San Marino. Giustizia, la maggioranza prova a metterci una pezza

San Marino. Giustizia, la maggioranza prova a metterci una pezza

È proseguito anche ieri in Consiglio il dibattito sul tema della giustizia dopo la lettera inviata da una maggioranza dei magistrati al Consiglio d’Europa.

In Aula, spiega San Marino News Agency nel proprio report sui lavori consiliari di ieri al Centro congressi Kursaal, non si è placato lo scontro tra maggioranza e opposizione.

Il segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta, ha invocato “il rispetto” delle istituzioni, a cominciare dalla Reggenza: “Nel 2018 il governo aveva deliberato di mettere sotto osservazione, stile Gestapo, tutti i testi, le comunicazioni e le serate del movimento Rete. Ogni nostra parola era setacciata. Noi eravamo sul banco degli imputati perché fieramente ci siamo scontrati contro chi usa questo Paese per motivi personali”.

Alcune affermazioni, ha aggiunto Giancarlo Venturini (Pdcs), “hanno il senso di una minaccia e di una dichiarazione di guerra a San Marinorimozione del magistrato dirigente”.

Iro Belluzzi (Npr), invece, ha spiegato il motivo che l’ha portato ad esprimere voto contrario nel Consiglio giudiziario plenario: “Nel Consiglio giudiziario si è cercata di dare la piena attuazione della legge, cosa che non era stata concordata all’interno del Parlamento. Non sarebbe stato il caso, invece di farsi scavalcare da una parte del Tribunale, muoversi di moto proprio, che la politica andasse a verificare la costituzionalità di quella norma?”. Quindi ha chiesto di creare “le condizioni perché si possa avere la lettura completa di quello che è accaduto”.

Critica è stata la posizione di Maria Katia Savoretti (Rf): “Oggi è chiaro che la legge 1/2020 avrebbe avuto effetti retroattivi perché quello era lo scopo che si voleva raggiungere. Una legge non applicata dai giudici, ma dai politici con l’obiettivo forse di cacciare qualche giudice scomodo, anziché mettere mano a una giustizia che non funziona come dovrebbe”.

“Il mio esposto non lo avete visto sulla stampa”, ha rimarcato il segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, rivendicando l’azione compiuta nel 2017 sempre nei riguardi del Consiglio d’Europa.

“Cosa avrebbe dovuto fare la politica di fronte a una maggioranza dei magistrati che si è espressa in maniera chiara di fronte a fatti tanto gravi?”, ha domandato Andrea Zafferani (Rf) tornando sulla rimozione dell’ex magistrato dirigente.

Infine, in Consiglio sono stati presentati due ordini del giorno: uno da parte della maggioranza (approvato)l’altro, invece, da parte di Rf (respinto). Con il primo viene dato mandato al Congresso di Stato di integrare il fascicolo già presentato al Consiglio d’Europa nel 2018 con l’aggiunta di nuovi fatti ritenuti “illegittimi”, inclusa quindi la rimozione del magistrato dirigente. Il documento del partito di opposizione chiedeva invece di “posticipare la convocazione del Consiglio giudiziario plenario in attesa del Consiglio giudiziario ordinarioattendere i responsi del Consiglio d’Europa prima di proseguire con atti e deliberazionifavorire nuovi momenti di confronto e dialogo fra poteri legislativo e giudiziario”.

Leggi il testo integrale del report sui lavori consiliari di ieri

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