San Marino. Cis, titoli di correntisti a garanzia di prestiti. Aperto il processo

San Marino. Cis, titoli di correntisti a garanzia di prestiti. Aperto il processo

Banca Cis, titoli della clientela usati come propri a garanzia di prestiti

Antonio Fabbri

Si è aperto ieri uno dei processi a carico dell’ex amministratore di Banca CisDaniele Guidi

Si è aperto ma è subito tornato in istruttoria su richiesta del Procuratore del Fisco, che ha ritenuto che non fosse corretta la contestazione del reato. L’altro processo, quello relativo ai fondi pensione depositati in Cis e originatosi dalla denuncia del Consiglio di previdenza, ha visto invece, prima di arrivare in aula, l’istanza di astensione del giudice Roberto Battaglino che, avendo fatto un atto nella fase istruttoria, ha ritenuto, prima di iniziare il processo, di rimettere la valutazione sulla possibilità di esercitare la funzione giudicante al giudice per il rimedi straordinari.

La vicenda dell’utilizzo di titoli di correntisti a garanzia di prestiti al Cis Il processo iniziato ieri mattina riguarda una accusa di frode nell’esecuzione dei contratti cui si uniscono imputazioni specifiche previste dalla legge bancaria sulla “separazione patrimonale” e la “confusione di patrimoni”. Contestata inoltre, l’appropriazione indebita.

Accusati dei reati l’ex amministratore delegato di Banca Cis, Daniele Guidi, l’ex vice direttore generale Marco Mularoni, e come persona giuridica la Bns, soggetto che in funzione della legge sulle risoluzioni bancarie ha inglobato il Cis.

La banca aveva chiesto dei finanziamenti a istituti esteri e, a garanzia di questi, aveva messo dei titoli propri, ma anche titoli di proprietà della clientela che secondo l’accusa erano stati utilizzati dalla banca e dai suoi amministratori come propri e messi a garanzia, appunto, per ottenere finanziamenti.

I titoli della clientela usati a garanzia ammontano complessivamente a quasi 9 milioni di euro (8.949.127,22).

Anche nell’utilizzo dei propri titoli messi a garanzia per dei finanziamenti, secondo l’accusa si ravvisano degli illeciti, dato che quei medesimi titoli erano già a garanzia di altri correntisti che avevano sottoscritto dei pronti contro termine.

Questo il quadro delle accuse contenute nel decreto del rinvio a giudizio. Il processo di ieri è stato dedicato alle questioni preliminari. Dei sette clienti i cui titoli sono stati utilizzati a garanzia dalla banca come se fossero propri, uno solo si è tuttavia costituito parte civile.

Le eccezioni preliminari Nel processo di ieri sono state formulate le eccezioni preliminari. La procura fiscale, innanzitutto, ha chiesto la remissione degli atti in istruttoria. “Vorremmo che l’inquirente valutasse – ha detto il Pf Roberto Cesarinise sia più corretta una contestazione di truffa, come avvenuto in caso analogo (quello legato ai fondi pensione, ndr.), anziché frode nell’esecuzione dei contratti. Inoltre, poiché compare una attestazione firmata da Marino Grandoni circa i titoli dati a garanzia a terzi nella quale dichiara di essere titolare effettivo di quei titoli che in realtà sono di altri, non capiamo perché

l’inquirente non abbia valutato questa posizione, né abbia provveduto a motivata archiviazione chiedendo il parere alla Procura fiscale. Unilateralmente e autonomamente non lo ha iscritto, e invece vorremo capire che cos’è questa attestazione”, ha detto il Pf motivando così la richiesta di remissione degli atti in istruttoria.

Si è opposto per la prima parte della richieste il legale dell’unica parte civile costituita, Rossano Fabbri, ritenendo che la riqualificazione del capo di imputazione, come accaduto anche in altri processi, possa avvenire anche durante il dibattimento.

Condivisa, invece, la seconda parte della richiesta della Procura fiscale. Non si sono opposti alla richiesta della Procura fiscale neanche i legali dell’ex vicedirettore Marco Mularoni, gli avvocati Giampaolo Pasquali del foro di San Marino e Roberto Brancaleoni del foro di Rimini.

L’avvocato Pasquali ha inoltre sollevato una eccezione di nullità del procedimento. “Rilevo – ha detto – che il mio assistito è stato raggiunto dal provvedimento di rinvio a giudizio il 30 dicembre 2020, mentre gli è stata notificata la comunicazione giudiziaria l’8 gennaio”. In sostanza è stato rinviato a giudizio prima ancora di sapere di essere indagato. “Non è l’unico caso”, ha rilevato piano – ma si è sentito – il giudice Battaglino.

Altra circostanza che rende ingarbugliata la posizione processuale di Banca Nazionale Sammarinese che figura in giudizio come soggetto giuridico imputato. Era stato rilevato su queste pagine come il fatto che Bns figurasse come imputato nei procedimenti legati alle vicende BancaCis, avrebbe posto “una serie di problemi formali, di certo oggetto di discussione quando si apriranno le prime udienze di questa vicenda”. E così è stato.

Gli avvocati di Bns e del legale rappresentante, il Commissario straordinario Sido Bonfatti, gli avvocati Moreno Maresi e Alessandro Cardelli, hanno annunciato una eccezione di legittimità costituzionale perché si è venuto a creare un “corto circuito” in capo al soggetto giuridico Bns, che nel processo figura come imputato avendo preso il posto di BancaCis, ma è anche soggetto dalla cui segnalazione, nella persona del commissario straordinario appunto, il procedimento è partito.

Anche questa eccezione di costituzionalità, che è stata già depositata, sarà dunque oggetto della remissione degli atti in istruttoria. Remissione in istruttoria alla quale non si è opposta neanche l’avvocato di Daniele Guidi, Chiara Taddei che, contestando invece al riqualificazione dell’imputazione come truffa, ha tuttavia affermato: “Finalmente questa procura avrà modo e maniera di fare emergere a pieno la posizione dottor Guidi”.

Il Commissario della legge Battaglino ha accolto la richiesta del Procuratore del fisco e gli atti tornano quindi in istruttoria.

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