Fitch conferma per San Marino il rating “BB+” con outlook negativo

Fitch conferma per San Marino il rating “BB+” con outlook negativo

Fitch conferma per San Marino il rating “BB+” con outlook negativo.

Nel report gli esperti spiegano che il Titano da una parte ha “livelli di ricchezza elevati con il PIL pro capite più vicino alla media ‘AAA’ rispetto alla media ‘BB'”. Altri aspetti positivi sono “un settore delle esportazioni resiliente e un’ampia posizione netta di creditori esterni, nonché un sistema politico stabile”.

D’altra parte Fitch spiega che “il rating è appesantito da un elevato carico di debito e da un settore bancario ampio e poco capitalizzato. Anche le dimensioni molto ridotte dell’economia e la capacità amministrativa limitata, nonché i problemi di qualità dei dati e il basso potenziale di crescita sono i principali punti deboli”.

L’Outlook negativo invece “riflette l’incertezza riguardo all’efficacia della strategia del governo per ridurre in modo sostenibile le vulnerabilità significative del settore finanziario, in particolare il livello eccezionalmente elevato di prestiti in sofferenza (NPL), e a raggiungere il consolidamento fiscale”.

Osservato speciale resta il settore bancario che “ha finora dimostrato resistenza durante la pandemia” e registra “coefficienti di capitale e liquidità complessivamente migliorati” rispetto allo scorso anno. Ma gli esperti evidenziano che “la capitalizzazione del settore rimane bassa nel contesto di un elevato rapporto NPL. Sebbene le passività potenziali del settore bancario si siano materializzate nel bilancio del governo, permangono i rischi che un ulteriore deterioramento della qualità delle attività possa aumentare le esigenze di ricapitalizzazione del settore“.

Quindi il monito: “Il consolidamento fiscale rimane una sfida fondamentale per il governo poiché gli sforzi politici per riformare i sistemi fiscali e pensionistici sono stati ritardati a causa della pandemia”.

Viene poi ricordata positivamente la scelta di trasformare i 455 milioni di euro di debiti di Cassa di Risparmio in un bond irredimibile in pancia allo Stato: “La conversione – si legge – ha avuto un impatto positivo sul saldo fiscale del governo, contribuendo a ridurre i costi di ricapitalizzazione poiché CRSM non effettuerà più cancellazioni sulle sue perdite. Le nostre proiezioni fiscali indicano che i costi di ricapitalizzazione diminuiranno significativamente nei prossimi due anni a seguito della conversione perpetua delle obbligazioni e del nuovo ambizioso piano aziendale di CRSM. Prendiamo inoltre in considerazione che l’obbligazione perpetua non crea rischi di rifinanziamento aggiuntivi per il governo e che le spese per interessi aggiuntivi sono gestibili”.

Ma Fitch riserva anche alcune critiche all’esecutivo. Ad esempio scrive che “il sostegno fiscale del governo nel 2020 sia stato notevolmente inferiore a quello annunciato, dato che il finanziamento è stato garantito abbastanza tardi nell’anno. Di conseguenza, abbiamo rivisto la nostra stima del disavanzo di bilancio dell’amministrazione pubblica per il 2020 portandola al 7% del PIL da circa l’11,7%, escludendo eventuali costi di ricapitalizzazione delle banche. Prevediamo che la spesa non realizzata sarà parzialmente spostata al 2021 e prevediamo un disavanzo maggiore all’8,2%, che prevediamo ridursi al 3,2% nel 2022 con la diminuzione della pandemia”.

Si legge ancora: “Il fabbisogno di finanziamento fiscale (disavanzo previsto più ammortamenti del debito) è elevato al 30% del PIL per il 2021 e Fitch si aspetta che il governo lo soddisfi attingendo ai depositi e utilizzando parzialmente i proventi della sua emissione di obbligazioni internazionali”.

Per quanto riguarda il PIL, Fitch prevede che un rimbalzo del 4,5% quest’anno, dopo una contrazione stimata dell’8,8% lo scorso anno, “sulla base dei miglioramenti nei settori della vendita al dettaglio e del turismo e di un forte rimbalzo nella produzione orientata all’esportazione”.

Importante in questo senso l’avanzamento della campagna vaccinale sammarinese che, stima Fitch, può superare la soglia critica del 70% della  popolazione “entro la fine di aprile, consentendo così una riapertura dell’economia molto più rapida rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei”. Ma i rischi che questo rimbalzo sia più contenuto rimangono: “La diffusione del coronavirus e la lenta introduzione del vaccino nella vicina Italia e nel resto dell’Europa potrebbero avere un impatto negativo più forte del previsto sui dati del turismo e sulla crescita economica”.

I principali fattori che potrebbero, individualmente o collettivamente, portare ad un downgrade del rating sono:
“incapacità di affrontare le vulnerabilità del settore bancario in termini di scarsa qualità degli attivi, bassa capitalizzazione, perdite continue e bassa liquidità che creano rischi per la stabilità finanziaria e passività potenziali per lo Stato e impediscono alle banche di sostenere la ripresa economica attraverso maggiori prestiti.

Finanza pubblica: incapacità di collocare il debito su un percorso al ribasso nel medio termine, a causa di un periodo prolungato di bassa crescita o dell’incapacità di consolidare i conti di bilancio, ad esempio a causa della mancata attuazione delle riforme fiscali”.

D’altra parte questi sono i principali fattori che potrebbero portare ad un upgrade del rating:

“Continui progressi nella riduzione delle vulnerabilità del settore bancario, attraverso un ritorno alla redditività e un miglioramento costante della qualità degli attivi, della liquidità e dei livelli di capitale.

Finanza pubblica: maggiore fiducia nella riduzione del debito pubblico a medio termine, ad esempio attraverso una crescita economica più forte o il consolidamento fiscale”.

 

Il Segretario alle Finanze Marco Gatti ha commentato così il report alla San Marino Rtv: “La relazione di Fitch è molto positiva e prende atto dei miglioramenti che ci sono stati nel Paese nonostante la pandemia. Ha dato atto che le decisioni del governo hanno portato un buon riflesso e generano buona prospettiva”. Per questo non nasconde un po’ di delusione per il voto finale: “Il paese – commenta – meritava un riconoscimento maggiore”.

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