Rete sbigottita dall’opposizione

Rete sbigottita dall’opposizione

Leggiamo con sbigottimento le esternazioni diffamatorie di esponenti di opposizione in esito alle vicende riguardanti il procedimento penale a carico di Roberto Ciavatta e Emanuele Santi, che si è aperto nella giornata di ieri.

Chi guidava il Governo della scorsa Legislatura non dice che tali denunce potessero essere state, al tempo, suggestionate da motivazioni politiche. Non siamo noi a spingerci in tali gravi affermazioni, ma crediamo siano invece essi stessi, capaci di giungere a tanto, a confermare una visione della giustizia e del potere al servizio di qualcuno.
Solo come promemoria: chi ha denunciato Santi e Ciavatta sedeva nel CDA di Banca Centrale quando questa usava 40 milioni dei contribuenti per comprare titoli dalla banca CIS (ora messa in risoluzione) riconducibili a Francesco Confuorti. Dopo pochi mesi lo stesso denunciante passava da BCSM alla Presidenza di Cassa di Risparmio, proprio quando si rinunciava a pretendere che banca CIS ripagasse il suo debito di 13,5 milioni. Tonnini, Santi e Ciavatta erano e continuano ad essere colpevoli di avere tentato di bloccare questo stato di cose, e mentre il Governo precedente (Celli, Zafferani, Renzi, ecc.) dava mandato all’Avvocatura di Stato di setacciare ogni comunicazione del Movimento RETE, e la stessa Cassa di Risparmio deliberava internamente di fare la stessa azione di polizia sempre contro RETE, Francesco Confuorti denunciava Elena Tonnini in Lussemburgo, e a San Marino Cassa di Risparmio denunciava Santi e Ciavatta.
Certamente casualità.
Che i paladini di RF giungano a ritenere che il nuovo consiglio di amministrazione di Cassa di Risparmio sia stato nominato ad hoc per “evitare un processo!”, esprimendo apprezzamenti gravissimi nei confronti dei consiglieri appena nominati, significa non capire che questo CDA dovrà perseguire l’obiettivo di rimettere in sesto, nell’interesse dei sammarinesi, una banca abbandonata a sé: RETE vigilerà come sempre su questo, per tutelare i soldi della gente anche a costo di alzare la voce e di prendersi altre denunce pretestuose da chi usa le denunce come arma di intimidazione politica. Ciavatta e Santi non hanno nessuna intenzione di mescolarsi in affari e decisioni che non competono loro, rilevano solo che, ad esempio, Cassa avrebbe dovuto spendere soldi pubblici per risarcire Elena Tonnini, assolta con formula piena, se Cassa avesse concesso la tutela legale. Compito di una banca (ma anche di un’azienda o anche dello Stato, come confermano i recenti provvedimenti in autotutela con ritiro di ricorsi da parte dell’ISS) è anche valutare se procedere con una causa comporta una spesa o ci sono margini per ottenere un utile.  
Ciavatta e Santi continueranno a presenziare a testa alta in un processo politico e mediatico, perché il processo continua nonostante le false affermazioni di RF. L’unico assente era proprio il denunciante Fabio Zanotti, e crediamo che RF dovrebbe chiedere a lui le ragioni di questa sua assenza.
Che RF avrebbe usato questi procedimenti per farne una battaglia politica era prevedibile, data la morbosità con cui si occupa di RETE e della Magistratura: ogni loro insinuazione è per noi motivo di certezza di continuare ad essere sulla strada giusta.
Rimane il fatto che il processo prosegue, che è stato il giudice a posticipare in autunno, che Santi e Ciavatta hanno dato disponibilità per presenziare in qualsiasi momento, che il denunciante (nominato allora da RF) non si è presentato al dibattimento, che RF continua a volere fare politica, se così si può chiamare, sulle vicende di giustizia.
Brutta fine per chi un tempo ha anche avuto tra le sue file persone rispettabili.
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