A San Marino la recente riforma delle istituzioni sta generando una babele

A San Marino la recente riforma delle istituzioni sta generando una babele

La riforma delle istituzioni approvata dal Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino poco prima delle elezioni del 2006 con ben 40 consiglieri su 60, sta creando non pochi problemi interpretativi con relative polemiche fra i partiti.

Per mercoledì 21 novembre, contro il parere di alcune forze politiche, è stata convocata una seduta consiliare, con all’ordine del giorno la legge di bilancio 2008, pur in assenza di un governo in carica.
Va ricordato che al momento del varo di un governo i 10 segretari di Stato lasciano il posto di consigliere (dove subentrano i candidati primi non eletti nelle rispettive liste) per andare ad occupare, anche fisicamente, posti specifici nella sala consiliare riservati appunto ai governanti. E, finché rimangono in carica, non possono più partecipare alle votazioni consiliari: votano i subentranti.
Al momento della proclamazione di una crisi di governo, i 10 ex segretari di Stato devono ritornare automaticamente a sedersi fra i consiglieri scalzando i subentranti.
Ebbene mercoledì prossimo gli ex Segretari di Stato, ritornati ad essere normali consiglieri a seguito della crisi di governo, avranno diritto di votare, ma non potranno, secondo alcune forze politiche, svolgere le funzioni tipiche dei segretari di Stato in carica.
Insomma la riforma istituzionale impedisce l’esercizio del doppio ruolo. Come dire che nessuno può sedersi – contemporaneamente! – in due punti distinti dell’aula consiliare.

Ogg alle 15 i rappresentanti di alcuni partiti si recheranno dagli Ecc.mi Capitani Reggenti Mirko Tomassoni e Alberto Selva,
per far presente l’anomalia della convocazione del consiglio di mercoledì prossimo in cui si verificherebbe la situazione di cui sopra.

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