Quattro studenti dell’Ateneo di San Marino vincono una call post Covid-19

Quattro studenti dell’Ateneo di San Marino vincono una call post Covid-19

Un progetto imprenditoriale, realizzato da quattro studenti del corso di laurea in Design dell’Università di San Marino, ha vinto una call nazionale per contribuire in modo etico al post coronavirus.

Lo comunica l’Università degli studi della Repubblica di San Marino, spiegando in una nota che “dei progetti presentati, 78 fra storie e idee elaborate, ne sono stati selezionati tre che si aggiudicheranno un percorso di incubazione per l’accompagnamento e lo sviluppo imprenditoriale” alla “Open Call Alternative” lanciata da Primo Miglio, acceleratore di startup responsabili con sede a Rimini, insieme a Figli del Mondo, associazione leader della responsabilità sociale d’impresa.

Nel dettaglio, “la proposta dei quattro studenti dell’Ateneo sammarinese, curata con il coordinamento della docente Karen Venturini nell’ambito del corso Valutazione Economica dei Progetti e dei Prodotti, prevede un kit intimo per l’igiene personale dedicato alle donne senza fissa dimora“.

“In Italia rappresentano il 14,3% delle persone” che affrontano questa situazione, si legge nel progetto presentato da Eleonora Lazzari, Enrico Giunchedi, Alex Giuliano e Martina Montemaggi. “Si tratta di donne con un’età media di circa 45 anni, che vivono la condizione di senza dimora mediamente da 2,7 anni”. Per loro il gruppo, sottolinea l’Ateneo sammarinese, “ha ideato un kit intimo che garantisce una corretta igiene anche in situazioni di difficoltà: all’interno si trovano prodotti come assorbenti esterni usa e getta, salviettine intime e slip“.

Il progetto, chiamato “Kit – Keep it together”, è stato selezionato “per l’elevato grado di innovatività e frugalità poiché risponde a un bisogno di igiene personale con una soluzione semplice e ad alto tasso di efficienza, generando un impatto sociale positivo”, hanno commentato gli organizzatori della call nei risultati pubblicati online il 17 luglio scorso.

Al kit per donne senza fissa dimora se ne affiancano altri due: il primo è rivolto alle donne in viaggio, l’altro alle donne di alcune realtà orientali, a volte “vittime di pregiudizi e superstizioni che le tengono lontane dalla scuola e dalla società durante il ciclo”, si legge ancora nel testo di presentazione del progetto. “Il nostro obiettivo è mettere le donne a proprio agio e cercare di dimostrare alla società che le mestruazioni sono naturali e rendono la donna sana, non diversa. Infatti con il nostro kit uscirà una campagna di sensibilizzazione fatta di manifesti che ricopriranno la città, pagine sui social e sito web per cercare di sconfiggere questi taboo e la vergogna che si nasconde dentro a tantissime ragazze in tutto il mondo”.

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