Alessandro Rossi: Io sono un invornito …. ma anche Voi non siete molto meglio!

Alessandro Rossi: Io sono un invornito …. ma anche Voi non siete molto meglio!

Io sono un invornito ….
ma anche Voi non siete molto meglio!

Qualche tempo fa scrissi un pezzo sulle  questioni del nostro meraviglioso Paese  dal titolo
“Io sono un invornito”
Sono un invornito perché, come individuo facente parte la classe dirigente politica di questo paese per qualche anno, non mi sono mai adoperato con determinazione sulla questione politica principale che riguardava il Nostro Paese, ovvero come progettare un’uscita indolore e morbida dal modello economico di Paradiso Fiscale.
Certo mi trovavo in buona compagnia, perché nessuno o quasi  insieme a me vi ha pensato, ovvero è riuscito a produrre questo passaggio; anzi si sono prodotti i traumi e le emergenze che ancora dobbiamo vivere come Cittadini sulla nostra pelle.
Ma oggi, di fronte alla di nuovo montante questione morale e all’arresto dell’uomo simbolo di quel modello economico degenere, posso tranquillamente affermare che  non sono l’invornito peggiore della precedente classe dirigente del Paese.
Infatti, nonostante l’assenza di prove oggettive dovute alla invalicabilità del segreto bancario, come altri e forse più di altri avevo intuito che ripresentare la stessa classe dirigente al paese dopo 30 anni sarebbe stato un suicidio politico, non solo per la DC, ma per l’intero Paese.
Così come sarebbe stato il massimo sfregio alle istituzioni nominare il personaggio simbolo di quel sistema alla suprema carica istituzionale.
Sistema dove la corruzione ed il riciclaggio erano endemici e non occasionali.
Per sgombrare ogni dubbio, sono vicino alla famiglia di Gabriele Gatti, come ho cercato di esserlo per le famiglie degli altri arrestati eccellenti. Quando la giustizia colpisce, anche se solo in fase inquirente, fa male sempre, anche se si è colpevoli e crea disagi forti.
Questo non toglie però che Gatti, con Stolfi e Podeschi, abbiano avuto gli onori e gli oneri di rappresentare quel sistema economico malato al massimo della potenza politica possibile.
In un certo momento politico Gatti era la DC e la DC era lo Stato.
Di certo questo mio tentativo di separare il lato umano e civile da quello politico e giudiziario non sarà certo ben compreso da una cittadinanza allevata ad addentare le prede quando queste cadono, ma credo fortemente che per uscire dalla crisi si debba, per prima cosa, ritrovare un grado di civiltà anche verbale sconosciuta ultimamente alle cronache sammarinesi.
Sono convinto che la strada difficile per l’uscita dalla crisi passi dal ritrovare umanità, umiltà e capacità di dialogo ed approfondimento sulle questioni cruciali del Paese.
Sono convinto che sia necessario un percorso di verità e riconciliazione per tutti i Sammarinesi, come dopo un olocausto o l’apartheid od un evento bellico.
Il regime da paradiso fiscale oramai decaduto ha obnubilato le coscienze e sottratto civiltà, forza e determinazione al dibattito e al dialogo politico che vanno per forza ricostruiti, pena la fine di San Marino come entità statuale autonoma e benestante.
Di fronte alle evidenze delle ordinanze di bonifici miliardari alla classe politica dominante, il Paese deve forzatamente ritrovare quello che ha perso e non pensare di rimanere indenne, scaricando il peso solo sui rappresentanti massimi del sistema, ora tutti sotto indagine.
Ci vuole un’ammissione di verità da parte di tutti i partiti, di tutte le associazioni sociali, di ogni singolo cittadino, che passi da due domande fondamentali:
1)      Io o la mia associazione che cosa ho avuto da quel sistema?
2)      Io e la mia associazione cosa sono disposto a mettere in gioco per salvare il Paese?
La via maestra pensata dal cittadino “invornito” che vi scrive è quella appunto di una “ricostruzione” post bellica, una fase costituente che disegni le nuove forme politiche ed istituzionali e la presa di coscienza che forse abbiamo tutti nel nostro intimo creduto “nella San Marino isola felice “ che Gatti, la DC e il PSS ci hanno illuso fosse vera.

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