Riceviamo e pubblichiamo una nuova lettera di Giovanni Giardi dal titolo “Ne usciremo avendo un futuro?”:
“Cominciano a emergere preoccupazioni serie per l’andamento dell’economia sammarinese. Sono contenute nelle posizioni espresse da Osla, Usot, Anis, sindacati e qualche politico capace di staccarsi dai discorsi da bar. I dati sull’occupazione e la Cassa Integrazione sono i primi a emergere come spettri da un mare nero di distrazione giustificata dall’emergenza Covid.
Potrebbero sembrare dati poco più che congiunturali, ma se visti nel contesto e in prospettiva potrebbero segnalare l’arrivo di una tragedia. L’Europa sta varando piani epocali paragonabili al piano storico Marshall del dopoguerra. Se pensiamo che l’Italia avrà a disposizione mezzi europei per l’innovazione, la ricerca, il green, per la formazione, per il sostegno alle aziende, occupazione giovanile e femminile, sanità e altro, cosa potremo offrire noi alle aziende migliori per tenerle a San Marino? Si accontentano di quella sammarinesità che chi ci governava sbandierava per non entrare in Europa (mentre era solo per fare i propri comodi senza le norme di controllo europee)? Non se ne andranno dove poter fruire di questi sostegni e contributi? In ogni caso il nostro sistema economico e occupazionale non si impoverirà a livello di povere attività marginali senza futuro?
Non credo che chi ci governa sia impegnato a fare progetti lungimiranti come peraltro chi ci ha governato in passato, ma in ogni caso non ci sono proprio i mezzi e le risorse visto che per avere qualche prestito abbiamo dovuto ricorrere a strani finanziatori….
Si può sperare le persone di buona volontà, che non dovrebbero mancare nei partiti e nelle istituzioni, alzino gli occhi dall’immediato e, chiamando anche le istanze intermedie della società civile e i cittadini a una democrazia partecipata e a una assunzione di responsabilità, guardino con un po’ di lungimiranza al futuro di questo povero Paese e ai destini delle nuove generazioni?”.
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