San Marino vaccina usando lo Sputnik V. Jason Horowitz, The New York Times

San Marino vaccina usando lo Sputnik V. Jason Horowitz, The New York Times

The New York Times

San Marino vaccina usando lo Sputnik V

Jason Horowitz

La piccola repubblica circondata dal territorio italiano sostiene di non essere stata aiutata dall’Unione europea. Per questo si è rivolta alla Russia, con cui ha antichi legami

Tra le strade lastricate del centro abbondano i segnali dell’amicizia con la Russia

Al piano terra dell’unico ospedale di San Marino, piccola repubblica indipendente circondata dalla campagna italiana, gli infermieri preparano le dosi di vaccino contro il covid, prendendole da fiale di vetro con scritte in cirillico. Intanto cercano di tranquillizzare i pazienti, piuttosto nervosi. “Hai cominciato a parlare in russo da quando hai fatto la prima dose?”, scherza un infermiere strappando un sorriso a Erica Stranieri, 32 anni, mentre le inietta il vaccino russo Sputnik V. San Marino, antica enclave nell’Italia centro-settentrionale, con torri merlate e arroccata su un pendio nei pressi della costa adriatica, è conosciuta soprattutto come uno dei paesi più piccoli del mondo. Di recente, però, la pandemia ha dato a San Marino una tragica notorietà a causa di un tasso di mortalità da covid-19 tra i più alti del mondo. Inoltre fino a sei settimane fa rischiava di diventare l’ultimo stato in Europa ad avviare la campagna vaccinale. Le autorità locali avevano firmato un accordo con il governo italiano per la fornitura di vaccini, ma le dosi non sono mai arrivate. Così, mentre aumentava la tensione e i medici minacciavano di smettere di lavorare, il governo della piccola repubblica, in preda alla disperazione, si è rivolto alla Russia. San Marino, che mantiene da tempo un legame stretto con Mosca, ha comprato più di settemila dosi del vaccino Sputnik V, non ancora approvato dalle autorità sanitarie italiane ed europee. Per la piccola repubblica è sembrata una scelta naturale.

La cliente siberiana

Da anni molti russi visitano questo stato popolato da appena 33mila persone, andando in aereo da Mosca a Rimini, che dista appena venti chilometri da San Marino. Prima della pandemia ne arrivavano centomila ogni anno, tanto che molti negozi hanno assunto commessi che parlano russo. “Pronto, da”, risponde al telefono (in italiano e in russo) la manager ucraina di un negozio di occhiali da sole, dopo aver venduto quindici paia di occhiali costosi a un gruppo di clienti russi. “San Marino è molto conveniente per via delle tasse”, spiega Marina Skirnevskaya, 35 anni, siberiana residente alla periferia di Rimini, entrata nel negozio con il suo chihuahua. Gestisce un’ azienda di import ed export. È convinta che l’arrivo dello Sputnik V sia un fatto positivo e vorrebbe essere vaccinata. Tra le strade lastricate di pietra del centro storico abbondano i segnali dell’amicizia che lega San Marino alla Russia. A pochi passi dalle mura c’è una statua del 2006 che ritrae un bambino terrorizzato, dedicata alle centinaia di bambini uccisi dai gruppi armati ceceni nell’attentato del 2004 nella scuola di Beslan. All’interno dell’università c’è il busto del primo uomo nello spazio, il cosmonauta russo Yuri Gagarin. San Marino non ha appoggiato le sanzioni contro Mosca per l’invasione della Crimea. Nel 2019 il ministro degli esteri russo Sergeji Lavrov ha visitato San Marino senza fermarsi in Italia. “Politicamente il legame è molto forte”, conferma Sergio Rabini, 62 anni, direttore dell’ospedale di San Marino. A ottobre Rabini è stato ricoverato dopo aver contratto il covid-19. Attraversando il reparto covid, ancora pieno di pazienti intubati in terapia intensiva, si arriva verso il centro per la somministrazione dei vaccini. “Ecco lo Sputnik V”, dice mostrando una delle fiale. Già in passato San Marino non ha voluto seguire le agenzie sanitarie italiane ed europee, sottolinea Rabini: “Il Viagra lo abbiamo avuto prima che l’Europa lo autorizzasse”. Lo Sputnik V è l’ultimo di una serie di strumenti usati da Mosca per aumentare la propria influenza in Europa. In questo caso ha approfittato degli screzi tra l’Unione europea, lenta nell’avviare la campagna vaccinale, e alcuni suoi stati. Il primo ministro slovacco si è dimesso il 28 marzo in seguito a uno scandalo suscitato dalla sua decisione di negoziare una consegna di dosi del vaccino Sputnik V. Roberto Ciavatta, ministro della sanità di San Marino, sa bene che molte persone considerano lo Sputnik V uno strumento geopolitico di Mosca, ma è convinto che per il suo paese la questione sia molto più semplice. L’unico vaccino disponibile sul mercato “era lo Sputnik V”, spiega. I produttori di vaccini, spiega Ciavatta, avevano detto a San Marino che avrebbero trattato solo con l’Unione europea, e gli appelli del governo locale al consolato statunitense in Italia non avevano prodotto risultati. San Marino ha rappresentato un’anomalia politica con un’identità propria fin dalla sua fondazione, che secondo la tradizione risale al 301 dC. Il nome del paese sarebbe un omaggio a san Marino, un tagliapietre che viveva tra le caverne rocciose del monte Titano, sull’Appennino. Quello che inizialmente era stato un rifugio per i cristiani in fuga dalla persecuzione dell’impero romano, con il tempo si trasformò in un microstato ostinatamente neutrale. San Marino è una delle più antiche repubbliche del mondo e ha un sistema di governo vecchio più di settecento anni. La costituzione risale al 1600. Dopo essere sopravvissuto ai signori feudali, a Napoleone, all’impero austriaco e alla riunificazione italiana, nel novecento San Marino si è affermato come rifugio per gli italiani ostili al fisco e come destinazione turistica dello shopping senza tasse.

