“A chi giovano le scelte e proposte sui sistemi elettronici di pagamento?”.
Lo domanda l’Unione sammarinese commercio e turismo, sottolineando in un comunicato che, “in questo ultimo scorcio d’estate si fa un gran parlare di riforme e opportunità di crescita, sburocratizzazione, progetti futuri, rilancio del settore bancario, lavoro, commerciale, turistico, ecc.”.
“Da anni ci sentiamo ripetere gli stessi slogan ormai logori e utilizzati soprattutto nel corso delle campagne elettorali salvo poi finire nel ‘dimenticatoio’ delle varie legislature – manda a dire l’associazione di categoria -. Nel frattempo le difficoltà reali di chi fa impresa in questo Paese non sono cambiate, semmai sono aumentate e a niente sono valse le proposte o le segnalazioni che, nel corso degli ultimi anni Unione sammarinese commercio e turismo, ha continuato incessantemente a consegnare nelle mani della politica”.
Tutto ciò “è caduto nell’oblio” e non si sta parlando di richieste “astruse e ad personam”, bensì di richieste “sempre incentrate sulle reali necessità del Paese che deve confrontarsi con un mondo in continua evoluzione apportando le dovute ‘correzioni’ a leggi datate e non più attuali”.
A detta di Usc, “è necessario rivedere tutti gli accordi, compresi quelli scaduti, con la vicina Italia e il progetto Paese deve tenere in debita considerazione gli operatori presenti in territorio offrendo loro tutti gli strumenti necessari affinché possano competere con mercati in continua evoluzione”.
Ora, “come per magia, appare la piattaforma Alipay che, per come è stata presentata, dovrebbe aprire possibilità di espansione e sviluppo per le aziende”; i membri di Usc si dicono “’molto felici’ di avere stretto l’accordo con la piattaforma Alipay, anche se qui ancora nessuno la utilizza”, ma ci tengono a rimarcare che stanno “ancora attendendo la risoluzione delle grosse problematiche in merito all’utilizzo della piattaforma più usata dalle aziende sammarinesi esistenti in territorio, PayPal, con la quale vanno necessariamente armonizzate tutte le operatività”.
“Non possiamo continuare a sopravvivere di ‘escamotage’ in qualsiasi situazione!”, dice a gran voce l’Unione sammarinese commercio e turismo, che poi chiede: “Perché ancora una volta non si vuole affrontare l’argomento in merito al Memorandum d’intesa con Banca d’Italia che, probabilmente, risolverebbe le problematiche di tutti i sistemi elettronici di pagamento per tutto il Paese?”.
I componenti di Usc, sempre nella stessa nota, affermano di denunciare, “da anni, spese bancarie e commissioni sui pagamenti elettronici insostenibili” e, per questo motivo, chiedono alla classe politica se è “a conoscenza” non solo “di quanto costa fare un bonifico attraverso banche sammarinesi e i costi applicati per mantenere un conto corrente” ma anche “degli aumenti che le aziende sammarinesi stanno sostenendo per incassare ‘denaro elettronico’ rispetto alle commissioni applicate fuori confine soprattutto con ‘l’avvento’ della Tpay?”.
“Di certo, per ora, ci sono i ‘progetti’, alcuni dei quali, ancora privi di contenuti. Auspichiamo e rimaniamo come sempre in trepidante attesa di fatti concreti”, afferma infine l’Unione sammarinese commercio e turismo.
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