San Marino, Criminal Minds. Assolto a Rimini il patron della Karnak, Bianchini,

San Marino, Criminal Minds. Assolto a Rimini  il patron della Karnak, Bianchini,

Tutto o quasi seppellito ora dalla prescrizione che arriva a dieci anni dalle indagini e a quasi 15 dai fatti.

IL RESTO DEL CARLINO, Rimini – Criminal minds’ seppellita dalla prescrizione

Assolto il patron della Karnak, Bianchini, quattro anni di carcere a un ex maresciallo della Guardia di finanza e due a un ex poliziotto
Una spy-story che aveva rivelato affari sospetti, sfiorato la criminalità organizzata, droga, ricatti, estorsioni e corruzione. Tutto o quasi seppellito ora dalla prescrizione che arriva a dieci anni dalle indagini e a quasi 15 dai fatti. Così si è chiuso ieri il capitolo ‘Criminal minds’, la maxi inchiesta della Guardia di finanza che ieri ha visto l’ultimo atto in Tribunale. Protagonista principale, Marco Bianchini, l’allora presidente della Karnak, l’azienda leader nel settore della cancelleria.  (…)

Due le condanne alla fine che sono state inflitte dai giudici. La prima, a quattro anni, all’allora maresciallo aiutante della Guardia di finanza, Enrico Nanna, secondo gli inquirenti ‘talpa’ di Salvatore Vaurgiu, anche lui salvato dalla prescrizione. Un personaggio, questo, battezzato all’epoca «l’uomo dei dossier segreti». Secondo la ricostruzione che fecero gli investigatori delle Fiamme Gialle, l’ex carabiniere era sbarcato a San Marino, dove aveva impiantato una sorta di ‘spectre’, una centrale di informazioni per tutti e su tutti. La sua specialità, dicevano, era quella di mettere insieme dossier che riguardavano politici commissionati da altri politici, mariti traditori o imprenditori che volevano battere la concorrenza. Per ottenere informazioni, secondo gli inquirenti, si serviva appunto di Nanna, all’epoca in forza alla Finanza di Rimini. La prescrizione ha seppellito tutto, tranne l’accusa di falso per Nanna (relativa a delle informazioni di servizio). Due anni sono stati inflitti invece a Marco Massimi, ex poliziotto della questura di Rimini. (…)  «Il mio cliente si è sempre proclamato innocente dalle accuse – dice il suo difensore, Giuseppe Cancelliere – e anche quelle fotocopie trovate a San Marino non avrebbero dovuto portare a nulla, in quanto rinvenute in uno Stato estero, su cui il Tribunale italiano non avrebbe dovuto avere competenza. Andremo comunque in Appello in attesa della motivazione».

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