San Marino. Sfiducia a Ugolini, scontro in aula

San Marino. Sfiducia a Ugolini, scontro in aula

Mozione di sfiducia: la votazione di notte, in Aula è scontro

La maggioranza si fa schermo con la nomina del nuovo Dirigente Canzio mentre minimizza su lettere e report degli organismi del Coe

La maggioranza e il governo si nascondono dietro la nomina del Dirigente, Giovanni Canzio per coprire la serie di forzature e prevaricazioni della politica sulla magistratura che l’opposizione evidenzia. La votazione della mozione di sfiducia nei confronti del Segretario di Stato alla giustizia Massimo Andrea Ugolini è arrivata in notturna. Nel dibattito, comunque, non c’erano troppe illusioni da parte dell’opposizione sul suo accoglimento. Nel dibattito sono però entrate di nuovo le lettere provenienti dal Consiglio d’Europa, dal Commissario per i diritti umano e dal report del Greco. Il dibattito si è aperto con la lettura della mozione di sfiducia- da parte dei consiglieri Maria Katia Savoretti di Repubblica Futura ed Eva Guidi, di Libera.

“Oggi si pensa di mettere una ‘tappo’ a tutto ciò, con la nomina del dirigente del tribunale, Giovanni Canzio, come nulla fosse successo – ha quindi aggiunto Eva Guidi – Un dirigente le cui credeziali sono di un altissimo rappresentante del diritto e su cui non facciamo alcuna critica o rimostranza, anzi al quale porgiamo i migliori auguri di buon lavoro perché riporti l’equilibrio al nostro martoriato tribunale, equilibrio necessario per dare ai nostri cittadini risposte sui grandi processi- Mazzini, Tavolucci, Titoli Demeter  – risposte che da tanti anni siamo in attesa di avere. Critiche le facciamo invece a questo governo e maggioranza che per ben 10 mesi di legislatura hanno catalizzato i propri interessi sul tribunale a scapito di mettere nuove energie per il bene del Paese e contravvenendo alle raccomandazioni dell’Alto commissariato dei diritti umani, ma anche alle indicazioni espres- se nel rapporto del Greco. Così rischia di portare il nostro Paese al di fuori di quell’azione legata alla tradizione di nazione portata al dialogo e alla pace. Gireremo ancora sul sito del Consiglio d’Europa- spero per poco- come Paese che ha messo in atto azioni che non rispettano i diritti umani, ingerendo nelle azioni della magistratura”.

Il primo a intervenire dopo la lettura della mozione di sfiducia, ovviamente, il Segretario alla giustizia Massimo Andrea Ugolini: “Questa mozione arriva in Aula dopo pochi mesi dal mio insediamento, dopo anni in cui il tema della giustizia è stato tanto oggetto di scontro politico, quanto mai oggetto di riforme. Il clima di conflittualità ha interessato politica, economia e non per ultimo giustizia. Chi ha depositato oggi la mozione è per buona parte riconducibile alla coalizione che faceva parte della maggioranza e del governo nella passata legislatura. Delle domande mi sorgono spontanee, visto la celerità con cui è stata portata la mozione: chi ha inaugurato la stagione nello scontro nella magistratura? Chi ha permesso la revoca di un magistrato dirigente, senza previsione di legge alcuna, per accuse mai ancora verificate? Chi ha portato al vertice del tribunale una figura non in possesso dei titoli e che faceva parte del Collegio Garante di costituzionalità delle norme, in regime di incompatibilità? E mi domando se chi muove oggi la mozione abbia mai preso posizione di fronte alle esternazioni di Guzzetta, quando dava del ‘barboncino’ al parlamento della Repubblica italiana, dimenticandosi di rappresentare il terzo potere dello Stato in que- sta Repubblica? Ricordo un silenzio assordante. Quali e quante riforme sono state affrontate poi negli ultimi 3 anni da chi mi ha preceduto sulla giustizia? Molto pochi se non nessuna. Visto che qualcuno, anche il capogruppo Guidi, dice che noi pensiamo solo a tribunale, vorrei riferire che sicuramente abbiamo pensato a farlo funzionare in un periodo Covid in cui è stato difficilissimo far funzionare gli enti pubblici”. Quindi Ugolini ha rigettato tutti i punti della mozione di sfiducia evidenziando a sua volta “la nomina di Giovanni Canzio a dirigente del tribunale: il primo Presidente emerito della Corte di Cassazione è stato indicato senza contrarietà all’interno dell’organo, ritengo rappresenti la volontà di ricercare una figura di altissimo livello, di garanzia, che possa ripristinare il corretto equilibrio all’interno del tribunale e che possa rilanciare la sua attività. Potrà accompagnarci a riforme che dovremo affrontare, occorre cominciare a confrontarsi su queste e abbandonare il continuo clima di conflitto”.

Mariella Mularoni, Pdcs, ha parlato di “una rappresentazione strumentale di governo e mag- gioranza che avrebbero portato avanti iniziative lesive dei diritti europei. Siamo qui per respin- gere ogni strumentalizzazione politica”.

Poi Emanuele Santi, Rete, sostiene: “I sottoscrittori speravano sul non arrivo del nuovo dirigente, che invece è arrivato, con un profilo altissimo quello di Giovanni Canzio, in grado di ridare dignità al tribunale e può far calare definitivamente riflettori su di esso che di tutto ha bisogno, tranne che stare sul palcoscenico”.

Quindi Michele Muratori, di Libera: “Sui processi un po’ sco- modi della maggioranza: il limite della decenza è stato superato da un pezzo, a noi dell’opposizione non resta che diventare la memoria di chi ha perso la memoria a breve termine. La giustizia è l’unica convergenza che si è trovata questa compagine di governo che può soprassedere su tutti gli altri temi”.

