San Marino. “Il dramma dell’aborto clandestino”

San Marino. “Il dramma dell’aborto clandestino”

“Il dramma dell’aborto clandestino”

Inizia così una riflessione del Comitato Promotore del referendum sull’interruzione volontaria di gravidanza. 

L’aborto deve essere l’ultima scelta, ma deve essere sicuro, legale e accessibile. Rimanendo reato penale, l’aborto non sparirà, la storia lo dimostra. Nessun contraccettivo è efficace al 100% e le donne affrontano gravidanze indesiderate ogni giorno. Le coppie divorziano, esiste la violenza domestica e sessuale, gli uomini a volte spariscono. Possono presentarsi problemi di salute inaspettati o problemi economici. Può succedere di tutto.
Quando queste cose succedono in un Paese dove l’aborto è illegale, le donne troveranno il modo di abortire. Alcune andranno all’estero dove l’aborto è legalizzato. Altre meno abbienti e minorenni cercheranno di assumere farmaci per indurre un aborto spontaneo, proveranno a farlo da sole, cercheranno servizi illegali a basso costo, sempre disponibili a soddisfare la domanda. Altre acquisteranno sul mercato nero la pillola abortiva RU486, come avviene a Malta, dove l’aborto è illegale.

Nell’era digitale sempre più donne disperate cercano online soluzioni per non portare avanti la loro gravidanza, soluzioni fai-da-te che non ne garantiscono la sicurezza.

Prima della legge 194 del 1978 in Italia, più di 20.000 donne morivano ogni anno per le conseguenze dell’aborto clandestino e la legge che condannava come reato l’IVG veniva infranta più di un milione di volte all’anno. Il reato penale non ha mai fermato l’aborto e mai lo farà.
Solo un sistema organizzato e controllato può intervenire sulla prevenzione delle IVG, aspetto fondamentale che promuoviamo da sempre con forza, ma anche sulla sicurezza di chi vi ricorrerebbe anche a rischio della propria salute o vita.
Nel 2021 gli aborti clandestini in Italia sono ancora 10.000-13.000 all’anno, complice un sistema che permette troppi obiettori negli ospedali.
Le donne troveranno sempre un modo per abortire. Una donna è disposta a rischiare la vita per non avere un figlio, così come è disposta a rischiare la vita per avere un figlio. Non c’è alcuna differenza”. 

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