Sanca Centrale San Marino: da quasi 3 anni senza direttore. Mistero sui rapporti Bankitalia

Sanca Centrale San Marino: da quasi 3 anni senza direttore. Mistero sui rapporti Bankitalia

Bcsm senza direttore da quasi tre anni e mistero sui rapporti Bankitalia

Da quasi tre anni, la cacciata di Savorelli risale all’agosto 2017, Banca Centrale è senza direttore. C’è un vice direttore facente funzioni di direttore generale, Giuseppe Ucci, designato dagli attuali vertici. Inoltre non si sa che rapporti Bcsm abbia ad oggi con Banca d’Italia, e, nonostante la politica sostenga che siano buoni, di risultati non se ne vedono. Manca il famigerato Memorandum che miracolosamente si sarebbe dovuto materializzare in poche settimane dopo l’avvento della presidente Catia Tomasetti al vertice di via del Voltone. Presidente che non si sa quante volte a settimana sia in sede a San Marino, e non si può sapere per “questioni di privacy”. La disarmante quanto ridicola risposta è stata data dal governo a una interpellanza di Repubblica futura

“La risposta del governo è stata stupefacente nel contenuto e preoccupante in alcuni passaggi, considerando il momento complesso che sta attraversando il settore finanziario”, ha rilevato nell’ultimo Consiglio Miriam Farinelli, consigliere di Rf. “Come è noto Banca Centrale non ha un Direttore Generale – come previsto nello statuto – e tale condizione di precarietà va avanti da un bel po’ di tempo senza che Banca Centrale abbia provveduto alla nomina. Viene riferito che BCSM ha avviato in ritardo le procedure di reclutamento del Direttore Generale, per l’emergenza COVID 19. Chi di dovere non poteva occuparsi della questione anche durante l’emergenza e provvedere alla nomina a emergenza finita? Il fatto più grave è che il Consiglio Grande e Generale deve esprimere il proprio gradimento sul Direttore Generale e, finché c’è la figura di un “facente funzioni”, il Consiglio viene esautorato da questo compito”. Va detto che il facente funzioni è stato nominato nell’ottobre 2018 e l’emergenza covid è scoppiata a marzo 2020. A volerci pensare in ottemperanza allo statuto ci sarebbe stato un anno e tre mesi, anche senza emergenza.

“Il Governo è molto fumoso sui tempi in cui avverrà la nomina – prosegue Farinelli – L’interpellanza chiedeva alcuni dati sui quali la risposta (poco rispettosa) ha sorvolato perché essi non sarebbero indicativi del reale lavoro svolto. Credo che le conclusioni debbano essere dei consiglieri che chiedono e non del governo o di una Banca Centrale che si autogiudica e segreta le informazioni dovute”. Ed ecco la risibile risposta sulla privacy. “Per un Direttore generale che non c’è, c’è un Presidente la cui presenza effettiva in Banca Centrale è un mistero protetto dalla privacy. Alla richiesta dell’interpellanza per una informazione legittima sulla partecipazione effettiva del Presidente alle attività di un ente pubblico in cui lo Stato ha la maggioranza, si oppone il segreto. Anche la presenza dei presidenti delle aziende pubbliche alle riunioni dei consigli di amministrazione sono coperte dal segreto di Stato? Tutto questo è ridicolo.

Non sappiamo se il presidente abbia impegni pressanti all’estero, ricordiamo che l’ente di cui ha la legale rappresentanza è a San Marino e avere Banca Centrale con un Direttore Facente funzione e un Presidente fuori sede non è il massimo, considerando la prossima emissione obbligazionaria estera, i prossimi certificati di deposito, la scadenza delle obbligazioni Carisp–Asset, la nuova missione di Banca Nazionale Sammarinese, le relazioni con il Fondo Monetario Internazionale. Evidentemente, in epoca di WhatsApp, con un messaggio si può tutto, tutto ad eccezione dei contatti per il nuovo Direttore generale”, rileva Farinelli.

“Ultimo punto le relazioni con Banca d’Italia. Mentre governo e maggioranza sbandierano rapporti – dice Miriam Farinelli – finanziamenti e relazioni con Banca d’Italia, alle domande del gruppo consiliare di Rf solo sbiadite risposte. Alla richiesta di sapere se Banca Centrale ha chiesto un prestito, nessuna risposta. Alla domanda sull’accordo per il ritiro del contante, nulla, mentre fonti di maggioranza e governo continuano a dire che arriveranno 20 milioni”. Adducendo, non è chiaro con quanta fondatezza, privacy o segreto d’ufficio vengono così negate risposte e chiarezza ai cittadini su azioni dell’Ente che riguardano la collettività. “In definitiva – rileva infatti Farinelli – le relazioni con l’autorità di vigilanza con la quale BCSM si interfaccia quotidianamente e dal cui stato dipende la stabilità del nostro sistema finanziario, sono coperte da riservatezza o segreto d’ufficio. Un bel modo di gestire i rapporti con il Consiglio Grande e Generale su un tema così delicato. Non vorremmo che dietro la riservatezza ci sia la difficoltà a sviluppare relazioni e raggiungere gli obiettivi minimi che il sistema deve conseguire. Meraviglia in particolare che un governo composto dai paladini della trasparenza ricorra, rispondendo ad una interpellanza, a parole come privacy, riservatezza, segreto d’ufficio”.

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