Alessandro Mazzanti di Il Resto del Carlino. Da San Marino arrivano 3.100 tonnellate di rifiuti

Alessandro Mazzanti di Il Resto del Carlino. Da San Marino arrivano 3.100 tonnellate di rifiuti

Il Resto del Carlino

Da San Marino arrivano 3.100 tonnellate di rifiuti

L’accordo
Interrogazione di D’Anna, ma la Regione tranquillizza: “Quantità irrisorie”
Alessandro Mazzanti
 
 L’8 OTTOBRE scorso è una data che ha fatto saltare sulla sedia il consigliere regionale Giancarlo D’Anna. Perchè è il giorno in cui la Giunta Regionale ha approvato lo schema definito «Accordo Regione Marche e Repubblica di San Marino – Smaltimento e recupero nel territorio delle Marche di rifiuti speciali prodotti nella Repubblica di San Marino». Che significa l’importazione dalla Repubblica di San Marino di rifiuti speciali non pericolosi e di rifiuti speciali pericolosi ai fini dello smaltimento, per un quantitativo massimo annuo «pari a 3100 tonnellate o del recupero, per un quantitativo massimo annuo pari a 5000 tonnellate».
A chi toccano questi  rifiuti? Alle Marche in genere ma soprattutto alla nostra provincia, in quanto, deduce D’Anna, «area geograficamente più prossima a san Marino nelle Marche». E questo, dice sempre D’Anna, non è una bella notizia. «L’apporto di rifiuti da fuori regione — avverte il consigliere del centrodestra — andrebbe a gravare sulla situazione già precaria degli impianti di smaltimento finale del territorio marchigiano ed in particolare su quelli a servizio della Provincia di Pesaro Urbino per via della questione geografica; e i conferimenti da fuori regione potrebbero facilitare operazioni di gestione rifiuti illecite con pesanti ricadute ambientali ed economiche sui cittadini ecc…», come già avvenuto, segnala D’Anna: ricordiamoci della inchiesta Arcobaleno e relatvo traffico illecito di rifiuti. Quindi il consigliere fa una interrogazione al presidente della giunta per capire i motivi che hanno portato all’approvazione dell’accordo.
Alla regione  Marche, però sono molto meno preoccupati. E spiegano da subito come nasce l’accordo. «Finora in mancanza di un’intyesa tra Marche e san Marino — spiega l’assessore all’ambiente Sandro Donati, supportato dai numeri forniti dal suo dirigente Piergiorgio Carrescia — i rifiuti del Titano venivano portati per lo stoccaggio agli impianti delle ditte emiliano-romagnole, che a loro volta poi in alcune occasioni li rigiravano alle ditte della Marche per lo smaltimento vero e proprio. Da qualche mese, però, San Marino, avendo capito che poteva risparmiare tagliando l’intermediario delle ditte emiliano-romagnole, ha sollecitato e infine ottenuto l’accordo con le Marche», che arriva a dama appunto l’8 ottobre scorso. Con quali conseguenze, per la provincia nostra? «Irrisoria — dice Carrescia — il quantitativo dei rifiuti oggetto dell’Accordo è insignificante sul quantitativo complessivo di rifiuti speciali prodotti o trattati nelle Marche i cui impianti hanno ampia capacità di recupero/smaltimento. I rifiuti da smaltire, provenienti da San Marino, sono poi per lo più rifiuti speciali non pericolosi di natura liquida che vanno conferiti in impianti di trattamento chimico-fisico. Il loro quantitativo è, in base all’Accordo, di 3.100 tonnellate l’anno che a fronte del 1,6 milioni di rifiuti speciali prodotti e delle circa 700.000 tonnellate importate è pressoché irrilevante. Gli altri rifiuti (5.000 ton.) vanno invece a recupero e non sono fra quelli soggetti, proprio per la finalità del trattamento, a “notifica”», cioè a una sorta di procedura speciale per lo smaltimento. Chiaro però, che D’Anna vigilerà sulla questione.
Alessandro Mazzanti 

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