Mi ha acceso speranze il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Next Generation Italia”.
Un piano che coglie indicazione e risorse dell’Europa e non riguarda solo i giovani, ma anche gli squilibri di genere e territoriali. Non lo approfondisco. Spero lo farà qualcun altro, magari qualcuno dei giovani che vedo già molto impegnati nella vita politica sociale ed economica del Paese.
Lo prendo come occasione per ribadire la preoccupazione espressa in qualche mio scritto recente per il mondo che lasceremo alle nuove generazioni: un mondo disastrato ecologicamente; con guerre continue, lo sfruttamento e le dittature che provocano sofferenza, povertà e migrazioni bibliche; per le nuove epidemie i debiti enormi e il sistema previdenziale e di welfare a rischio. Una situazione che lasciamo sulle spalle delle nuove generazioni che hanno poche speranze di potersi programmare la vita a cui hanno diritto di aspirare. (…)
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