San Marino. “La vendetta dei politici sui magistrati”, il Fatto Quotidiano. Antonio Fabbri

San Marino. “La vendetta dei politici sui magistrati”, il Fatto Quotidiano. Antonio Fabbri

Il Fatto Quotidiano: “La vendetta dei politici sui magistrati”

Antonio Fabbri

“La vendetta dei politici sui giudici. I vertici della magistratura azzerati in una notte. A rischio inchieste e processi”. Così ha titolato ieri Il Fatto Quotidiano online mettendo in prima pagina il caso di San Marino. Vendetta politica che non è ancora finita e pare nelle ultime ore avere ulteriori scopi con oscure manovre capaci di affossare ancora di più la credibilità dello Stato.

D’altra parte l’articolo del Fatto Quotidiano conclude riportando tre interrogativi: “Chi investirebbe mai in un Paese dove qualunque maggioranza politica può svegliarsi, cambiare le leggi a proprio uso e consumo e decidere anche a chi farle applicare? Che credibilità può avere uno Stato dove vengono ignorati, umiliati i giudici che hanno portato avanti tutte le indagini anticorruzione, antiriciclaggio, su reati bancari e fatture false?”.

Il Fatto Quotidiano ricostruisce, poi, il colpo di mano della maggioranza e richiama, tra l’altro, le famigerate frasi pronunciate da Gabriele Gatti con un suo interlocutore e divenute oggetto anche di più di un articolo del nostro giornale richiamato dal Fatto. “Il senso dell’operazione di autarchia giudiziaria in corso emerge da un audio diffuso dal quotidiano L’Informazione lo scorso novembre. “In tribunale facciamo terra da ceci e cambiamo tutto”, diceva Gabriele Gatti, per 30 anni l’uomo forte della Dc sammarinese (oggi tornata al governo guidato dal nipote Marco Gatti) che attende la celebrazione di un processo per riciclaggio legato a un giro di tangenti nelle costruzioni. “In tribunale basta far fuori quelli che ci sono dentro (…) La Pierfelici? … probabilmente sarà valorizzata”. Esattamente quel che accade”, scrive Il Fatto.

Il quotidiano italiano parla del colpo di mano del 24 luglio scorso e dello spostamento dei fascicoli. “In una notte uffici e fascicoli vengono assegnati a magistrati diversi. La toga che seguì l’inchiesta su ex ministri e Capi di Stato si occuperà di incidenti stradali. Sottratto al giudice il procedimento contro il leghista Siri”.

Ma il lavorìo della politica, governo e maggioranza, non sarebbe finito. Nella maggioranza, di concerto con altri soggetti, si starebbero preparando nuovi attacchi alla magistratura per infierire nuovamente, sempre attraverso una politica che ormai catalizza a sé tutti i poteri dello Stato, sull’assetto del palazzo di giustizia e mettere a tacere chi non si vuol piegare ai diktat della politica affiancata dalla minoranza dei magistrati che con essa, ormai, appaiono un tutt’uno. D’altra parte, nella sessione del Consiglio Grande e Generale di febbraio, quella che vide l’approvazione della legge retroattiva con la quale la maggioranza politica ha messo di fatto le mani sul tribunale, il Segretario alle finanze Marco Gatti disse: “L’ordinamento sammarinese è costituito su un organo che è principe e sovrano, forse unico come ordinamento rispetto ad altri Stati. Non possono essere gli organi stessi ad autodeterminarsi”.

A parte la falsità dell’affermazione che passa per il negazionismo della storia che ha visto nel 1906 l’Arengo – cui è seguita anche la modifica della denominazione dell’assemblea parlamentare sammarinese, divenuto Consiglio Grande e Generale – è evidente che si voglia veicolare questo messaggio anche nella popolazione per convincere i sammarinesi del fatto che, comunque, attraverso la “tirannia della maggioranza” deve passare tutto, sentenze del tribunale comprese.

Alla maggioranza di 44, molti dei quali hanno interesse diretto in quello che si sta facendo, altri sono ignavi, altri indifferenti, altri non comprendono e si beano semplicemente dello scranno ottenuto, fa da contraltare una opposizione decimata dalla legge elettorale approvata ad hoc per unire nel talamo del potere Dc e Rete.

A San Marino molti abbozzano ma “le azioni scellerate del nostro Esecutivo portano a danneggiare la credibilità e la tenuta del nostro Paese”, dice Libera, anche se non tutti nel movimento politico sono proprio dispiaciuti per ciò che si sta facendo e c’è chi gioca su più tavoli. Intanto Rf parla di “interessi personali indicibili”, dei quali fa finta di niente solo chi non vuole vedere. 

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