In un lungo post su un gruppo Facebook, una sammarinese, mamma di due gemelle di 28 anni, entrambe disabili e non autosufficiente, ha voluto denunciare le difficoltà nate da quando è stata decisa la chiusura del centro diurno a causa del Covid-19.
Il centro, racconta la mamma, «è chiuso dal 30 ottobre» ed ha comportato che almeno «una quindicina di ragazzi diurni sono stati tagliati fuori» da qualsiasi attività aggregativa.
La sammarinesa spiega come le figlie abbiano sofferto molto la chusura del centro. «Chiudere un centro per disabili a San Marino – scrive la mamma -, e mandare a casa questi ragazzi, non è stato per niente dignitoso nei loro confronti, facendoli sentire esclusi, e io come madre mi sento di sollevare questo problema non indifferente e sollecitare l’opinione pubblica perché queste cose non dovrebbero accadere nel 2020. Se si chiude un centro per disabili lo Stato deve garantire uno spazio adeguato, una sistemazione anche provvisoria per alleggerire le famiglie e tenere impegnati i ragazzi con attività riabilitative ed educative, e dare l’opportunità di continuare il loro percorso».
La mamma sammarinese racconta delle difficoltà e del prezioso aiuto dei genitori «i quali hanno un’ età un po’ avanzata e con problemi di salute», tanto che ha comunque dovuto assentarsi dal lavoro per poter assistere alle proprie figlie. «sono una insegnante di scuola da tanto anni – spiega – e attualmente sono costretta a prendere permessi parentali al 20%».
La donna aggiunge di aver inviato lettere di protesta e chiesto l’apertura di spazi alternativi, ma senza successo.
Il racconto-denuncia della mamma sammarinese ha subito raccolto molti commenti di sostegno e solidarietà.
Non è la prima volta che la reclusione in casa dei ragazzi con disabilità viene denunciata. A giugno era stata la Fondazione Centro Anch’io a chiedere la riapertura del centro diurno in Repubblica in quel frangente chiuso per ben 4 mesi. La stessa Fondazione aveva denunciato appena qualche giorno fa la chiusura delle attività lavorative dell’atelier a cui accedevano i ragazzi disabili.
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