Alla Gran Fondo San Marino ‘s’intrufola’ Riccardo Ricco’. Giorgio Viberti, La Stampa

Alla Gran Fondo San Marino ‘s’intrufola’ Riccardo Ricco’. Giorgio Viberti, La Stampa

Riccardo Riccò, abusivo, alla Gran Fondo San Marino, tra solidarietà e intransigenza.

Radio Corsa annuncia a giudici e ammiraglie «c’è Riccò!» come se fosse arrivato il diavolo. Imbarazzo. Riccardo resta in coda al gruppo, ma quando la strada comincia a salire si trova quasi senza volerlo nella mischia o anche nelle prime posizioni perché tanti corridori perdono terreno. Alcuni protestano. E scoppia il caos. La giuria ordina a Riccò di restare in coda, poi – non contenta – gli intima di andarsene e fa intervenire la Polstrada che segue la corsa. La tensione cresce, eppure si sfiora la farsa quando un poliziotto penetra il gruppo e chiede: «Chi di voi è Riccò?». Risata generale: l’agente è l’unico a non conoscere il Cobra. «Perché lo trattano come un cane?» si indigna qualcuno. «Riccò non fa male a nessuno – dice un altro -. Lasciatelo stare». Altri capiscono il dramma: «Se lo trattano così, finisce come Pantani». Nessuno ha dimenticato che il Pirata morì da solo per un’overdose in un hotel a pochi km da lì. Riccò è scosso: «Ormai sono abituato ma non capisco. Non sono un assassino, non merito certe cose». La pensa così anche il gruppo. E infatti quando la giuria minaccia-«se Riccò non lascia la corsa sarete tutti squalificati» – i corridori per solidarietà quasi smettono di pedalare. «Ho corso con Pantani e Vandenbroucke – ricorda Rezzani -: sono morti entrambi giovani e dopo una lunga squalifica per doping». Anche il belga, come Riccò, fu sorpreso a correre fra gli amatori, tra l’altro con un tesserino falso e sopra la foto di Tom Boonen, campione fiammingo tuttora in attività. «Non vorrei che Riccardo finisse nello stesso modo».

Leggi l’articolo di Giorgio Viberti

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