzioni, cosa puoi rispondere? Molti colleghi di lavoro, e noi compresi, stiamo attendendo un finanziamento dalle banche con garanzia statale e nostra ma che purtroppo non arriva. Oltretutto non è a fondo perduto ma li dovremo restituire con gli interessi. Cosa facciamo?? Oramai abbiamo finito le scuse verso chi deve avere i soldi di forniture precedenti e che oramai si è stancato, dobbiamo anticipare la cassa integrazione ai dipendenti… e ancora nulla all’orizzonte! Diteci almeno in che periodo potremo avere questo aiuto che è essenziale per avere un po’ di liquidità, altrimenti ci spegneremo come un fiammifero…

Parole estremamente eloquenti, che crediamo molti altri operatori economici potrebbero far loro, e a cui non si può certo rispondere coi “Titani”.

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