La repubblica di San Marino non fa parte dell’Unione europea e quindi non partecipa al suo programma di acquisto dei vaccini. Quando il sistema europeo è entrato in crisi, San Marino ha rischiato di rimanere ancora più indietro. Grazie all’aiuto della Russia, però, le posizioni si sono invertite. Al momento San Marino ha somministrato almeno una dose del vaccino al 26 per cento della popolazione, più del doppio rispetto alla media europea. Le autorità riferiscono che centinaia di italiani hanno cercato di prendere un appuntamento per il vaccino a San Marino, e che alcuni si sono presentati in ospedale nella vana speranza di essere vaccinati nel paese straniero dietro l’angolo. “Abbiamo chiesto aiuto all’Italia e non ce lo hanno dato”, accusa Denisa Grassi, 42 anni, insegnante, dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino. “Ora sono loro a volere il nostro aiuto”. Alcuni italiani pensano che la scelta di accettare lo Sputnik V sia solo l’ultima provocazione lanciata da San Marino durante la pandemia. Quando a novembre il governo italiano ha imposto a bar e ristoranti di chiudere alle 18, San Marino ha tenuto aperti i locali fino a mezzanotte, spingendo molti italiani ad attraversare il confine invisibile per spendere i loro euro nella repubblica e alimentando il timore delle autorità italiane per un possibile focolaio del virus.

Elmetti piumati

“Sono stati soprattutto i giovani ad approfittarne per uscire la sera”, spiega Aldo Bacciocchi, 50 anni, il cui Ristorante bolognese è stato mostrato recentemente dalla tv russa. Al momento anche i ristoranti di San Marino devono chiudere alle 18. Bacciocchi, anche vista la scarsa affluenza di clienti, pensa che solo le vaccinazioni permetteranno un ritorno alla normalità. Sua madre, 77 anni, riceverà la seconda dose il 9 aprile. “Lo Sputnik V non è una scelta, è l’unico disponibile”, spiega Bacciocchi. Il 31 marzo a San Marino è tornata una parvenza di normalità grazie all’appuntamento biennale con l’insediamento dei due capi di stato del paese, conosciuti come capitani reggenti. Per tutta la mattina e il primo pomeriggio le bande militari con i loro elmetti piumati hanno percorso le strade della città tra gioiellerie, bancarelle di souvenir, il Museo della tortura e tanti negozi che vendono pistole, balestre e spade, eredità delle armerie medievali e delle leggi piuttosto permissive sul possesso di armi da fuoco. Alla processione hanno partecipato anche alcuni residenti che indossavano maschere da fantasmi, una silenziosa protesta contro il lockdown. “San Marino non è nell’Unione europea e non riceviamo alcun aiuto”, sottolinea Massimiliano Carlini, 58 anni, organizzatore della protesta, riferendosi alla mancanza di fondi per le aziende in difficoltà. Carlini apprezza l’intervento della Russia. Matteo Nardi, infermiere di nazionalità italiana che partecipa alla protesta, si chiede perché l’Italia, in difficoltà per la carenza di dosi, non stia somministrando anche lo Sputnik V. “Voglio dire, perché no?”. uas

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