San Marino. RETE: L’agricoltura “biologica” e “sostenibile”… e il finanziatore Cargill

San Marino. RETE: L’agricoltura “biologica” e “sostenibile”… e il finanziatore Cargill

L’informazione di San Marino: RETE: L’agricoltura “biologica” e “sostenibile… e il finanziatore Cargill

Il comunicato di Rete (non inviato a questo giornale come da lista di proscrizione del movimento) sulla “riforma dell’agricoltura” può essere considerato quasi un autogol. Nel comunicato infatti brillano affermazioni come “sostenibilità, come unica via per attuare modelli di produzione e di consumo sani”, “unica carta da giocare è quella della ‘qualità’, in un contesto dove ‘locale’ e ‘sovrano’ coincidono”, “Oggi, la qualità fa rima con biologico, che è la sfida di ogni produzione di eccellenza”, “Salvaguardare le colture dagli Ogm significa affermare un modello di produzione oramai riconosciuto a livello mondiale, capace di garantire una maggiore eco-sostenibilità dei sistemi produttivi e un salto di qualità verso l’agricoltura biologica a beneficio dei consumatori, del territorio e della biodiversità”.

Tutto molto bello. Tuttavia stride alquanto con la scelta del governo – e quindi anche di Rete – di ottenere un prestito da Cargill, un’azienda che certo non ha fatto della “sostenibilità” una bandiera.

Ricordiamo che proprio di recente le associazioni ambientaliste sammarinesi hanno raccontato chi è Cargill: una multinazionale responsabile della deforestazione in Amazzonia, con enormi allevamenti che emettono grandi quantità di gas serra (CO2 e metano), che sfrutta fertilizzanti e fitofarmaci, e ,dulcis in fundo, finita recentemente sotto processo per sfruttamento del lavoro minorile e riduzione a schiavitù nelle piantagioni di cacao. Non c’è che dire: proprio un fulgido esempio del “biologico” e “sostenibile” di cui parla Rete.

Anche Repubblica Futura, su facebook, ha fatto notare la contraddizione tra parole (tante) e fatti: “dopo l’inquietante accordo con Cargill definita la peggiore multinazionale del mondo, per via dei danni provocati all’ambiente, Rete prova a cercare la verginità perduta” scrive la forza di opposizione. “Tentativi scontati, banali e tanto diffusi da aver creato un neologismo:️ greenwashing, una strategia di comunicazione che punta a creare una immagine di sé positiva, ma ingannevole sotto il profilo della sostenibilità ambientale, per scostare l’attenzione pubblica dalle pratiche nefande messe in atto in realtà. Una bella presa in giro, un ambientalismo di facciata che oramai non inganna più nessuno”.

Rf inoltre evidenzia che “a San Marino le coltivazioni Ogm sono già vietate. Di solito, è meglio scrivere di argomenti che si conoscono.

Purtroppo, dopo l’accordo scellerato, non si possono più ostentare ‘mani pulite’ fino a che i termini dell’accordo non saranno resi noti, dando la possibilità a tutti di capire a cosa lo Stato si stia prestando, nessuna buona intenzione, né belle parole, né buoni propositi di sostenibilità. Nulla è più credibile – rimarca Rf – abbiate rispetto per sensibilità e intelligenze. E così, una dopo l’altra, tutte le lettere dell’acronimo si dissolvono: dopo la T di Trasparenza è arrivato il momento della E di Ecologia. Resta poco, molto poco”, conclude Repubblica Futura.

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