San Marino. Guzzetta: “Tragico che il Governo si riduca alla menzogna”

San Marino. Guzzetta: “Tragico che il Governo si riduca alla menzogna”

L’ex dirigente del Tribunale di San Marino Giovanni Guzzetta prende posizione dopo le recenti decisioni all’interno del Consiglio Giudiziario Plenario.

“E’ già sufficientemente drammatico – scrive in una nota – che il Governo intervenga in settori che non lo riguardano, come la Giustizia, ma è assolutamente tragico che esso si debba ridurre alla menzogna per sostenere ciò che vorrebbe spacciare per verità agli occhi dei propri cittadini.

In merito al comunicato stampa diramato dal Congresso di Stato dal titolo Pienamente legittime le decisioni del Consiglio Giudiziario”, nel quale si afferma “Il Congresso di Stato ricorda che il riordino degli incarichi in Tribunale è stato deciso dal Prof. Guzzetta nell’aprile dello scorso anno” aggiungendosi “Oggi, stranamente, si muovono critiche sulle nuove distribuzioni del lavoro giudiziario, in particolare sulle assegnazioni ai Commissari della Legge Buriani e Di Bona, asserendo che gli stessi siano stati sottratti alle mansioni inquirenti e lasciando intendere la volontà di depotenziare l’azione giudiziaria che ha fatto emergere commistioni tra politica, imprenditoria e settore finanziario. Nulla di più infondato! Gli spostamenti in questione erano stati decisi dal Dirigente pro-tempore, Prof. Giovanni Guzzetta, con una disposizione entrata in vigore il 2 aprile 2019“.

 Di fronte a simili improvvide e preoccupanti affermazioni, mi corre l’obbligo di chiarire quanto segue:

Considero allarmante e improprio che l’organo titolare del potere esecutivo intervenga in questioni che riguardino la magistratura e la sua indipendenza, in spregio agli elementari principi della separazione dei poteri, là dove peraltro esistono organi, a cominciare dal Consiglio giudiziario medesimo ed ai suoi Presidenti, gli Eccellentissimi Capitani Reggenti, e a finire alla Commissione Consiliare Affari di Giustizia, nella quale, quantomeno è rappresentato il pluralismo parlamentare. Ricordo che la preoccupazione per “la tirannia della maggioranza” costituisce un tema classico del costituzionalismo fin dai tempi di Montesquieu e Toqueville.

Ometto ogni considerazione sulla difesa d’ufficio di decisioni e comportamenti sui quali il Congresso di Stato non ha alcuna competenza costituzionale, a tutela della mia reputazione però, ed esclusivamente per ciò che riguarda il sottoscritto, respingo come totalmente calunniose e offensive, oltre che radicalmente false, le affermazioni contenute nel predetto comunicato.

Preciso, a tal proposito, che la redistribuzione dei carichi di lavoro da me effettuata nell’aprile 2019 non ha sottratto alcun fascicolo penale ad alcun inquirente, e non ha smantellato alcunché. Come può avvedersi chiunque sia dotato di una rudimentale alfabetizzazione, attingendo alla lettura delle disposizioni che, a differenza di quanto accaduto in passato, sono state rese immediatamente pubbliche e ostensibili a chiunque, al punto 10. delle medesime, intitolato “Disposizioni transitorie e finali relative a tutti gli uffici giudiziari” si legge al primo paragrafo (10.1) “Salvo che sia altrimenti previsto dalla presenti disposizioni, nel caso in cui, in conseguenza delle presenti disposizioni, all’interno del medesimo settore, civile o penale, risultino mutamenti delle relative assegnazioni, ciascun Commissario continuerà comunque ad esercitare le precedenti attribuzioni con riferimento ai fascicoli pendenti precedentemente assegnati, mentre le nuove assegnazioni avverranno sulla base dei presenti criteri dal momento in cui questi saranno efficaci.“.

Sfido chiunque a dimostrare che un solo fascicolo dell’istruttoria penale sia stato sottratto a colui che ne era titolare al momento dell’entrata in vigore delle nuove attribuzioni.

Inoltre, le mie scelte in materia penale, contrariamente a quanto si insinua, sono state ispirate a criteri di potenziamento del settore: a) con l’aggiunta di un secondo decidente (il dott. Buriani) onde consentire una più rapida definizione dei procedimenti (conservandogli come detto tutte le inchieste sino a quel momento assegnate); b) il mantenimento di tre inquirenti per evitare che ci fossero riduzioni della capacità di contrasto alla criminalità (con l’aggiunta ai Dott. Morsiani e Volpinari della Prof.ssa di Bona; c) creazione di pool investigativi ad hoc nei settori più delicati, quali quelli dei procedimenti riguardanti giudici e o comunque di particolare rilevanza per le implicazioni riguardanti i rapporti tra i poteri. Decisione peraltro avvalorata e sostenuta da numerose sentenze del Giudice per i Rimedi straordinari penali, Dott. Vitaliano Esposito. Che questa strategia sia stata vincente è dimostrato dai risultati resi noti nella relazione sullo stato della giustizia, di cui, non a caso, nessuno parla”

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