San Marino, il “festino” nella conferenza stampa di Repubblica Futura

San Marino, il “festino” nella conferenza stampa di Repubblica Futura

FESTINO, RF CHIEDE LE DIMISSIONI DI CIAVATTA E RABINI… STRATEGIE NON PIU’ CREDIBILI 

Ci aspettiamo forti prese di distanza da parte di chi ancora nella maggioranza crede che le leggi vadano rispettate da tutti

Antonio Fabbri

Repubblica futura invia una lettera alle Reggenza per chiedere la convocazione di una seduta del Consiglio ad hoc per dibattere la vicenda del festino di Via Gino Giacomini, ritenuta gra- vissima alla luce della presenza, in particolare del Segretario alla Sanità e del direttore sanitario, oltre che di numerosi consiglieri di maggioranza.

“E’ una situazione che ha lasciato tutti senza parole perché il comportamento posto in essere da chi dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio, ha suscitato sgomento in tutta la popolazione. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza attraverso messaggi, telefonate e contatti sui social, per quello che abbiamo anche noi come movimento portato avanti”, afferma Maria Katia Savoretti.

Nel merito del fatto è entrato il capogruppo Nicola Renzi: “Le cose successe sono molto spiacevoli. Io vorrei focalizzare l’attenzione su un tema: chi fa politica, ha degli incarichi politici o alti incarichi amministrativi, ha il dovere di dare l’esempio e il dovere di rispettare lui per primo le leggi che contribuisce ad emanare o addirittura che contribuisce a scrivere. Cadute su delle bucce di banana come questa si vedono anche negli altri paesi, ma quello che negli altri paesi abbiamo visto è un silenzio semplice, ammissione di responsabilità accompagnato dalle scuse e dalle dimissioni. Questo ciò che succede nei paesi seri per fatti che hanno magari avuto anche una eco mediatica minore di quest caso. Questo è il fatto vero ed eclatante che la nostra Repubblica è stata sbandierata e lesa sui giornali e mezzi di informazione nazionali e anche internazionali. L’immagine della Repubblica diventa così famosa nel mondo perché proprio coloro che devono fare le leggi ed essere di esempio per i cittadini dopo più di un anno di enormi e immani sacrifici, invece vogliono dare la dimostrazione che a loro sia concesso tutto, che a loro sia concesso ciò che agli altri è vietato. E sinceramente fanno molto pensare alcune versioni caricaturali che dell’accaduto sono state fornite da alcuni protagonisti, e stupi- sce ancora di più il continuare a dare una versione che pare mol- to lontana dalla verità. Guardate, abbiamo sentito dire di tutto: che questo è un pro- blema legale, adesso si mette- ranno in campo probabilmente l’esercito, i corpi uniformati, la polizia civile, i magistrati del tribunale, tutti a fare delle indagini. Ma qui c’è poco da indagare: chi era presente e ha incarichi politici ha il dovere di dirlo e di trarre le conclusioni. Il resto sono chiacchiere e tentativi un po’ legalesi e burocratici di nascondere la verità. Le responsabilità sono politiche e devono essere chiarite in Consiglio una volta per tutte. E poi, lasciateci dire, un po’ di sobrietà in un periodo come questo sarebbe stata di buon esempio per tutti: pranzi da 120-140 persone, se ci sono stati, riteniamo potessero essere lasciati perdere, e crediamo certamente che dopo un pranzo così, continuare con la merenda sia una cosa che si poteva evitare, soprattutto perché i cittadini normali, tra i quali anche noi, cose come queste non le hanno potute fare, ce le siamo sognate in quest’anno. Perché? Perché abbiamo rispettato la legge. Allora evidentemente quella famosa trovata dei vaccini ai consiglieri, che noi come Rf ab- biamo stigmatizzato e rifiutato, probabilmente era solo l’inizio della sequela dei privilegi ai quali qualcuno crede di poter accedere, semplicemente perché davanti al nome può mettere un ‘cons’ della Repubblica. E allora noi crediamo che occorra fare chiarezza. Per fare chiarezza ci sono voluti 5 giorni. Il governo è stato silente per 5 giorni; alcuni partiti della maggioranza non si sono ancora espressi su cose che li riguardano da vicino e il diretto interessato, il segretario Ciavatta, per prendere una posizione e dire ‘io c’ero’ ci ha messo 5 giorni. Lo riteniamo inaccettabile, inaudito e ancora totalmente insufficiente”. Quindi un ringraziamento ai cittadini e un appello. “Abbiamo sentito parlare di regie occulte, di iniziative intraprese, magari anche di denunce. Bene, noi vi diciamo: non abbiate timore, non lasciatevi intimidire da chi mai lo volesse fare. Quello che si deve fare è raccontare la verità di quello che si è visto e quando la si dice non bisogna avere alcun timore. Sappiate che le intimidazioni non potranno mai averla vinta”.

