San Marino. Giudici di appello e commissario della legge cacciati

San Marino. Giudici di appello e commissario della legge cacciati

Cacciati i giudici di appello e il commissario della legge

Salgono a quota sei i giudici cacciati, più il dirigente. L’azzeramento del Tribunale da parte della maggioranza continua. Un bagno di sangue, che non viene attenuato dalla chiamata di una personalità autorevole come l’ex presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, chiamato di fatto a ripulire la stanza dove è stata compiuta una strage. Ancora una volta nottetempo. Col favore delle tenebre, infatti, attorno all’una di notte, il Consiglio giudiziario plenario ha sollevato dall’incarico i due giudici di appello Ferdinando Treggiari e Andrea Morrone, e cancellato la nomina a commissario della legge di Massimiliano Simoncini che viene retrocesso a uditore. Il tutto applicando retroattivamente, come da parere di Antonio Baldassarre, la legge 1 del 2020 e annullando le delibere del Plenario che avevano dato avvio al reclutamento del magistrati. 

A compiere il blitz notturno i membri di maggioranza Gian Matteo Zeppa, Adele Tonnini, Carlotta Andruccioli, Aida Maria Adele Selva, Manuel Ciavatta, Mariella Mularoni, Matteo Rossi più il Segretario di Stato Massimo Andrea Ugolini. A loro si è unita la minoranza dei magistrati Valeria Pierfelici, Isabella Pasini, Fabio Giovagnoli, Giovanni Belluzzi e Simon Luca Morsiani (quest’ultimo si sarebbe astenuto nella votazione relativa a Simoncini). Non hanno partecipato al voto, invece, gli altri due magistrati che erano presenti l’altro ieri, Laura Di Bona e Antonella Volpinari. Hanno votato contro i membri di opposizione Luca Boschi, Vladimiro Selva e Nicola Renzi.

Quindi, con le tre “epurazioni” di lunedì sera, il numero dei magistrati fatti fuori sale a cinque, più l’ex dirigente Giovanni Guzzetta. Le ultime defenestrazioni, operate di fatto da soggetti partitici afferenti alla maggioranza e appartenenti al potere legislativo ed esecutivo, privi di qualsivoglia competenza in ambito giuridico – un quadro che il Greco apertamente stigmatizza e definisce grave – vanno ad aggiungersi a quella del commissario della legge Alberto Buriani, sottoposto ad azione di sindacato e sospeso, e a quella dell’inascoltato giudice per i rimedi straordinari, Vitaliano Esposito, che è stato di fatto indotto a rassegnare le proprie dimissioni per non vedere sradicata “la pianta dello stato di diritto”. 

Gli stessi membri del Plenario, hanno poi consentito l’accesso agli atti delle sedute precedenti a Guzzetta e Buriani, per i ricorsi che hanno presentato, mentre hanno rigettato il ricorso in opposizione che era stato presen- tato dal Commissario Buriani. Risulta sempre più evidente come si stia trasformato lo Stato di diritto in uno stato autoritario nel silenzio di troppi.

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