Al Cinema Tiberio il balletto ‘La leggenda dell’amore’ dal Teatro Bolshoi

Al Cinema Tiberio il balletto ‘La leggenda dell’amore’ dal Teatro Bolshoi

Il Cinema Tiberio di Rimini (via San Giuliano, 16) propone martedì 6 gennaio alle ore 20.15 in differita dal Teatro Bolshoi di Mosca il balletto in 3 atti in prima mondiale La leggenda dell’amore tratto dal poema di Nâzım Hikmet. La coreografia originale è di Youri Grigorovitch, 
la musica di Arif Melikov.


Una bellissima storia d’amore proibito che mette in scena il sacrificio, la gelosia e il dolore. Caratterizzato da movimenti di danza e costumi ispirati al Medio Oriente, torna sul palco del Bolshoi dopo 10 anni di assenza.

La leggenda dell’amore è una delle prime realizzazioni coreografiche di Youri Grigorovitch che torna a vivere il palcoscenico del Bolshoi dopo oltre dieci anni di assenza. Ispirato al poema di Nazym Hikmet, scrittore e poeta turco, il balletto mette in scena l’eterno conflitto tra sentimento e ragione, sacrificio, sofferenza e gelosia. Movimenti, scenografie e costumi sono ispirate alle atmosfere del Medio Oriente.

La storia si apre negli appartamenti del re, dove la principessa Shyrin sta morendo per una grave malattia. Solo sua sorella, la regina, può salvarla offrendo la propria bellezza in cambio della vita di Shyrin. La sorella si sacrifica ma, dopo l’estremo gesto, vedendosi sfigurata e scoprendo la sorella innamorarsi dell’uomo che lei ama (il pittore Ferkhad) è colta drammaticamente dal rimorso per il gesto d’amore compiuto. La leggenda dell’amore fu per anni una sorta di scuola per i ballerini nonchè il luogo in cui Grigorovich sperimentò molti degli effetti coreografici che mise poi in scena, perfezionandoli, negli spettacoli successivi.

Yuri Grigorovich, ballerino e coreografo è nato a Leningrado nel 1927. Dopo essere stato accettato nella Scuola di Ballo di Leningrado nel 1946, Grigorovich è diventato solista al Balletto Kirov di San Pietroburgo, dove è rimasto fino al 1962. Si è unito al Teatro Bolshoi nel 1964 e ne è stato direttore artistico fino al 1995. Le sue opere più famose sono Schiaccianoci, Spartacus e Ivan il Terribile.

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