A San Marino si va all’arrembaggio dello Stato, come alla fine dell’Urss

A San Marino si va  all’arrembaggio dello Stato, come alla fine dell’Urss

Il fatto che alcune procure italiane abbiano messo il becco in cose sammarinesi (pactum sceleris), ha provocato un qualche  inaridimento nel sottobosco politico affaristico  che da oltre un ventennio caratterizza lo scenario economico sammarinese, specie dopo che la depenalizzazione  di  certi reati fiscali e societari   ha richiamato da ogni dove frotte di masnadieri sempre alla ricerca di luoghi ove operare senza gli impacci della giustizia.

Il fatto induce i soliti – furbi e spregiudicati –  a cercare altri campi. Si stanno  preparando all’arrembaggio ai beni ed ai servizi dello Stato. E  su così larga scala, da far tornare in mente quanto avvenuto – mutatis mutandis –  con la fine  del sistema sovietico.

Già c’è chi assapora la spartizione di torte ancor più sostanziose  di quella, ad esempio,  delle telecomunicazioni (monopoli dati a prezzo zero).

Ad esempio  la gestione dei fondi pensione, la erogazione di certi servizi sanitari, ma anche la fornitura dei pasti nelle mense, eccetera.

Il tutto  con l’imposizione di gravami nuovi (vedi la ‘assicurazione acqua‘) sulla gente comune già tormentata dalla crisi.

Nonostante stiamo precipitando in una situazione  da scontro sociale. Ma la classe politica pare  in tutt’altre faccende affaccendata.

Urgentissimo, ad esempio, sarebbe il varo di una vera, equa  riforma fiscale. Ebbene, l’unica proposta  chiara emersa dalla politica è quella di un condono tombale, messa sul tavolo ancor prima di cominciare a parlare di detto argomento.   

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