Sara Conti rimarca: “Alla luce del fatto che è necessario fare chiarezza sulle responsabilità politiche, come Rf abbiamo inviato una lettera ai Reggenti nella quale abbiamo chiesto di convocare un Consiglio Grande e Generale di urgenza. In questo momento il nostro paese sta attraversando forse uno dei periodi più duri della sua storia. Da oltre un anno siamo sottopo- sti a limitazioni e a sacrifici per combattere la pandemia e non possiamo permetterci di archi- viare l’episodio del primo aprile come una semplice leggerezza. Non possiamo farlo perché rico- priamo incarichi pubblici che sono quelli di consigliere, magari anche Segretario di Stato, o altri incarichi che portano con sé delle responsabilità che chi era presente deve prendersi, re- sponsabilità politiche che vanno accertate nel luogo deputato, il Consiglio. Ci attendiamo un riferimento dettagliato del Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, del quale è stata tra l’altro accertata la presenza all’evento del primo aprile, e chiediamo anche un riferimento del segretario agli Interni Elena Tonnini. Abbiamo sul tavolo le dimissioni degli unici due Consiglieri che hanno avuto il coraggio e l’onestà per lo meno di ammettere la propria presenza. Sappiamo però che ce ne sono altri che ancora rimangono nel silenzio forse sperando che basti mandare alla gogna questi unici due che si sono fatti avanti. Altri ancora si stanno arrampicando sugli specchi con giustificazioni ben poco credibili. Di qui la richiesta di un Consiglio grande e generale di urgenza”.

Fernando Bindi si focalizza sulla reazione dell’opinione pubblica. “A mio modo di vedere – afferma – il governo non ha assolutamente capito qual è il clima che si respira nel paese di fronte alla realtà che stiamo vivendo. Non si è reso conto che il festino, la giovacca si usava dire in campagna per feste di questo tipo, abbia rappresentato il detonatore di una situazione di malessere e disagio a vari livelli, sia a livello di relazioni interpersonali, sia a livello lavorativo sia più in generale a livello di paese che non vede una via di uscita praticabile e seria alle difficoltà. Ebbene, il gover- no non ha assolutamente capito questo stato d’animo”. Poi aggiunge: “I partecipanti alla festa si lamentano delle espressioni che la gente usa. E’ normale, perché questo clima Rete lo ha messo in piedi per tre anni ed ha incoraggiato tutta l’espressione peggiore della società, per usarla nei confronti di chi era allora al governo, criminalizzando tutto, non portandolo sul livello politico. Adesso non si possono lamentare. Credo che al di là dell’episodio gravissimo, gravissimo veramente, si debba riflettere su una prospettiva: questo governo finora non è stato in grado di muovere un passo in senso propositivo e di lungo respiro. Ha solo segretato accordi costosissimi, ha violato palesemente tutte le norme, ha distrutto un tribunale perché c’era stato qualcuno che ha osato mettere in discussione un vertice… ebbene, adesso chi semina vento raccoglie tempesta e sarebbe saggio che molti seguissero l’esempio dei due consiglieri, ai quali va dato atto di avere avuto un senso della posizione e dello Stato che altri non hanno avuto e ci auguriamo che alle parole seguano i fatti e che non si butti tutto in caciara sostenendo che tutto sommato è stata una ragazzata. No. Non è stata una ragazzata. E’ stata una manife- stazione sciocca di onnipotenza”, conclude Bindi.

Andrea Zafferani rileva: “Oggi la stampa ha fatto altri nomi. Il quando si sta rendendo sempre più chiaro su quello che il Paese già sa da giorni sulla presenza di tutta una serie di attori istituzionali a quella festa. Stanno emergendo presenze, democristiane, retine e di Npr, su cui ci aspettiamo forti prese di distanza da parte di chi ancora nella mag- gioranza crede a un semplice fatto: che le leggi vadano rispettate da tutti, compresi consiglieri e segretari di stato. Ci sono due situazioni a nostro parere che assumono gravità forse maggiore di altre alla luce di una situazione che il paese sta vivendo. Abbiamo la terapia intensiva piena”. Poi sulla presenza del Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta e del Direttore Sanitario Sergio Rabini al festino Zafferani rimarca: “Vedere due delle persone maggiormente in prima linea nella lotta al coronavirus, uno perché ha responsabilità politica e uno perché dalla struttura sanitaria immagino dia indicazioni su come muoversi, partecipare a una situa- zione dove c’è palese violazione dei decreti, lascia delle scorie rispetto alla necessità che le persone credano e seguano le disposizioni anti-covid, perché diventa un problema sa- nitario e perde credibilità la strategia della lotta al coronavirus. Allora ci chiediamo: come può essere credibile da oggi quello che le istituzioni statuiscono nei loro decreti, nelle norme che vengono messe sui cittadini, quando loro stesse non le rispettano e in particolare le due persone più in prima linea nella battaglia al coronavirus”. I due esponenti di governo e sanità “avrebbero dovuto fare sgombrare quella festa e fare intervenire la gendarmeria. Servono degli atti forti. Delle dimissioni, altrimenti non si riescono più a rendere credibili le strategie di lotta al coronavirus”.

Miriam Farinelli sottolinea il significato del ruolo pubblico di consigliere o membro di governo. “L’uomo pubblico in ogni momento deve dare conto dei propri comportamenti, sia in ambito pubblico che nella propria vita privata. L’uomo pubblico non ha sconti, non può pensare di farla franca o di addebitare comportamenti scorretti ad atteggiamenti adolescenziali. Ancor più se contravviene a leggi di cui è stato autore. Da oltre un anno ci troviamo con limitazioni della libertà personale. La pandemia ha messo in ginocchio tutto il paese. Siamo stati bersagliati da decreti pieni zeppi di limitazioni e tutti li abbiamo rispettati. Rispettare le regole oggi significa proteggere la nostra salute e proteggere anche la salute degli altri. Non rispettare le regole, soprattutto se questo avviene dalla parte politica, significa farsi beffe dei cittadini, porsi su un gradino più alto dove ci si può permettere cose che il cittadino comune non si può permettere. Soprattutto in una situazione sanitaria dove ancora c’è un altissimo numero di contagi e posti letto in terapia intensiva perennemente occupati”, conclude Miriam Farinelli.

 

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