San Marino. Dimissioni Gabriele Rinaldi, “i veri motivi”, nell’ indagine di Serenissima

San Marino. Dimissioni Gabriele Rinaldi, “i veri motivi”, nell’ indagine di Serenissima

I veri motivi delle dimissioni di Gabriele Rinaldi

L’accordo con l’Organizzazione mondiale della sanità che vedeva San Marino capofila nel progetto piccoli Paesi pare si stia avviando verso il declino. L’accordo con l’Italia in materia di sanità che richiede una costante implementazione di politiche di adeguamento agli standard, non pare essere una priorità della nostra sanità. I parametri di efficienza nell’erogazione dei servizi sanitari sono piegati alle esigenze del budget. Il piano sanitario e la prevenzione delle malattie ben lungi dall’essere considerato la guida a cui tendere con determinazione per il miglioramento della sanità sammarinese. Sono questi i veri motivi che hanno spinto il dott. Gabriele Rinaldi alle dimissioni.

La questione del Casale La Fiorina è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Più che una goccia appare essere proprio una valanga. Non tanto e non solo perché qualcuno ha tentato di tenere segretati i dati sulla diffusione del Covid fra la popolazione anziana, ma per le scelte che sono state fatte nell’applicazione del protocollo di garanzia e tutela degli ospiti, che pare essere stato adottato con ritardo e poi addirittura pubblicato con date non corrispondenti al momento della redazione. Perché? Forse per far ricadere le responsabilità dei contagi su altri? Speriamo non sia così, perché l’indagine che stiamo conducendo noi di Serenissima è solo acqua zuccherata rispetto a quello che potrebbe riscontrare un’indagine del tribunale dato che di mezzo c’è la salute e in alcuni casi, la vita delle persone. Come sia possibile infatti aprire un reparto Covid all’interno della struttura che più di ogni altra ospita soggetti deboli che possono contrarre la malattia anche in forma grave, rimane un vero mistero. Cosa ancor più grave è che la decisione è stata assunta senza nessuna autorizzazione sostanziale dell’Authority Sanitaria che anzi si è opposta alla definizione delle zone rosse interne al Casale in quanto non venivano preventivamente garantiti tutti i presidi per evitare l’espansione del contagio. Una scelta che non si spiega dato che presso il reparto Covid dell’ospedale i posti sono 34 e ne vengono usati in media solo 20.

Ma l’Autorithy non ha inteso certo mettere i bastoni fra le ruote né alla Direzione Sanitaria, né tanto meno al Governo, sostenendo durante l’incontro del Gruppo per l’Emergenza Sanitaria quali dovevano essere i provvedimenti tecnici da adottare per mettere in sicurezza il Casale. Non pare però che di tale posizione ci sia rilevanza nei verbali del Gruppo e questo potrebbe aver fatto ulteriormente irretire il Dott. Rinaldi che è stato chiamato in causa sull’argomento solo due giorni dopo che la decisione di istituire il reparti rosso a Fiorina era già stata adottata, non ricevendo alcuna risposta sui presidi se non per timidi tentativi.

Marginalmente occorre anche dire che l’istituzione di un centro d’isolamento Covid separato dall’ospedale richiede aumenti di personale fortissimi, di gran lunga superiori a quelli previsti per un aumento delle degenze nel classico reparto Covid dove ovviamente è possibile usufruire di sinergie di servizio, assenti invece in strutture separate. Quindi neppure la motivazione economica è giustificata. Ne resta una sola, quella di non sommare il numero dei malati al totale complessivo. Ma questo triste elemento possiamo solo supporlo, non certo dimostrarlo.

Le imposizioni che continuano a fioccare su tutta la struttura sanitaria e socio assistenziale in capo all’Iss sono al centro di un sempre più forte dissenso all’interno di tutta la struttura dai centri sanitari, alle case di assistenza, fino all’ospedale e alle specialistiche. Pare che l’obiettivo sia quello di contenere un budget esploso negli ultimi anni, ma che era già latente nei conti che venivano fatti pagare ad altre casse di compensazione interne all’Iss fra cui quelle dei contributi dei lavoratori.

Il Dott. Rinaldi se ne è andato perché ha raggiunto il limite pensionabile o ancor più gravemente perché a lui non è stato proposto il posto di Direttore Generale? Se gli si dice questa cosa lui risponde stizzito: se ha dato le dimissioni è perché le cose che ritene siano necessarie non si fanno e quelle determinate da logiche difficilmente compatibili con una gestione equilibrata della sanità, trovano invece spazio e sostenitori.

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