La maggioranza di governo Ap – PSd – Su ha raggiunto, in questo anno di governo, alcuni risultati indubbiamente molto importanti, seppur magari poco “percepibili” dalla cittadinanza. Uno di questi è indubbiamente un cambio di passo deciso nel metodo di governo, con il Congresso di Stato che ha iniziato giustamente a delegare alcune sue precedenti prerogative ai dirigenti pubblici, con l’eliminazione di delibere clientelari e/o ad personam, dei contratti con speciali indennità pensionabili e con il forte controllo sulla tipologia di attività e sulla concessione di società, in passato date a prescindere dal progetto imprenditoriale e dalle prospettive di sviluppo.
Ma, ultimamente, qualcosa pare non andare. Proprio su questo nuovo “metodo” di governo si stanno manifestando spinte divergenti, che stanno creando tensione. In alcune componenti della maggioranza, sul problema dei giochi, e in particolare sul progetto proposto dall’ing. Marino Grandoni per una sala estremamente estesa in dimensioni e numero di macchinette, sta tornando in auge con insistenza una tendenza troppo diffusa in passato: quella di mettere in primo piano gli interessi privati, rispetto a quello dello Stato.
Stato che, in questo caso, dovrebbe essere socio di maggioranza (perché così impone la legge) di una sala che toglierebbe dal mercato (perché i “clienti” potenziali sono sempre gli stessi) nel giro di poco tempo altre due sale in cui è socio di maggioranza, quella di Rovereta e quella, costituenda, di Città.
E allora come si fa ad invocare la libera imprenditorialità privata in un settore a maggioranza pubblica? Per quale “progetto imprenditoriale” lo Stato (che qui è appunto imprenditore) dovrebbe farsi concorrenza da solo? E utilizzare i soldi dei contribuenti per partecipare al capitale di società diverse che si annullerebbero reciprocamente?
È evidente che sotto c’è dell’altro. Ma siccome su questa questione si è incagliata da qualche mese l’attività del governo noi, nel nostro piccolo, teniamo a dire a queste componenti della maggioranza, tre cose:
– che la commistione fra interessi privati e politiche pubbliche deve essere patrimonio (triste) del passato, altrimenti non osiamo pensare a cosa potrà accadere su temi come residenze e nuovo piano regolatore;
– che non si può continuare con questa tensione continua che blocca ogni volontà e possibilità riformatrice, e porta giocoforza a non considerare mai “priorità” o a impedire discussioni approfondite su temi ben più importanti per il nostro futuro rispetto ai metri quadrati o al numero di macchinette delle sale da gioco.
– che non si può pensare che Ap abbia intenzione di perseverare in logoranti e continue mediazioni su questioni che non corrispondono all’interesse collettivo, magari mettendo sul piatto “baratti” fra la soddisfazione di istanze private e temi come la riforma del processo penale o della scuola, che hanno importanza immensamente maggiore, perché altrimenti sarà difficile che Ap possa continuare un’alleanza che, pure, potrebbe essere potenzialmente molto produttiva, come peraltro già dimostrato.
Speriamo in un rapido superamento di queste difficoltà e che governo e partiti tornino finalmente a discutere e, qui sì, a mediare se occorre, dei temi prioritari per il futuro del paese.
Alternativa Giovanile – Comunicato Stampa