San Marino. Il bilancio di Rf sui primi sette mesi di Governo

San Marino. Il bilancio di Rf sui primi sette mesi di Governo

“Ci auguriamo che l’arrivo del mese di Agosto consenta al Governo di fare qualche giorno di ferie e riordinare le idee: il bilancio di questi primi 7 mesi di lavoro è infatti tragico”.

Inizia così una riflessione di Rf in merito “ai primi sette mesi di Governo”. 

Su tutto, ovviamente, l’attacco diretto e apparentemente letale all’autonomia della Magistratura, alla sua capacità di autodeterminarsi e soprattutto alla possibilità di portare a compimento processi difficili e complessi, capaci di portare anche risorse economiche allo Stato.

A questo, infatti, con tutta evidenza mirava la restaurazione del vecchio Magistrato Dirigente, che a tempo di record (circa 4 minuti, dal momento della sua nomina a quello delle sue dimissioni) ha prodotto un documento di 14 pagine dove rivede tutte le competenze dei singoli giudici togliendo risorse e capacità al processo penale e lasciando quasi senza compiti i Magistrati che più in questi anni si sono distinti per capacità di portare a termine processi difficili e scomodi.

Ma si sa, questo volevano i manovratori, che non potevano permettersi di subire processi e condanne, a costo di trasformare il nostro Paese in una burletta per chi deve decidere dove investire, e di scatenare una pesante reazione dall’Italia, come sta accadendo.

Sul fronte economico la situazione è altrettanto tragica.

Il Governo non è stato capace di trovare un finanziamento veloce, a costi sostenibili e di durata ragionevole, anche per la sua scelta sbagliatissima di affidarsi ad un solo interlocutore, un solo canale, chiudendo le porte a tutte le strade che avevamo aperto negli ultimi 3 anni.

Questo ha portato alla totale incapacità di sostenere l’economia e garantire risorse per affrontare la crisi dovuta al Covid. Siamo l’unico Paese al mondo che non ha messo in campo nulla, e i risultati purtroppo si vedranno da Settembre in poi, in termini di disoccupazione, riduzione delle imprese e delle entrate. Già comunque a Giugno i dati occupazionali sembrano eloquenti, nonostante le capriole tentate dal Segretario competente, ma attendiamo i dati ufficiali per un bilancio più preciso.

Non basta: passi indietro evidenti sulle libertà economiche per le imprese, con la scelta di bloccare la possibilità di assumere le risorse umane preferite e ritenute più capaci (e tornando ai tempi in cui era un ufficio o peggio la Segreteria a dire chi si doveva assumere), con il ritorno della zona bianca, anacronistico monopolio nel commercio del latte e derivati, e con il controllo politico sugli appalti pubblici, magari per fare un favore a qualche persona politicamente vicina.

Nessuna risposta sul fronte della ristrutturazione del sistema bancario, se si eccettua l’improvvisa nomina del Cda di Carisp che è servita solo per eliminare in fretta e furia la causa contro Ciavatta e Santi: ennesimo provvedimento a tutela di sé stessi.

Curioso anche che si sia sancito, per la prima volta e per legge, il licenziamento di tutti i dipendenti di una banca (la ex Banca Cis) senza nessuna prospettiva di ricollocamento e nel silenzio di chi qualche mese fa avrebbe fatto fuoco e fiamme per questa scelta e oggi si limita a qualche auspicio.

Infine il debito, a cui il Governo sta per condannarci.

Un debito che, per come si sta caratterizzando, ci costerà almeno 75 milioni di euro ogni anno, se lo vorremo rimborsare: una cifra totalmente insostenibile (sommata tra l’altro agli almeno 60 di deficit che abbiamo) e che ci porterà presto al default finanziario (cioè alla incapacità di pagare stipendi e pensioni per mancanza di denaro).

Nel silenzio totale sulla politica estera (nessun incontro con l’Italia, silenzio sull’accordo di associazione con l’UE e caso targhe ancora lì, bello presente, anche se adesso nessuno dice più niente), vediamo convegni, parole, progetti a lunghissimo termine ma nulla di concreto e immediato se non le solite, innumerevoli, chiacchiere: è tornata l’annuncite in campo economico e non ne sentivamo la mancanza.

In questo quadro sarà difficile per il Paese tentare di risollevarsi, dopo una crisi dovuta al Covid che ha bloccato il sentiero di crescita dell’economia che da 4 anni era iniziato e che aveva portato un raddoppio degli investimenti, una buona crescita del Pil e una incredibile crescita dell’occupazione.

Non ci sembra ci sia la minima idea su come far ripartire il paese.

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