San Marino. Conto Mazzini, partito l’appello

San Marino. Conto Mazzini, partito l’appello

Conto Mazzini, Roberti chiede di essere sentito per via telematica

Partito l’appello del processo che vede tra gli imputati 8 ex segretari di stato e 5 ex Reggenti

Antonio Fabbri

“Siamo nel teatro Concordia, anche se non credo che questo sarà il luogo della concordia. Anzi, penso che non dovrà esserlo, come è normale, e quindi sarà il luogo del confronto, della diatriba e anche del conflitto, dialettico si intende”. Così il Giudice Francesco Caprioli ha aperto la prima udienza di appello del “Conto Mazzini”, cercando di stemperare il clima di un processo “dai nervi scoperti”, lo ha definito l’avvocato Simone Menghini. “Concordia – ha aggiunto il giudice Caprioli – evoca anche un naufragio, spero di non essere io fare naufragare questo processo”, ha detto sorridendo. Poi si è entrati nel vivo di questa prima udienza di appello che potrebbe essere definita “di smistamento”, dato che è servita principalmente per organizzare il calendario delle udienze e concordare su come procedere. 

Nessun imputato presente e nessun cittadino ad assistere Nessuno degli imputati appellanti era presente. Quasi tutti hanno rinunciato a comparire a questa prima udienza, “fermo restando il diritto di ciascuno – ha specificato il giudice – a rendere dichiarazioni o a farsi interrogare qualora lo richiedano”.Nessun cittadino presente, diversamente dal primo grado quando alla prima udienza al Kursaal avevano preso parte diverse persone, nonostante il processo sia pubblico.

La richiesta di Roberti di audizione da remoto Ha fatto subito discutere, con anche qualche scintilla tra i legali, l’istanza avanzata dalla difesa di Giuseppe Roberti, considerato uno dei principali imputati del processo e condannato in primo grado a 9 anni. Gli avvocati Rossano Fabbri e Alessandro Petrillo hanno chiesto, infatti, che Roberti potesse essere ascoltato in collegamentomtelematico da remoto. “Teme per la sua libertà e teme che varcando il confine gli possa essere tolta, oltre ad avere giurato a se stesso che mai rimetterà piede nella Repubblica di San Marino”, ha riferito il suo avvocato, sostenendo che da più “voci” è arrivata l’informazione di un provvedimento cautelare, che tuttavia non risulta agli atti.

“Se non ci sono cautelari pendenti questo è un problema di Roberti. Non ci sono legittimi impedimenti, quindi la possibilità di partecipare ce l’ha già”, ha rilevato l’avvocato di parte civile per conto dell’Eccellentissima Camera, Alessandro Monteleone. Hanno ribattuto gli avvocati di Roberti, in particolare l’avvocato Fabbri il quale ha sostentuto che la parte civile su questa tioplogia di istanze “non dovrebbe intervenire”. “Lei pensi a difendere il suo assistito che a fare il mio lavoro di parte civile ci penso io”, ha ribattuto l’avvocato Monteleone.

Scintille da subito, insomma. Quindi l’avvocato Petrillo ,che ha aggiunto come Roberti potrebbe anche presenziare al processo purché garantito da una sorta di “salvacondotto” che ne preservi la libertà personale, ha aggiunto: “Senza sentire Roberti sarebbe un processo che violerebbe i diritti, dato che non  è stato mai ascoltato in questo procedimento”.

Va detto che Roberti venne in realtà sentito per rogatoria il 10 luglio 2014 presso la procura di Rimini, in una audizione alla quale parteciparono i Commissari della legge Buriani e Morsiani. In quell’occasione rilasciò una memoria scritta e alcune dichiarazioni all’Ansa all’uscita. Altra dichiarazione scritta venne letta dai suoi avvocati nelle fasi finali del processo di primo grado. Comunque, sul punto dell’audizione telematica, è intervenuta anche la Procura fiscale, in aula rappresentata da entrambi i titolari dell’ufficio. Roberto Cesarini e Giorgia Ugolini. Il Pf ritenendo di interesse un eventuale audizione di Roberti ha anche richiamato alcune sentenze della Cedu relative alla partecipazione degli imputati al processo ed ha affermato di non opporsi alla possibilità di audizione per via telematica.

Anche l’avvocato Maria Antonietta Pari ha chiesto a quel punto la medesima possiblilità di intervenire in videoconferenza per il suo assistito, Gianluca Bruscoli. A quel punto si è aperto un confronto tra gli avvocati per capire se Roberti dovesse eventualmente intervenire prima o dopo le conclusioni delle parti. C’è stata sostanziale convergenza che l’eventuale intervento di Roberti debba avvenire prima delle conclusioni, considerato che se dovessero emergere novità che necessitino di supplemento di istruttoria o situazioni che tirino in ballo altri coimputati, ci debba essere la possibilità per procedere con integrazioni o eventuali repliche di altri appellanti. Sull’audizione, comunque, il giudice Caprioli si è riservato di decidere.

Il calendario delle udienze Altro scoglio si è rivelato il calendario delle udienze. Il Giudice Caprioli, che aveva preliminarmente chiesto agli avvocati quali disponibilità o impedimenti avessero per il mese di settembre, ha stilato un calendario di massima che ieri ha sottoposto alle parti. Intento del giudice era quello di concludere le udienze nel mese si settembre. Il giudice aveva calendarizzato, infatti, 11 udienze, prevedendone circa una per ciascuna posizione e puntando alla economicità e celerità del processo. La proposta ha però scatenato perplessità e contrarietà tra i legali che hanno chiesto un calendario più diluito, ipotizzando anche possibili intoppi dovuti ad eventuali eccezioni di costituzionalità o pregiudiziali, necessità di integrazioni istruttorie e altre possibili vicissitudini processuali.

Lo stralcio della posizione di Baruca Alla fine del confronto il calendario è rimasto, pur con i distinguo del caso sulle possibili evoluzioni del processo. Insomma, al momento di sicuro c’è l’udienza fissata per il 7 settembre prossimo. In quella sede il giudice Caprioli oltre all’atto introduttivo del processo, deciderà anche sull’ammissibilità dell’audizione da remoto di Roberti e Bruscoli e deciderà anche sulla istanza, avanzata dall’avvocato di Bilijana Baruca, Stefano Pagliai, che ha chiesto lo stralcio della posizione della sua assistita, come avvenuto già in altro procedimento, per motivi di salute. Allo stralcio non si sono opposti gli altri appellanti e neppure la parte civile e la Procura fiscale, considerato che la posizione di Baruca non rientra tra quelle per le quali è contestato il reato associativo. Prossima udienza, dunque, il 7 settembre.

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