Il Segretario Teodoro Lonfernini, difende il collega di governo: “Quando si proviene dalla maggioranza che ha avviato nella storia del nostro paese una delle azioni più buie sull’amministrazione della giustizia, portata avanti con una spregiudicatezza imbarazzante, credo si voglia mandare un messaggio distorto alla pubblica opinione”.

Francesca Civerchia, Pdcs: “Questa non si chiama politica ma frustrazione per qualcosa che non avete più. Ad oggi, da parte vostra, nessuna autocritica, nessuna analisi sul perché si è arrivati a questa situazione”.

Per Alberto Giordano Spagni Reffi di Rete: “Se si vuole cambiare è necessario cambiare prima di tutto la mentalità, per quanto vorremmo continuare lo scontro e protrarre l’entrata e l’uscita di scena dal potere, creando solo dei vuoti? Così non potremo mai risolvere le situazioni. Non credo questa mozione sia approvabile, non perché il Sds Ugolini non abbia compiuto errori, ma non so qui dentro chi avrebbe potuto fare di meglio di lui, finché utilizziamo sempre gli stessi strumenti non si arriverà mai alla soluzione”.

Matteo Ciacci di Libera “Sulle ragioni più speci- fiche della mozione di sfiducia devo affermare con forza alcuni chiarimenti. Credo questo governo nato sulla giustizia si interfac- ci constantemente con soggetti che poco dovrebbero aver a che fare con la politica. E mi rife- risco con chi detta ordini sui Tavolucci e detta strategie. Sulla base di queste strategie è stata fatta tabula rasa di tutti i giudi- ci: lo avevo detto che Vitaliano Esposito sarebbe stato costretto alle dimissioni o che non sarebbe stato rinnovato, ed è successo che ha abbandonato il suo incarico. Voi sì che state mettendo mano nel tribunale, non la precedente legislatura. Il disegno adesso è chiarissimo, sono stati allontanati anche i giudici di appello e sono convinto che i prossimi giudici di appello saranno Isabella Pasini e Valeria Pierfelici, scelti internamente, come richiesto dall’Ordine degli avvocati. E Francesco Santoni e Elisa Beccari saranno i prossimi due commissari della legge, questo è il disegno, vedremo di quanto sbaglieremo. E comporterà una nuova maggioranza nel Consiglio giudiziario ordinario. E ciò porterà a ulteriori tensioni tra magistrati”.

Le previsioni-provocazioni di Ciacci vengono poi confermate da Gian Nicola Berti, consigliere di Noi per la Repubblica, oltre che avvocato di Valeria Pierfelici, Gabriele Gatti e Stefano Ercolani. Berti che non perde occasione per insinuazioni discutibili sul Commissario della legge Laura Di Bona: “Come si è fermato il processo ‘conto Titoli /Demeter’? – insinua Berti – Con la nomina di Guzzetta che ha bloccato il lavoro dei team e ha affiancato al giudice naturale delle indagine il commissario Di Bona”. In realtà fu il Magistrato Dirigente Ferroni, in accordo con tutti i giudici, a sgravare l’inquirente del “caso titoli” di altri fascicoli perché portasse avanti celermente determinati casi, e 

fece anche un comunicato stampa all’epoca. Inoltre, risulterebbe che in seguito sarebbe stato lo stesso Commissario Morsiani a richiedere un affiancamento in quella indagine. Comunque, Berti conferma il disegno sul tribunale: “Le previsioni del consigliere Ciacci: quando c’è qualcosa di sensato è logico prevederlo. E’ come se la Juve giocasse contro il San Marino e dicessimo già il risultato. Se guardiamo alla carriera interna dei commissari infatti viene fuori che quelli con maggiori anni di carriera sono proprio quei nomi”, come dire: scontato, per Berti, che giudici di appello saranno Pasini e Pierfelici.

Interviene anche sul punto Nicola Renzi di Repubblica futura: “Il servizio migliore che possiamo fare al nostro Paese è quello di guardare avanti e non indietro. Evidentemente, non potendo rispondere punto per punto ai sei temi sollevati dalla mozione, ci si è arrampicati sugli specchi per descrivere la situazione passata come non era. Possiamo accettare tutto, ma non la diffusione di menzogne, trincerandosi dietro allo schermo di questo microfono. Il consigliere Berti ha sostenuto che il processo del caso Titoli si sarebbe interrotto perché ‘la politica ci ha messo le mani’ e qualche magistrato si sarebbe prestato a fare cose non lecite. Lei non può permettersi si venire a dire che il Commissario della legge Di Bona nel suo operato sul caso Titoli abbia fatto qualcosa di più o di meno, rispetto al suo incarico di magistrato. Altrimenti continuiamo con il solito meccanismo che si può venire in quest’Aula e dare pagelle a magistrati. L’indagine è andata avanti per due anni e lei pensa di poter venire qui a dire che Guzzetta è intervenuto magari bloccando il processo? Lei diceva che i due commissari della legge indicati da Ciacci diventeranno giudice di appello, benissimo, sennonché il giudice di Bona ha più anzianità. Si evince da questo e dall’azione del Segretario di Stato, che Ugolini è stato messo lì per portare avanti un progetto scritto prima delle elezioni. Non veniteci a parlare di unità di intenti, voi avete un’idea che è quella di cacciare dal tribunale i magistrati uno per uno, facendo la spunta dei giudici che hanno provato semplicemente a dire – da buon ultimo il giudice Esposito- che nel nostro Paese l’albero del diritto sta venendo sradicato a favore della sovranità della legge. E’ un’affermazione talmente forte da essere drammatica. Una legge può decidere che diritti inviolabili possono essere violati”, ha concluso Renzi.

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