San Marino. Procedimenti in corso su chi ha messo le mani sulla politica

San Marino. Procedimenti in corso su chi ha messo le mani sulla politica

Ecco i procedimenti in corso su chi ha messo le mani sulla politica

Non si salva nulla: dal penale al civile all’amministrativo le deliberazioni della maggioranza hanno interferito direttamente sui processi pendenti

Il giudice per i rimedi straordinari Vitaliano Esposito ha ribadito un concetto elementare per la giustizia: non si possono spostare fascicoli violando il principio del giudice naturale precostituito per legge. Un concetto, e un principio fondamentale dell’ordinamento, che ha fatto dire al Giudice che la redistribuzione dei carichi di lavoro fatta dal reintegrato ex magistrato dirigente Valeria Pierfelici su deliberazione del Consiglio giudiziario plenario, viola la Carta dei diritti e i principi fondamentali contenuti nelle Convenzioni internazionali. Ma c’è un altro principio fondamentale che è stato violato, quello della non ingerenza politica sui procedimenti in corso. Un principio chiaramente esplicitato anche dalla lettera del Segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić.

In un passaggio della lettera inviata lo scorso 21 agosto al Segretario di Stato agli esteri Luca Beccari, il Segretario Generale del Coe tiene a sottolineare: “Il principio della separazione dei poteri e dello Stato di diritto richiede anche l’astensione da qualsiasi interferenza dell’Esecutivo o del Legislativo nei procedimenti pendenti”. Ebbene, l’elenco dei procedimenti pendenti sui quali i poteri Esecutivo e Legislativo hanno invece interferito, è lungo. Interferenze dirette e indirette.

Il primo caso che è risultato evidente a tutti, non riguarda direttamente le attuali prevaricazioni sulla giustizia, ma è a queste in qualche modo collegato, quanto al disegno di ingerenza sulla magistratura. E’ il caso che vede sotto processo il Segretario Roberto Ciavatta e il Consigliere di Rete Emanuele Santi. Lì l’interferenza è stata indiretta, ma direttamente evidente ed efficace. Infatti l’Esecutivo e la maggioranza hanno rinominato i vertici di Cassa di Risparmio, e il primo atto che ha compiuto il neo nominato Amministratore delegato dell’istituto, Gianfranco Antonio Vento in quota Rete, è stato quello di ritirare la querela che Cassa aveva presentato nei confronti dei due protagonisti del “blitz” in Carisp del maggio 2018. Querela che aveva portato all’indagine e al rinvio a giudizio.

Secondo caso, più direttamente collegato alle determinazioni di questo periodo sul tribunale. La decisione assunta dalla maggioranza politica nel Consiglio giudiziario plenario del 24 luglio (6 membri di maggioranza più il Segretario di Stato, quindi Legislativo ed Esecutivo, e solo 4 togati) circa l’autotutela in ambito amministrativo legata al ricorso presentato dall’ex dirigente Valeria Pierfelici sulla sfiducia da parte degli altri magistrati. In tale caso l’interferenza di Esecutivo e Legislativo è evidentemente diretta, perché decidendo l’autotutela è stato fatto saltare il procedimento amministrativo che era pendente.

Terzo caso, le modifiche normative che interferiscono direttamente su procedimenti penali in corso. E’ il caso dell’articolo 1 della legge qualificata 1 del 2020, sempre lei. Si tratta di una autodefinita, dalla maggioranza e dal governo, “interpretazione autentica” che parla della proroga dei giudici in età pensionabile. Argomento che, come noto, è merito del contendere nelle vicende penali legate alle denunce di Guido Guidi verso la Pierfelici, procedimento tuttora aperto.

Quarto caso, la redistribuzione del lavoro in funzione delle disposizioni notturne del 24 luglio. Redistribuzione predisposta in funzione di apposita deliberazione del Consiglio giudiziario plenario con la maggioranza politica, formata da membri del Legislativo e dell’Esecutivo con il Segretario alla Giustizia e una minoranza dei togati. Un esempio di come quelle decisioni abbiano interferito sui procedimenti in corso è proprio quello relativo alla sentenza del giudice Vitaliano Esposito, citata in apertura. Esposito è chiaro nel dire che il titolare del fascicolo è stato spogliato dell’inchiesta di cui era assegnatario. Ecco dove sta l’ingerenza politica: l’aver interferito votando nel Plenario nella spoliazione del titolare del fascicolo aperto. Aberrazione che si riscontra, ad esempio, anche nella sottrazione del “caso Siri” al Commissario Laura Di Bona o di tutti quei casi che erano in capo alla titolarità dei Commissari della legge Antonella Volpinari e Alberto Buriani. Si riscontra anche nella spoliazione dei fascicoli già in decisione. Le inchieste penali aperte che subiscono questo trasferimento di imperio sono tantissimi e l’interferenza politica è evidente e rilevata già dalla sentenza di Esposito che addirittura invita il Plenario a tornare sui suoi passi.

Quinto caso, l’esposto di Stefano Ercolani che è stato accolto dalla Commissione affari di giustizia. Siamo di fronte ad una interferenza diretta con un procedimento in corso. La maggioranza politica e il Segretario alla giustizia entrano a piedi pari in un processo già al vaglio del giudice di primo grado e riesumano una eccezione già rigettata da ben due pronunce giurisprudenziali: una del Giudice per i rimedi straordinari e una del giudice di primo grado Roberto Battaglino. Infatti, prima era stata fatta istanza di ricusazione in fase di indagine contro i Commissari Buriani e Volpinari che indagavano sulla vicenda Asset. Ricusazione rigettata dal giudice Esposito. Poi, sostenendo che i Commissari della legge avessero detto il falso, l’eccezione era stata riproposta davanti a Battaglino. Rigettata anche da questo giudice, che ha attestato, al contrario, che quanto detto dai magistrati circa la possibilità di indagare in pool, era vero ed attestato da documenti scritti dal Magistrato dirigente. L’avvocato di Ercolani, ha allora ricusato il giudice di primo grado e presentato la stessa eccezione alla Commissione affari di giustizia, che l’ha accolta. Una azione nella quale la connota- zione politica delle decisioni sulla magistratura è esponenziale, dato che a portare le sue rimostranze in sede politica ci ha pensato il legale di Ercolani, l’avvocato Gian Nicola Berti, membro della maggioranza oltre che anche avvocato di Gabriele Gatti e Valeria Piefelici.

Sesto caso, la volontà di cacciare i giudici di appello e di retrocedere un Commissario della legge. Qui torna la retroattività della famigerata legge n. 1 del 2020 e l’effetto che le si vuole dare. Con l’applicazione di quella norma e le azioni in “autotutela” gli effetti saranno devastanti per numerosi fascicoli aperti in ambito civile che sono in carico, ad esempio, al Commissario della legge Massimiliano Simoncini o che sono al vaglio dei giudici di appello Ferdinando Treggiari e Andrea Morrone, i quali hanno già cominciato ad operare.

Oltre allo stallo di quei procedimenti, sui quali quindi le decisioni politiche di Esecutivo e Legislativo incidono direttamente, il rischio è che, chi vi è interessato, metta in discussione anche decisioni già prese laddove la politica, con la solita autotutela, dichiari illegittime le nomine dei giudici di appello e del commissario della legge.

Una pianificazione distruttiva del settore della giustizia che non ha precedenti, probabilmente non solo a San Marino.

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