San Marino. Lo scandalo delle mani sul tribunale si sta per compiere. “Terra da ceci”

San Marino. Lo scandalo delle mani sul tribunale si sta per compiere. “Terra da ceci”

Lo scandalo delle mani sul tribunale si sta per compiere. Tra assalto alla Dirigenza e interpretazioni retroattive Pdcs, Rete, Npr e Motus pronti a fare “terra da ceci” sulla giustizia

L’ora X scatterà lunedì, giorno in cui è fissata la riunione del Consiglio Giudiziario Plenario.

Antonio Fabbri

Ricomposta dopo il Covid la compagine dei soldatini di maggioranza facenti parte della Commissione affari di giustizia, defenestrato e sostituito con delle pseudo dimissioni quel poco di dissenso interno, si tira dritto con la forza dei numeri, contando anche sul lavoro di pressione che pare avere piegato anche la spina dorsale di qualche togato. Così lunedì nella lunga seduta la maggioranza conta di avere tutto il tempo per cacciare il Dirigente del Tribunale, Giovanni Guzzetta. Un vero e proprio assalto alla Dirigenza, mutuato e voluto anche da qualcuno che sta fuori il Consiglio Giudiziario, ma che sarà puntualmente eseguito, salvo sussulti di orgoglio e di buon senso, da parte di chi ci sta dentro.

I segnali sul terreno giudiziario sono stati plurimi. Dal ritiro delle querele, alle ricusazioni a raffica, agli attacchi agli organi togati. Il tutto nel pressoché totale silenzio di quei consiglieri di maggioranza, indifferenti e succubi agli effetti devastanti che avranno le politiche del gruppetto che tira le fila contro la Giustizia per assoggettarla ai desiderata politici e di determinate lobbies.

Intanto da fuori, dall’Italia, guardano con forte biasimo l’applicazione di leggi retroattive, gli insulti e gli attacchi a stimati professionisti d’oltre confine che sul Titano prestano la loro opera. Ma a San Marino alla maggioranza non importa nulla. Anzi, al di là del fastidio contingente per delle richieste di chiarimento scomode come quelle della Senatrice Stefania Craxi, si procede a testa bassa verso l’obiettivo: fare “terra da ceci” in tribunale, sulla scorta di quanto preconizzato da Gabriele Gatti. Una destrutturazione e distruzione del tribunale, un disegno di cui si è vista la sfacciata attuazione fin dal primo minuto della legislatura, anche in periodo di Covid-19.

Ecco allora che, dopo aver già messo addirittura a tacere i giudici impedendo loro di adottare una propria determinazione in Consiglio giudiziario ordinario, nel Plenario di lunedì si suonerà il de profundis della separazione dei poteri, della giustizia, dell’indipendenza e dell’imparzialità del tribunale.

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