A San Marino di nuovo anonimato societario in Consiglio

A San Marino di nuovo anonimato societario in Consiglio

La Repubblica di San Marino sta attraversando un momento così difficile che non sarà possibile non chiedere alla gente dei sacrifici per affrontare l’emergenza, anche se non dovesse tardare l’uscita del Paese dalla black list di cui al decreto ‘incentivi’ .

La gente però difficilmente accetterà di ridurre il suo attuale stato di benessere se la trasparenza su cui si intende avviare il Paese per quanto riguarda i rapporti con l’esterno,

non viene trasferita anche all’interno.

Trasparenza all’interno vuol dire eliminare il sottobosco politico affaristico togliendo l’humus costituito da 548 società anonime, oltre 300 immobiliari, 120 fondazioni circa, migliaia di società per azioni e società a responsabilità limitata con azioni e quote intestate a fiduciarie anche di paesi offshore.

Per i politici capaci solo di mettere a disposizione il loro potere per farsi corrompere (San Marino in materia di corruzione è
la pecora nera del membri del Consiglio d’Europa), il sottobosco di cui sopra è essenziale come l’acqua per i pesci.

L’anno scorso, i politici sammarinesi, hanno fatto finta di abolire l’anonimato societario con la proposta – da premio Nobel della furbizia! – di depositare i nomi degli azionisti presso un notaio tenuto al segreto professionale.
Non è andata.
Roma ha tirato loro le orecchie.

Gli stessi politici ci hanno riprovato – senza un minimo di rossore? – presentando, in prima lettura una un progetto di legge, equivalente come risultato finale, a quella fattasi bocciare vergognosamente da Roma.

Si dice che però in sede di Commissione il testo è stato radicalmente cambiato, per cui nella
sessione consiliare che comincia mercoledì 26 maggio arriverà – dicono dalla maggioranza – un progetto di legge ‘completamente’ nuovo.

Il Partito dei Socialisti e dei Democratici afferma che si tratta della solita farsa.

Attualmente il nuovo testo non è ancora disponibile. Vedremo.

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