San Marino. CSdL: “No al lavoro interinale”

San Marino. CSdL: “No al lavoro interinale”

“Era morto, non se ne sentiva la mancanza, ma qualcuno lo vorrebbe resuscitare. Non è il Lazzaro evangelico, ma il lavoro interinale, regolamentato a San Marino dal 2005 e successivamente scomparso. È uno degli argomenti di cui si è parlato nel primo appuntamento di CSdL informa, trasmesso in diretta sulla Pagina Facebook “Cuore CSdL” nel tardo pomeriggio di ieri, con un’ottima risposta in termini di ascolto e di interesse”.

Lo riferisce un comunicato stampa. “Infatti nello stesso pomeriggio di ieri si è svolto un incontro via zoom convocato dal Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, per discutere delle norme che regolamentano gli invii al lavoro. Sono delle ipotesi di riforma che certamente non danno più diritti ai lavoratori, ma sono volte a precarizzare ulteriormente i rapporti lavorativi.

Il Segretario per il Lavoro, peraltro, nella discussione con sindacati e associazioni di categoria ha preteso di confrontarsi solo sulle sue proposte, senza dare spazio alle posizioni delle altre parti. Tutto questo nasce dall’impegno assunto dal Governo – attraverso una delega della legge di bilancio – di riformare il lavoro occasionale e migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, oltre ad altri aspetti come il lavoro per i soci, gli amministratori, i pensionati, ecc.

“In primo luogo – ha affermato il Segretario Confederale Enzo Merlini, sollecitato dal Segretario Giuliano Tamagnini che conduce ‘CSdL Informa’ – occorre ricordare cos’è il lavoro occasionale, il quale nasce per dare risposte alle imprese con attività non programmabili, e principalmente il settore turistico; serve per assumere alcune persone in tempi ragionevolmente brevi per pochi giorni. Ora l’intenzione della Segreteria di Stato e del Governo è quella di estendere il lavoro occasionale a tutti i settori del lavoro di San Marino, sulla falsariga del sistema che era stato adottato in Italia con i voucher, diventati la massima espressione della precarietà e del lavoro sottopagato, successivamente ridimensionato.”

“Abbiamo condiviso – ha rimarcato Enzo Merlini – l’esigenza delle imprese di sopperire alle malattie brevi, convenendo che fossero coperte dal lavoro occasionale, proprio perché sono fattori imprevedibili, a cui è giusto rispondere con queste forme di lavoro. Ma oggi l’intenzione del Governo è di allargare il lavoro occasionale a tutti i settori, introducendolo sotto la forma del lavoro interinale. È molto grave che il Segretario di Stato intenda ripristinare il lavoro interinale, che siamo riusciti a far scomparire nel 2005 grazie alle lotte di allora dei lavoratori dell’industria, con molte decine di ore di sciopero.

Tutto questo ruoterebbe attorno al presupposto secondo cui gli uffici pubblici non sono efficienti, e siccome ‘privato è bello’, si vogliono delegare le agenzie di lavoro interinale affinché forniscano rapidamente alle imprese la manodopera di cui hanno bisogno. Voglio immaginare che i cittadini di questo paese non intendano tornare al modello esistente prima del 2005, in cui i lavoratori per trovare lavoro dovevano passare dalle agenzie interinali.”

La norma scaturita nel 2005, che nasce da un contratto firmato, prevede che l’Ufficio pubblico debba rispondere alle richieste di lavoro delle imprese entro due giorni lavorativi. Ha puntualizzato Merlini: “Già allora abbiamo condiviso la necessità di dare risposte celeri alle imprese, e la burocrazia non piace neanche a noi, ma se questa norma non viene rispettata, non c’è bisogno di riesumare una forma di lavoro precaria e alienante come il lavoro interinale. Non riesco ad immaginare un paese, i cui uffici preposti non riescono a collocare celermente i disoccupati, per cui occorre ricorrere alle agenzie interinali! Non è possibile che non si riesca ad essere virtuosi nel mettere in relazione le imprese (sono circa 5.000, di cui oltre la metà non hanno dipendenti e non assumono) con i disoccupati (che sono circa 900, stando agli ultimi dati forniti dall’Ufficio di Statistica), ovvero le domande con le offerte di lavoro. Se questo non succede, è perché qualcuno vuole che non succeda. Se l’obiettivo è quello di snaturare l’Ufficio del Lavoro affidando le sue competenze a qualche privato, che naturalmente avrà i suoi vantaggi, noi non ci stiamo.”

Peraltro, il Segretario di Stato Lonfernini ha annunciato ieri che i dati ufficiali sono sovradimensionati e che i disoccupati “veri” sono poco più di 400, quindi pressoché a livello fisiologico. Ovviamente questi dati – unitamente a quelli relativi alle offerte di lavoro evase e non evase, ai tempi di risposta ed alle eventuali difficoltà riscontrate -non sono stati forniti, per cui si è iniziata una discussione con tempi contingentati senza una approfondita analisi preliminare. Cambiano i Governi ma il metodo è sempre lo stesso!

La Confederazione del Lavoro non è assolutamente disponibile ad abbassare i livelli di tutela e i diritti dei lavoratori, che sono già stati duramente colpiti da un periodo così difficile per effetto delle conseguenze della pandemia. Anzi, i diritti del lavoro vanno consolidati e rafforzati, dando agli Uffici pubblici preposti tutti gli strumenti per svolgere al meglio il loro ruolo di collocazione della manodopera, con efficienza e garantendo le pari opportunità.

Il prossimo appuntamento con “CSdL Informa” è in calendario mercoledì 21 aprile alle 18.30 in diretta su “Cuore CSdL”, in cui verranno affrontati i temi sindacali e sociali più importanti e attuali”.

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