San Marino. Don Gabriele Mangiarotti: “Deus non irridetur”

San Marino. Don Gabriele Mangiarotti: “Deus non irridetur”

Deus non irridetur

Non è inutile riflettere su quanto accade e sui fenomeni culturali che ci circondano, e spesso anche piccoli libri di sconosciute case editrici contribuiscono alla chiarezza del giudizio. E questo ci aiuta a comprendere il presente, e a volte anche ad agire con responsabilità e creatività.
Mi è capitato tra le mani il pamphlet «Deus non irridetur», di Anonimus. Poche pagine ma profondità di giudizio. E anche, nel nostro contesto, suggerimenti per un serio lavoro di presenza e riscossa.

Così viene presentato su Internet: «Un breve testo che fa ben capire ciò che sta accadendo in questi mesi. Anzi: in questi giorni.
Ciò che sta avvenendo stravolge, infatti, tutto. Stravolge i programmi del progetto sovversivo. Ma stravolge anche il campo dell’opportuna reazione. E proprio nella reazione si manifestano i segni di una resa: l’incapacità di capire adeguatamente i fatti alla luce di una sana Teologia della Storia. 
Alcune citazioni tratte dal testo di Anonimus. Colui che parla a nome della Rivoluzione.
(…) a scendere in piazza contro l’ordine sovrano non saremmo stati noi (i rivoluzionari), ma loro per noi. Loro avrebbero impugnato le nostre zappe e i nostri forconi, manifestando in nome della libertà.
In nome della lotta al Nuovo Ordine Mondiale avremmo condotto i rivoltosi di destra ad essere gli apostoli e i realizzatori del nuovo disordine mondiale, del caos rigeneratore, del vero Reset, che è l’azzeramento di ogni potere e di ogni autorità. I neo-tradizionalisti si sarebbero uniti a noi, che siamo gli eredi di Spartaco e degli anabattisti, di Marx e di Lenin, degli zapatisti e dei manifestanti di Genova. La libertà si sarebbe finalmente fusa con l’uguaglianza. Ecco, grazie a un gioco, grazie ad una beffa, la realizzazione del programma sancito: ‘tutte le cose sono comuni’.
Abbiamo creato profili finti, pagine social di disinformazione e pseudo-agenzie di stampa online, servendoci di server con sede in Russia, in Spagna, a Tenerife o a Gran Canaria per diffondere l’idea che il virus fosse una comune influenza di cui si servivano poteri dello Stato e del capitale per realizzare, attraverso lo stato di emergenza, il Nuovo Ordine Mondiale. 
Un lieve virus influenzale è stato capace di mettere in crisi la classe politica e scientifica di tutto il mondo: questa è la verità, perché solo un idiota potrebbe credere a un immenso complotto con milioni di complici.»

Aggiungo il prosieguo del giudizio: «Il virus è penetrato nel Leviatano e lo sta divorando dall’interno, il macrorganismo sociale viene distrutto da un invisibile microrganismo che ha interrotto il processo dell’evoluzione e minaccia di far regredire l’umanità al Medioevo. Qual è il processo caotico che questo virus ha innescato? La disintegrazione economica, le rivolte sociali, la guerra totale, destinata a sgretolare le mura della Città degli Uguali che volevamo edificare.
Certo abbiamo sempre sognato il collasso dell’ordine, ma ora sembra che una potenza superiore alla nostra e più distruttiva abbia voluto toglierci il primato della distruzione. Per farlo si è servito di un minimo pulviscolo di materia venuto dalla Cina rossa. Un virus, l’infimo gradino nella sconfinata scala dei viventi!
Chi ha colmato l’abisso infinito che lo separa dal nulla? Chi si è servito di questa invisibile porzione di materia per minacciare i nostri corpi e sconvolgere la nostra psiche?
[…] Non stiamo assistendo allo spettacolo della fine? Ma chi è dietro tutto questo? Chi ha nelle sue mani il futuro del mondo?»

Ci troviamo di fronte a una lettura della realtà che costringe a chiedersi come fare a non essere ingannati e manipolati dall’oscuro potere che ci domina, come riconoscere quanto è vero da ciò che invece vuole sottometterci al potere dei media.
Non sembra che l’Anonimo autore abbia suggerimenti né che sappia fornirci soluzioni, salvo che, nel finale (che poi dà il titolo al pamphlet), ricordarci che non siamo noi i padroni della storia: «Quando tutto è falso e nulla più è vero, giunge il tempo della Verità».

Come non pensare, allora, di fronte al delirio di onnipotenza di chi contrabbanda l’uccisione dei deboli nel ventre della madre come conquista di civiltà (al punto addirittura di arruolare in questa folle corsa verso la morte quei giovani che dovrebbero avere la fede come criterio entusiasmante del vivere) che quel «dio che forse ci salverà» (parafrasando l’affermazione tardiva di Heidegger) riuscirà a confondere le mire degli uomini, salvando questa nostra piccola Repubblica dalla deriva di morte di cui non è degna? Basta ripensare a tutta la gloriosa storia di accoglienza che caratterizza la nostra identità di «Antico popolo della libertà» e di cui siamo giustamente fieri e orgogliosi, per ritrovare le ragioni di quell’impegno per la vita che sostiene molti di noi nel loro quotidiano cammino.

Don Gabriele Mangiarotti

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