San Marino. Festino’ di Via Giacomini, i retroscena

San Marino. Festino’ di Via Giacomini, i retroscena

I retroscena del ‘festino’ di Via Giacomini, la ricostruzione del pomeriggio

Tutti gli aspetti dell’evento che sta facendo discutere la Repubblica

Tra indiscrezioni, smentite, conferme parziali e prese di distanza nel weekend pasquale in tutta la Repubblica non si è parlato altro che dei fatti di via Gino Giacomini anticipati dal nostro scoop. Che l’ormai famoso “festino” di giovedì 1 aprile pomeriggio si sia svolto e che non fosse un semplice appuntamento estemporaneo, ma qualcosa di preorganizzato a questo punto è un dato di fatto. Infatti, oltre alle scuse dei due Consiglieri di Rete Spagni Reffi ed Arcangeloni, sono emersi i verbali della Gendarmeria, il comunicato di uno dei soci della Macelleria del Corso, le prese di posizione di alcuni partiti di maggioranza, le dichiarazioni del Segretario di Stato alla sanità Roberto Ciavatta e del Consigliere di NPR Gian Nicola Berti e, soprattutto, le testimonianze indignate di tanti cittadini testimoni diretti dell’accaduto. Ma cosa è successo esattamente?

A seguito della cerimonia istituzionale per l’insediamento delle loro Eccellenze Gian Carlo Venturini e Marco Nicolini, i due Reggenti e i propri ospiti si sono recati, in maniera separata, nello stesso ristorante del centro Storico per il consueto pranzo conviviale. Al termine del banchetto, verso le ore 17.00, gli ospiti sono stati invitati a proseguire i festeggiamenti presso il magazzino della Macelleria del Corso in via Gino Giacomini dove erano stati preparati affettati e bottiglie di vino. Fino alle ore 19,30 quindi i residenti della zona e diversi passanti hanno potuto assistere ad un andirivieni di personalità note tra le quali diversi esponenti politici di maggioranza e rappresentanti della società civile.

Ma chi ha organizzato questo evento? Le testimonianze da noi raccolte ci dicono che “dal ristorante sono andati giù a bere qualche bottiglia da “Fabione” e da lì è partito tutto…”. Spagni Reffi ed Arcangeloni scrivono che è stato loro “proposto un invito per un brindisi estemporaneo all’esterno di un’attività commerciale di Via Gino Giacomini”, mentre dal racconto di Manuel Zanotti, uno dei titolari della Macelleria del Corso, si deduce che l’iniziativa fosse stata organizzata e le persone che vi hanno partecipato siano state quelle prima presenti al pranzo della cerimonia di investitura.

Ma chi ha invitato i due Consiglieri di Rete? Chi ha chiesto alla Macelleria del Corso di “accogliere” gli invitati? È evidente che si volesse continuare a festeggiare la Reggenza dopo il pranzo consumato e non è difficile capire chi sia stato l’organizzatore dell’ulteriore ‘brindisi’.

I partecipanti non sono stati solo sei, come indicato dai due Consiglieri di Rete, che si erano “trattenuti più a lungo insieme ad altre quattro persone”; questi sono stati solo i più ingenui – si fa per dire – pizzicati dalla Gendarmeria. Ma chi sono gli altri politici intervenuti e che “a scaglioni” si sono avvicendati sul posto? È certa la partecipazione del Segretario di Stato Roberto Ciavatta accompgnato dal Consigliere di Rete Daniela Giannoni; lo confermano lo stesso Segretario di Stato nelle sue dichiarazioni di ieri e sua sorella, Laura, in un suo post su Facebook, dove scrive che il fratello “è passato a fare un saluto, su invito, e poi se ne è andato, dopo 10 minuti”.

Altro dato su cui non è possibile concordare, è quello che i partecipanti non abbiano voluto trasgredire le limitazioni; aver partecipato in un deposito di un negozio non autorizzato alla somministrazione di alimenti trasgredisce non solo le norme anti-Covid, ma anche le precedenti leggi in vigore ed è meglio non immaginare cosa potrebbe accadere se risultassero coinvolti altri e più alti profili istituzionali.

Testimoni oculari riferiscono che dopo il pranzo “i politici sono arrivati tutti insieme, fra questi i consiglieri, Gloria Arcangeloni, Daniela Giannoni e il Segretario Ciavatta e anche quattro componenti della Democrazia Cristiana, uno dei quali giovane…”.

Serenissima ha a sua disposizione altre testimonianze che nei prossimi giorni faremo emergere. Perché crediamo sia corretto, con dati ed elementi alla mano, fare totale chiarezza.

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