San Marino. Lavoro e sviluppo, “9 azioni a costo zero per il rilancio”

San Marino. Lavoro e sviluppo, “9 azioni a costo zero per il rilancio”

Riceviamo e pubblichiamo

Leggi anche la prima parte dell’intervento.

 

PARTIRE DALLA SEMPLIFICAZIONE

La cosa più intelligente è quella di partire dalle cose a costo zero. Vale a dire lavorare sugli aspetti legati allo snellimento della burocrazia, in particolare per limitare i blocchi alla nascita di imprese e permettere loro di lavorare al meglio.

Su questo, dopo una prima fase di preparazione del lavoro, tra Settembre 2017 e Giugno 2019 (quindi in 21 mesi di lavoro effettivo, prima della crisi di Governo), abbiamo emanato norme sui seguenti aspetti:

  1. liberalizzazione delle assunzioni, 
  2. eliminazione dei blocchi all’avvio delle attività commerciali in territorio per i non residenti, 
  3. riduzione dei settori dove serve il nulla osta del Congresso di Stato per operare, 
  4. maggiore facilitazione ad ottenere residenza in territorio per chi investe,
  5. predisposizione del bilancio in formato elettronico, 
  6. iscrizione diretta da parte dei professionisti sul Registro delle Società dei vari atti e fatti riguardanti le società che seguono, 
  7. estensione della possibilità di autocertificazione anche per i non residenti quando avviano una impresa, 
  8. eliminazione del concetto di coerenza fra le attività dell’oggetto sociale e della licenza,
  9. allungamento dei tempi di versamento del capitale sociale,
  10. liberalizzazione della possibilità di avere più licenze e di ubicarle nella stessa sede.
  11. conferenza dei servizi,
  12. Segnalazione Certificata di Inizio Attività, come strumento per evitare di dover ottenere un provvedimento autorizzativo da parte dell’Amministrazione rispetto a una serie di situazioni,

tutti elementi utili a raggiungere gli scopi sopra descritti. Inoltre, abbiamo avviato le procedure per giungere allo Sportello Unico per l’Impresa (processo che ha richiesto, come spesso accade da noi, molto più tempo del previsto)

Naturalmente questo inizio di lavoro richiede ulteriori passaggi (su cui non abbiamo fatto in tempo a lavorare), e ne cito 9 di grande importanza:

  1. l’introduzione del meccanismo del silenzio-assenso, vale a dire la definizione di tutti i procedimenti amministrativi che possono prevedere che, trascorso un certo tempo da definire procedimento per procedimento, una non risposta dell’amministrazione corrisponda ad una autorizzazione/concessione/nulla osta all’operatività richiesta;
  2. l’abolizione dell’obbligo di munirsi di licenza di esercizio per potere operare, arrivando quindi al concetto liberale per cui una impresa, una volta costituita, può lavorare senza necessità di ulteriori passaggi burocratici;
  3. l’introduzione di una tassa unica sulle attività economiche, in modo che, fatta eccezione per il pagamento della monofase e delle imposte sul reddito, i rimanenti pagamenti fiscali verso l’amministrazione siano compiuti in un unico momento;
  4. l’abolizione di tutte le Commissioni politiche o amministrative che intervengono in materia di autorizzazione in ambito d’impresa, sulla falsariga di quanto fatto con la Commissione per il commercio in ambito commerciale: esistono ancora svariate commissioni con poteri più o meno penetranti sulla vita delle imprese;
  5. lo sviluppo di una piattaforma informatica efficace che consenta il contatto solo on line tra imprese e Pa, anche attraverso software “sperimentali”, che le imprese private possono fornire allo Stato facendoseli pagare dagli utenti in base al loro uso e alla loro fruibilità;
  6. l’azzeramento del capitale sociale richiesto alle imprese per potersi costituire, eventualmente studiando un meccanismo di incremento progressivo dello stesso capitale al crescere del livello di attività;
  7. una semplificazione della normativa antiriciclaggio sulle imprese, che permetta di non moltiplicare i momenti e i soggetti che devono effettuare l’adeguata verifica, come spesso avviene oggi, riuscendo a centralizzare il processo.
  8. l’abolizione dei minimi contributivi per lavoratori autonomi e imprese individuali, che ne blocca di fatto la nascita perché le carica di costi elevati ogni anno anche se non producono reddito (come spesso capita nella prima fase della loro vita);
  9. l’abolizione della tassa di primo rilascio di licenza, sempre con l’obiettivo di consentire alle imprese di partire senza eccessivi aggravi di costi iniziali (e nella prospettiva, come detto sopra, di abolire il concetto di licenza);

Gli ultimi 2 interventi, per inciso, non sono tecnicamente a costo zero (provocano minori entrate), ma il loro impatto non è significativo e può essere abbondantemente compensato dall’incremento del livello di attività economica che può generarsi.

Questo ovviamente va accompagnato all’implementazione piena dello Sportello Unico per l’Impresa, completando la riorganizzazione delle funzioni degli uffici nell’ottica di un accentramento delle competenze riguardanti le imprese.

Non sembrano, purtroppo, esserci azioni in atto per arrivare a questi 9 obiettivi (quasi tutti attuabili in tempi piuttosto rapidi); si vedono, invece, clamorosi passi indietro su conquiste importanti per le imprese, seppure scontate altrove, come la libertà di assunzione. Ed è veramente un peccato perché questo non aiuta lo sviluppo.

 

Andrea Zafferani

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