Titolo irredimibile Carisp, L’Espresso: “San Marino potrebbe essere un laboratorio-esperimento”

Titolo irredimibile Carisp, L’Espresso: “San Marino potrebbe essere un laboratorio-esperimento”

“San Marino potrebbe essere un “laboratorio-esperimento”, come lo è per l’utilizzo del vaccino russo Sputnik V in Europa. Va però detto che la strategia del Titano sarà vincente solo se il piccolo paese riuscirà a procedere con le riforme strutturali necessarie per rimanere sui mercati finanziari, altrimenti la bolla verrà a galla”.

Così il settimanale L’Espresso sintetizza in un articolo l’operazione ‘titolo irredimibile’ di Cassa di Risparmio con cui la Repubblica di San Marino “è riuscita a far evaporare circa mezzo miliardo di debiti, con una mossa di alta ingegneria finanziaria“.

Un titolo di Stato Irredimibile – spiega la giornalista Gloria Riva – è un btp senza scadenza, che paga degli interessi periodici e che può essere rimborsato a discrezione dell’emittente al valore nominale. A giugno se ne è parlato anche in Italia. Il presidente della Consob, Paolo Savona, aveva lanciato l’idea di collocare sui mercati finanziari dei titoli di Stato italiano Irredimibili, detti anche Perpetui o Btp di Guerra, perché gli Stati Uniti e alcuni paesi Europei li avevano usati all’epoca della Seconda Guerra Mondiale per finanziare le spese militari e la ricostruzione post bellica.

La scorsa estate l’idea di Savona è stata archiviata come l’ennesima stramberia, soprattutto perché poco dopo l’Europa ha lanciato il Recovery Plan, assegnando 209 miliardi all’Italia e rinviando quindi l’urgenza di racimolare capitale fresco per far fronte al debito pubblico e alle nuove spese portate dal Covid-19. Chi invece ha preso quell’idea e l’ha messa in pratica è proprio la Repubblica di San Marino che, non potendo contare sulla copertura della Bce, ha architettato una raffinata strategia finanziaria, per nascondere il “buco” della banca di Stato, ricorrendo ai Titoli di Stato Irredimibili senza in realtà far entrare un euro. Già, perché a differenza dei titoli di Guerra risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, che erano destinati ad investitori privati (quindi a cittadini che li compravano), questa volta è stata la Banca sammarinese ad acquistare il titolo, dando in cambio la scrittura privata contabile. Dunque lo Stato ha offerto il titolo perpetuo all’istituto di credito, il quale l’ha pagato con la scrittura privata che serviva per colmare l’ingente buco di bilancio. Così facendo la banca non ha speso neppure un euro per avere in cambio il Btp perpetuo, che poi ha offerto ai propri clienti per investimenti finanziari.

Inoltre, per effetto delle regole internazionali di contabilità, i titoli irredimibili non vengono registrati sul bilancio finanziario dello Stato, quindi il “vecchio buco” generato dal gruppo Delta non si vede. Inoltre lo Stato si impegna ogni anno a versare alla Cassa di Risparmio 8,5 milioni di interessi. Et voilà, gli oltre 450 milioni di debito si sono trasformati in un titolo di Stato e sono scomparsi dal bilancio”.

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