AASS: il suo futuro sia condiviso con il Paese oppure ricorreremo al referendum. Upr

AASS: il suo futuro sia condiviso con il Paese oppure ricorreremo al referendum. Upr

“AASS: IL SUO FUTURO SIA CONDIVISO CON IL PAESE OPPURE RICORREREMO AL REFERENDUM”
Mentre qualche espressione della maggioranza invita il Governo ad essere più prudente e saggio prima di esternare considerazioni sul futuro dell’Azienda dei Servizi, intendiamo ritornare ad affrontare il tema delle privatizzazioni. Tema su cui non siamo contrari. Anzi, più volte, abbiamo dato la nostra disponibilità’ ad avviare – con precise garanzie – un processo finalizzato alla dismissione di attività pubbliche non più strategiche. C’è però un metodo da seguire – in processi così delicati – rispetto ai quali il nostro Paese si affaccia con un ritardo decennale. La legge di bilancio dello Stato 2014 è un esempio di come non si sarebbe dovuto procedere: 2 articoli di legge, art. 10 e art. 70 regolano – attraverso l’emissione di decreti delegati – la trasformazione in società per azioni dell’Ente Poste. Un metodo inaccettabile. Cosi’, infatti, centinaia di dipendenti, decine di uffici postali nell’arco di pochi mesi, con decreto delegato, diventano una società per azioni senza avere presentato all’attenzione del Consiglio Grande e Generale un piano, un progetto, dei numeri, degli obiettivi di sostenibilità finanziaria dell’operazione.
Ora il Governo pensa di ricalcare questo schema e – con qualche decreto delegato – ritiene di fare più o meno la stessa cosa con l’Azienda di Stato per i Servizi. Qui il piatto però e’ ancora più consistente: energia, acqua, ambiente, rifiuti, telecomunicazioni, trasporto pubblico, officina automezzi, mattatoio, trading energetico, sono le aree in cui AASS opera con centinaia di dipendenti e sedi dislocate in tutto il territorio. AASS rappresenta da sempre il fiore all’occhiello delle aziende autonome di Stato e un progetto di trasformazione in SpA non attentamente ponderato potrebbe creare seri danni alla collettività’. Abbiamo già’ indicato una serie di condizioni su cui riteniamo vi debba essere forte attenzione.
A queste vogliamo aggiungere che, se vi saranno scelte unilaterali da parte dell’Esecutivo e della maggioranza che lo sostiene, che intaccheranno la proprietà pubblica di AASS e gli asset strategici che l’Ente gestisce, l’Unione Per la Repubblica è pronta a promuovere un referendum abrogativo sugli atti legislativi che il governo attuerà. Un referendum per difendere la proprietà pubblica dell’acqua, del gas e dell’energia. Un referendum per evitare che settori strategici per la nostra comunità possano diventare di proprietà privata.
Rammentiamo che – qualche anno fa – si parlava addirittura di un interessamento di HERA SpA per Azienda dei Servizi.
Non sono più procrastinabili delle scelte politiche nei settori in cui AASS opera considerando l’autonomia del Paese verso l’esterno (energia e acqua) la sostenibilità economica e il valore (rifiuti) le infrastrutture e le politiche di offerta (telecomunicazioni),  l’organizzazione ed i costi (trasporti e officina automezzi) la trasparenza e la redditività aziendale (trading energetico), la complementarietà con il “core business” aziendale (mattatoio). Su questi argomenti sarebbe utile avere un confronto consigliare per comprendere quali politiche il governo vuole intraprendere.
A ciò aggiungiamo purtroppo l’incertezza sulle sorti dell’altra azienda di Stato, AASPL,  che pare sia in fase di smantellamento: alcuni servizi nel 2014 saranno appaltati a privati chiudendo settori interni. Il rischio, non remoto,  è che si cada nella “sindrome di Banca Centrale”, un ente autonomo creato solo nel 2005 e oggi nel mirino del governo per i costi eccessivi e spesso oggetto di attacchi per la propria autonomia decisionale ed operativa. Invitiamo il Governo a riflettere e a presentare dei progetti, se li ha. Il decisionismo fine a se stesso, espresso solo nei decreti delegati, porta solo a scelte con impatti negativi di natura economica, distruggendo quanto di buono alcuni enti di Stato invece sono riusciti in questi anni a costruire.
Unione Per la Repubblica
San Marino, 29 dicembre 2013
 
 

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