San Marino. Giudici, impossibile applicare i diktat della Pierfelici, Davide Pezzi

San Marino. Giudici, impossibile applicare i diktat della Pierfelici, Davide Pezzi

Giudici, impossibile applicare i diktat della Pierfelici

Davide Pezzi

Certo: in Italia, e non solo, parlano di San Marino. Ma aspettiamo a rallegrarci: non ci riferiamo qui né alle ragazzotte di Donnavventura e al loro maxi-spottone sulla Repubblica, né al reportage del telegiornale francese di TF1.

“I partiti che governano San Marino, grazie a una leggina interpretativa, hanno cambiato la composizione del Consiglio giudiziario, il Csm locale. Nonostante le proteste di giuristi e toghe, una settimana fa il nuovo Consiglio a maggioranza politica ha tolto di mezzo il magistrato dirigente del Tribunale unico, Giovanni Guzzetta, e nominato a suo posto il giudice Valeria Pierfelici. Quest’ultima è rimasta in carica giusto il tempo di ‘riorganizzare gli uffici’ per ‘ ripristinare la fiducia’ nella giustizia. Come? Così: ha vietato le indagini in pool, ha destinato il coordinatore delle inchieste sulle tangenti, Alberto Buriani, alle controversie stradali e sottratto le funzioni inquirenti ad Antonella Volpinari e Laura di Bona (…). I fascicoli aperti, fatto abbastanza inusuale, sono passati ad altri. Già che c’era la nuova dirigente ha fatto pure cambiare la serratura del tribunale, non sia mai che il suo predecessore volesse introdurvisi nottetempo”.

No, non è un comunicato di Repubblica futura, ma un articolo uscito sull’edizione di venerdì de Il Fatto Quotidiano intitolato “S. Marino scioglie il ‘pool tangenti’: funziona troppo”.

Articolo, va detto, che riprende in parte un lancio di agenzia dell’ANSA – non esattamente un partito di opposizione sammarinese – che si suppone sia stato letto in tutta Italia e, con tutta probabilità, anche in altri paesi europei. La drammatica situazione della giustizia a San Marino è arrivata ormai anche sulle cronache italiane, dopo la corposa lettera inviata da Dieci Giudici del Tribunale di San Marino al Segretario Generale del Consiglio d’Europa Marija Pejcinovic Buric Segretario Generale, in cui si chiedeva, a garanzia dello stato di Diritto, di investire anche la Commissione Europea per la democrazia attraverso la legge, il Comitato di sorveglianza dell’Assemblea Parlamentare, il Consiglio Consultivo dei Giudici Europei e il GRECO, Gruppo Europeo di Stati contro la corruzione. Una lettera definita dal Governo “irrituale” (ci spiegheranno un giorno cosa intendevano) che, nonostante la gravità delle accuse di violazione del principio fondamentale di separazione dei poteri, ha dimostrato l’eccezionale resilienza (per usare un termine di moda) di questo esecutivo, che ha proseguito a testa bassa senza scomporsi più di tanto. Neanche l’annuncio, con una lettera inviata alla Reggenza, che sei giudici e il Dirigente del tribunale, membri del Consiglio Giudiziario Plenario, non avrebbero partecipato alla riunione del Consiglio Plenario, ha scosso più di tanto la granitica compagine di governo. Nella lettera i giudici Battaglino, Brunelli, Buriani, di Bona, Guzzetta, Sesta, Volpinari scrivevano che: “non sono disponibili a prestarsi alle forzature in atto e con la presente invitano le Autorità a non proseguire su questa strada, prima che tutti i fondamentali elementi di quadro giuridico siano chiariti”.

Meglio così, qualcuno deve aver pensato, del resto che ci azzeccano i giudici con le questioni della giustizia? Così, non un Consiglio giudiziario plenario a maggioranza politica – e con dubbi non ancora chiariti di presenza del numero legale richiesto, nonostante le richieste di alcune parti politiche – finalmente questo governo illuminato – altro che quello di Adesso.sm ripetutamente definito “il peggior governo di sempre”, dando così patente di bontà ai governi di cui illustri esponenti sono stati condannati, in primo grado, a svariati anni di carcere – è riuscito a “ripristinare le condizioni di legalità” a San Marino. Con gioia e sollievo dei cittadini, dei commercianti e degli imprenditori, immaginiamo, che hanno con piacere accantonato i lievi e poco importanti problemi di un Paese in ginocchio (ma può ancora sdraiarsi), purché la primaria questione della riorganizzazione del Tribunale fosse portata a termine. Verrebbe da dire: fortunato il Paese il cui problema primario è questo!

Del resto va detto che forse forse tutti i torti non li hanno, basti vedere l’efficienza del giudice Valeria Pierfelici, tornato nel suo ruolo di Dirigente del Tribunale, elogiata del resto ieri anche nel comunicato firmato dai magistrati Roberto Battaglino, David Brunelli, Alberto Buriani, Francesco Caprioli, Laura di Bona, Andrea Morrone, Massimiliano Simoncini, Ferdinando Treggiari e Antonella Volpinari: “I complimenti sono dovuti per la straordinaria efficienza della istituzione, che nottetempo e in seno al Consiglio Plenario – dovendosi escludere che la dott.ssa Pierfelici avesse in qualche modo potuto prevedere l’esito della votazione rispetto ad un punto neppure presente all’ordine del giorno – parrebbe abbia all’impronta elaborato a Palazzo Pubblico 18 pagine di disposizioni che hanno completamente stravolto l’organizzazione del Tribunale e il lavoro dei Giudici, e quindi scritto la pagina più nera della storia giudiziaria della Repubblica, tale da destare nella coscienza del giudice come in quella del cittadino la più profonda preoccupazione”. Nonché, come ricordato anche dal Fatto Quotidiano, provveduto a fare cambiare le chiavi del Tribunale (ma dove ha trovato un fabbro di notte? Quello sì che è un contatto prezioso!).

I togati lamentano anche di avere ricevuto “solo informalmente, il 27 luglio 2020, un testo definito ‘Disposizioni sull’organizzazione del lavoro’, all’apparenza contestualmente dettate dalla dott.ssa Pierfelici in quella stessa notte dimessasi”. e sottolineano “l’impossibilità di dare applicazione alle suddette ‘Disposizioni’, siccome gravemente lesive dei principi costituzionali che informano l’attività giurisdizionale, primo fra tutti quello del giudice naturale, e di ritenere la conseguente necessità di seguitare, a salvaguardia della validità dei procedimenti in corso, nell’osservanza delle precedenti determinazioni assunte dai Dirigenti Professori Ferroni e Guzzetta in ordine alla ripartizione del lavoro tra i Commissari della Legge e gli Uditori Commissariali e nuovamente rivolgersi alla Ecc. ma Reggenza affinché conceda la già richiesta convocazione del Consiglio Giudiziario Ordinario”.

Parole nette e pesanti: in pratica si paventa il non rispetto delle nuove Disposizioni volute dalla Maggioranza, decisione la cui gravità è inutile sottolineare. E L’Italia e l’Europa ci guardano, non solo per i bei panorami e le avvenenti fanciulle di Donnavventura che scorazzano in bici nelle gallerie del vecchio trenino o per le bellezze illustrate dal Tg francese, ma per altre ben più sinistre questioni.

E’ vero, per alcuni “stavamo bene”, ma il prezzo lo paghiamo oggi.

 

 

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