Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Sentito in aula anche lo storico leader Dc: «Scrissi all’ambasciata dei rapporti tra Selva e la Russia per il bene del mio Paese. E perché temevo per me» / La Romania e quel “pizzino” contro Gatti / Parla l’autista dell’ex agente: torna alla luce l’appunto con Podeschi nello studio Botteghi
SAN MARINO. Bollente, il processo Scaramella a Rimini infuoca San Marino. E di colpo, la mente torna al rovente clima pre-elettorale del 2006, dove pareva che ogni cosa fosse lecita.
L’ultimo atto è il ricordo, seppur offuscato, dell’autista di
Scaramella dell’incontro che nel novembre del 2004 ci fu nello studio
Botteghi tra l’ex agente della commissione Mitrokhin e il leader Dc
Claudio Podeschi. Nel cuore della guerra “fratricida” tra Podeschi e
l’altro storico democristiano, Gabriele Gatti (dissapori ieri smentiti
in Aula dallo stesso Podeschi), il primo avrebbe chiesto a Scaramella di
indagare sul conto di Gatti, e in particolare su alcuni “divertimenti”
targati Romania.
E ancora: sul banco degli imputati, sfilano gli stessi Gatti e
Podeschi (che dice di non ricordare l’incontro allo studio Botteghi),
l’ex comandante della gendarmeria Marcello Biagioli, il coordinatore del
dipartimento di polizia Sabato Riccio e l’attuale ministro al turismo
Fabio Berardi. I politici ricostruiscono l’arrivo di Mario Scaramella
sul Titano, per «motivi di sicurezza nazionale» (era il periodo delle
bombe molotov a Sante Canducci), e l’esplosione dello scandalo sul
traffico di barre d’uranio dalla Russia all’Italia, attraverso
l’avvocato Alvaro Selva, politico assai potente al tempo nella sinistra
di governo: calunnia per la quale ora Scaramella è imputato. (…)
22 novembre 2004.
6 dicembre 2004.