San Marino. Andrea Zafferani: “Rendere funzionale ed efficiente la Pa”

San Marino. Andrea Zafferani: “Rendere funzionale ed efficiente la Pa”

Leggi anche la prima parte, la seconda parte, la terza parte, la quarta parte e la quinta parte dell’intervento di Andrea Zafferani.

 

RENDERE FUNZIONALE ED EFFICIENTE LA PA

L’ultimo tema che mi sento di suggerire è legato alla funzionalità della PA. Essenziale per rendere performante l’economia e supportarla nella sua crescita, può essere invece la sua zavorra se non opera in maniera efficiente (come purtroppo spesso avviene oggi).

A mio parere occorre rivederne radicalmente le regole di funzionamento, in queste direzioni:

  1. la base di tutto deve essere la valutazione delle prestazioni e dei servizi forniti, a livello sia di dirigenza che di dipendenti, prevedendo delle conseguenze (di tipo economico o, nei casi più gravi, col licenziamento) in caso di scarse prestazioni e/o non raggiungimento degli obiettivi. Occorre procedere ad una “managerializzazione” della dirigenza pubblica, che deve avere obiettivi definiti e misurabili, libertà di agire a livello di gestione del personale, del budget e dell’organizzazione dell’ufficio come fosse un manager privato, e possibilità di essere licenziato se non raggiunge gli obiettivi (via quindi i “dirigenti di ruolo”, assolutamente inattuali). La valutazione, però, deve essere assolutamente non politica, ma effettuata da organismi terzi composti da esperti nella valutazione delle amministrazioni, sulla base di parametri oggettivi e chiari: solo in questo modo non ci sarà l’ombra della “politicizzazione” del lavoro ed il Dirigente sarà libero (e credibile) nel valutare i suoi dipendenti (e fare scattare le conseguenze del caso in presenza di scarso rendimento);
  2. fatto ciò, il rapporto di lavoro va privatizzato, vale a dire che deve funzionare come funziona nel settore privato, con la presenza di meccanismi di valutazione, possibilità di licenziare anche per motivi economici (es: riduzioni di spesa) o di stipulare accordi di solidarietà e/o Cassa Integrazione. Il contratto unico pubblico/privato deve diventare un obbligo di legge, non sono più possibili differenze nel modo di concepire il lavoro;
  3. va poi esteso l’orario di lavoro della Pa, anche a tutti i pomeriggi e al sabato mattina, almeno per uffici di front-office che hanno rapporto l’impresa (e l’utenza); 
  4. vanno previsti obblighi di formazione per tutti i dipendenti PA rispetto a inglese e informatica, aree sempre più essenziali nel rapporto con il privato.

Dalla valutazione delle prestazioni passa la valorizzazione delle risorse umane e la capacità di premiare i lavoratori più abili, professionalizzati e impegnati, evitando l’appiattimento sulla semplice anzianità di servizio che si vive oggi. Questo farebbe già da solo radicalmente migliorare le performance dell’amministrazione, assieme alla privatizzazione del rapporto di lavoro che renderebbe più competitivo l’ambiente a tutto vantaggio dell’efficienza. Le ultime due aree di intervento renderebbero la PA ancora più a misura di impresa a livello di orari e capacità. 

Infine serve un preciso piano di digitalizzazione delle procedure, anche con l’inserimento di nuovi software più a misura di utente, in modo tale che ogni pratica o servizio da e verso la PA possa essere svolta da remoto senza recarsi allo sportello (dalla prenotazione di un esame allo svolgimento di una pratica amministrativa fino all’ottenimento di un documento, prestazione o autorizzazione). 

Anche qui ben poco, purtroppo, sembra al momento muoversi in termini di riforme (e non è, purtroppo, una colpa solo di questa legislatura).

Termina qui il mio modesto contributo su quanto Giovanni Giardi ha stimolato con le sue riflessioni delle scorse settimane. Ho voluto lanciare alcune idee, naturalmente ce ne possono essere tante altre. Spero che possa servire e spero che anche altri vogliano provare ad immaginare la Repubblica del futuro e dare il proprio contributo di proposte e suggerimenti.

Andrea Zafferani 

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